Al pds tangente miliardaria o solo briciole? di Cesare Martinetti

Al pds tangente miliardaria o solo briciole? Al pds tangente miliardaria o solo briciole? Drammatico confronto a S. Vittore tra il migliorista e l'operaio MILANO DAL NOSTRO INVIATO Alla fine si sono ritrovati di fronte, nella saletta al primo piano di San Vittore, sopra il refettorio e sotto l'occhio di una telecamera (come prevede il nuovo codice) che ha filmato lo storico confronto tra il migliorista e l'operaio, l'accusatore e l'accusato, l'atto finale di una convivenza forzata nello stesso partito, lo scioglimento di un pezzo di pds per via giudiziaria, la fine di una politica per tangenti miliardarie. «Avete rubato per dieci anni e noi lo abbiamo scoperto solo adesso», ha gridato Cappellini a Carnevale per drammatizzare la sua difesa. E l'altro sarebbe rimasto con gli occhi bassi e quella gamba che non riusciva a tenere ferma per un tic nervoso. Sudato, imbarazzato, la voce bassa, ma fermo nell'accusare: un miliardo e 4 a Cappellini; altri 600 milioni a un altro personaggio a lui vicino e per ora segreto. Questa è una versione di parte sul clima del confronto, data ai cronisti dall'avvocato Maris, difensore di Cappellini, il segretario cittadino del pds, occhettiano. Ma è l'unica versione che c'è. Argento Pezzi, difensore, di Carnevale, non occhettiano, ha raccontato quasi niente: «E' stata una formalità», ha detto scappando via insieme a un Carnevale frettoloso e silenzioso. Cappellini resta in carcere, da venerdì notte quando i carabinieri sono andati a prelevarlo nel suo ufficio della federazione di via Volturno; Carnevale è fuori, già da lunedì, dopo meno di 48 ore di cella a Lodi, una scarcerazione quasi contrattata dopo dieci giorni di latitanza a Eurodisney e dintorni. Due destini diversi per due uomini opposti. Per misurare la differenza, bisogna andare fino a Baggio, alla fine di Milano, oltre la sagoma surreale dello stadio di San Siro, e guardare questa casetta rosa, un piano solo fuori terra, un piccolo giardino con le rose, la palla dei ragazzi, le persiane chiuse, acquistata con la liquidazione del padre, ristrutturata in proprio, la domenica. E poi tornare in centro a due passi dal Duomo in corso Italia, di fronte alla casa in cui visse la famiglia di Manzoni, come ci ricorda in cortile la lapide che rammenta il transito per Milano di Pedro II imperatore del Brasile e ammiratore del grande scrittore, palazzo molto signorile, portiera ultra discreta. A Baggio ci vive Roberto Cap pellini, dov'è nato 43 anni fa,i\ con la moglie Paola, due figli di 14 e 4 anni, modello di vita operaio, una storia pei secondo l'album, delle famiglie comuniste di sempre. In corso Italia ci abita Luigi Carnevale, 49 anni, di Abbiategrasso, moglie (figlia di un alto dirigente Alitalia), tre figli, una laurea in filosofia, tessera comunista dal '69, cinque anni di Consiglio comunale (dal '70 al '75) e poi una poltrona dietro l'altra nel ricco sottogoverno ambrosiano e insieme l'attività privata, amministratore unico dell'Infrapiano srl, finanza e immobili. Buoni affari, persino un ufficio (e una casa) a New York. Gian Franco Biadigo, 50 anni, se lo ricorda ancora, il giovane Cappellini, a 15 anni, quando arrivò alla «Diproaus» (direzione produzione ausiliario) nello stabilimento Alfa Romeo di Milano, addetto alla «stozzatrice». Veniva dalla scuola aziendale, era «spigliato, intelligente, curioso. Non sapeva niente di politica e aveva la mania di fare piccole inchieste tra gli operai su cosa guardavano alla televisione. Girava col suo foglio e chie¬ deva: l'hai visto il Celentano ieri sera? Poi veniva da me e mi dava le statistiche». La prima tessera sindacale è stata della Cisl; poi Biadigo, delegato Cgil, se l'è preso da parte e gli ha spiegato cos'era il sindacato. «A quel punto prese la mia tessera dicendomi: tu almeno mi hai detto cos'è la Cgil, l'altro mi ha solo graffiato i soldi». Cappellini, intanto, studiava da perito, alla sera, al «Conti». E dopo il diploma ha provato anche l'Università, sempre di sera, Economia e Commercio alla Cattolica. Solo qualche esame. Dopo il '70, Roberto Cappellini era già un politico a tempo pieno: segretario della Fgci di Milano quando il segretario nazionale era D'Alema. Nell'80 comincia la sua corsa dentro l'itinerario che l'avrebbe portato nell'88 alla segreteria cittadina, l'anno della svolta, con la caduta dei miglioristi di Corbani e Borghini, il successo degli occhettiani di Barbara Pollastrini e, appunto, Roberto Cappellini. Era la fine del migliorismo radicale, la vittoria della linea di opposizione alla giunta di pentapartito e Cappellini era lì, in prima fila. «Compagni - ha detto all'attivo della se¬ zione Mantovani, otto giorni fa, ùltima sua comparsa pubblica siamo sinceri, nel '90 non dovevamo entrare nella giunta Pillitteri...». Sullo scandalo, un solo passaggio: «Se qualcuno del pds ha preso qualcosa certo non l'ha fatto per conto del partito». E intanto Carnevale collezionava poltrone: Istituti clinici di perfezionamento, Ortomercato, Sogemi (la società di gestione dei mercati all'ingrosso), Metropolitana dove resta dieci anni. Per 5 vicepresidente di Antonio Natali, tutore politico di Craxi, il primo a finire nello scandalo, nell'87. Quando il pei è all'opposizione. Carnevale è solo consigliere; nel '90 quando si rifa la giunta rossa, Carnevale torna presidente. Ieri pomeriggio a San Vittore Cappellini aveva jeans e una Lacoste; Carnevale giacca e cravatta. Tra loro un miliardo e 4 cento milioni. Ma l'ex operaio Cappellini dice di aver incassato solo 150 milioni dallo gnomo rosso Carnevale. Pensava fossero un regalo, invece erano una tangente. Cesare Martinetti mmmm Roberto Cappellini (qui a fianco) è stato messo . a confronto per alcune ore con Luigi Carnevale (a sinistra) che ha già ottenuto gli arresti domiciliari

Luoghi citati: Abbiategrasso, Brasile, Lodi, Milano, New York