Il difficile gioco dell'Opa di Francesco Bullo
Il difficile gioco dell'Opa Mario Bessone: comunque il Parlamento dovrà rivedere la legge Il difficile gioco dell'Opa II regolamento Consob per il 7 giugno TORINO. Entro il 7 giugno la Consob approverà il «regolamento» per disciplinare l'opa (offerta pubblica d'acquisto) cercando di trovare un punto d'equilibrio tra due esigenze: quella della maggior informazione possibile al mercato, garanzia di «trasparenza», e quella di fissare tempi strettissimi alla procedura per evitare turbative e rischi di «insider trading». Lo ha annunciato ieri il professor Mario Bessone, commissario della Commissione che controlla la Borsa, intervenendo al convegno organizzato da «Paradigma» che ha riunito operatori finanziari e giuristi. Un passo concreto per rendere operante una legge che, appena nata, ha già sollevato non poche critiche e che assegna maggiori poteri alla Consob come «la fissazione del limite di «flottante» eventualmente inferiore al 10% - ha ricordato Bessone - a partire dal quale sussiste l'obbligo di lanciare un'opa residuale» o la determinazione delle condizioni, anche di prezzo, della medesima «opa residuale». Una discrezionalità che aveva suscitato le perplessità dello stesso Bessone «ma - riconosce oggi - forse era una necessità oggettiva». Tutto bene dunque? «In certi punti la legge è imperfetta - dice - ma in Italia, come in altri Paesi, arriveremo a migliorarla attraverso approssimazioni successive. In ogni modo il Parlamento dovrà tornare su questa legge, chiarire oscurità di genere interpretativo», ma non esclude - novità di non poco rilievo - che anche la Consob possa intervenire, oltre che sui casi concreti, con «documenti orientativi sui punti oscuri». Insomma, una specie di interpretazione giurisprudenziale. Problemi, critiche e riserve sono venuti fuori in modo più marcato dal dibattito, insieme a proposte precise. L'amministratore delegato dell'Ifi, Gianluigi Gabetti, ad esempio, indica alcuni «correttivi»: 1) in caso di opa su di una capogruppo quotata si dovrebbe chiarire che l'impegno non si estende alle società controllate quotate; 2) si dovrebbero escludere totalmente dall'opa le transazioni all'interno di uno stesso gruppo (la normativa attuale considera soltanto i rapporti di controlli «diretti»); andrebbe previsto l'obbligo, per gli azionisti, di aderire all'«opa residuale». «I raffronti con l'esperienza di altri Paesi - ha sostenuto Gabetti - in ambito comunitario ed extracomunitario, che hanno introdotto misure normative in materia di opa contribuiscono ad invocare ulteriori correttivi ed adeguamenti alla realtà economica del nostro Paese». Analizzando i casi più rilevanti di applicazione della legge, Giorgio Mariotti (direttore generale Sige-Ime) ha sottolineato i forti rischi di «insider trading» che si ravvisano nell'opa «successiva». Spiega: i 30 giorni per lanciare l'opa, successivamente all'acquisizione, possono creare forti tensioni. Non solo. L'obbligo di acquistare un quantitativo di titoli non inferiore a quello già acquistato «in alcuni casi potrebbe tradursi in una semi-cancellazione dal listino del titolo (con il paradosso di passare direttamente dall'opa successiva a quella residuale» Il presidente del Comitato degli agenti di cambio torinesi, Franco Cellino, ha puntato il dito sul «mercato dei blocchi». «I principi fissati dalla precedente Consob per determinare i quantitativi minimi dei «blocchi» possono provocare una concatenazione perversa - ha sostenuto - infatti aver parametrato i blocchi al volume degli scambi registrati in Borsa rischia di portare «fuori Borsa» altri quantitativi, abbassando ancora di più i volumi ufficiali». Un meccanismo quindi che può solo autoalimentarsi fino a rendere la Borsa un «mercato simbolico, utile solo alla formazione dei prezzi ufficiali». E da più parti si sottolinea, come ha ricordato Forghieri, della Popolare di Bergamo, che consolidando questo sistema si tenda in pratica «a relegare la funzione dell'opa solo ai casi più eclatanti». Tante riserve, dunque, ma un giudizio complessivo sulla «legge opa» è comunque da rimandare, ha concluso Mario Mauro (Gruppo Bancario San Paolo), «a quando la Consob avrà approvato i regolamenti applicativi». Cioè fra tre settimane. Francesco Bullo
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