Duellanti con spade di cartone di Franco Lucentini
Duellanti con spade di cartone FUORI dal palazzo Duellanti con spade di cartone ECIMA e undecima votazione su cui difficilmente si soffermeranno gli storici del futuro. Una gara di buchi nell'acqua, già prevista fin dal mattino. Tant'è vero che nella prima seduta alcuni elettori ricorrono al saggio suggerimento di lady Windermere: «Quando una riunione, d'azienda o di salotto, si annuncia mortalmente noiosa, si annoia di meno chi trova un qualsiasi pretesto per prendere lui la parola». Così, uno chiede con urgenza che si formino almeno le commissioni, onde il Parlamento, pur nell'attuale vuoto di potere, possa prendere alcune, non si sa quali, decisioni. Un altro legge un suo schema di proposta costituzionale. Un terzo vorrebbe discutere, qui e ora, sulla gravissima situazione jugoslava, declassando implicitamente la situazione italiana a pacifica e tranquilla. Ma a questi coraggiosi tentativi di conversazione mondana il presidente mette ben presto fine. Siamo qui per votare. Circa l'atto concreto del voto, c'è una terza variante, dopo il catafalco e i confessionali. Stavòlta carpentièri e ebanisti hanno montato due cabinette identiche a una radio 1930. Sotto l'arco di legno s'infilano gli elettori, escono scostando una tendina rossa, depongono la scheda nell'urna. Sembra ormai l'unico intrattenimento cui lo spettatore può aggrapparsi da un giorno all'altro. Il «numero» è sempre lo stesso, ma chissà cosa ci stanno preparando quegli zelanti artigiani: una cabina in forma di dinosauro copiata da Disneyland, la carcassa di una vecchia Balilla, un tunnel dell'amore preso a prestito da un Luna park. Speriamo bene. Fra i blocchi astensionistici si battono due candidati, entrambi socialisti. Ah, l'eterna disunione delle sinistre! Ma il duello è con spade di cartone, il medico ha fretta di risalire in carrozza, i «secondi» parlano del più e del meno. Non sarà sparsa una sola goccia, non diciamo di sangue, ma neppure di salsa di pomodoro. La seduta somiglia sempre più a un supplizio in un film sado-maso. Senza scudisci, catene, pugnali, aghi, si può arrivare ai vertici assoluti della tortura costringendo la vittima a leggere e rileggere all'infinito, per esempio, 1 elenco telefonico di Biella. Ma anche chi sta li ad ascoltare non è che si diverta un granché. Carlo Frutterò Franco Lucentini i
Persone citate: Carlo Frutterò
Luoghi citati: Biella
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