La Quercia è ferita, la base in rivolta

La Quercia è ferita, la base in rivolta La Quercia è ferita, la base in rivolta E accusa: vi siete venduti le mani pulite dell'ex pei MILANO. Gridano tutti dentro alla quercia ferita. Fuori soffia il ventaccio di Di Pietro, che fa volare manette e confessioni. Gianfranco Maris, l'avvocato del pds che difende Roberto Cappellini, tuona contro «il complotto» dei miglioristi inquisiti ai danni del suo assistito (e del partito). I militanti barcollano e promettono rivolta contro chi si è venduto le mani pulite dell'ex pei. Quaranta sezioni (per ora) promettono battaglia, giovedì prossimo, sotto ai neon di via Volturno. Vogliono sapere chi ha preso i soldi, quanti, come, per cosa, attraverso chi. II neosegretario Marco Fumagalli promette pulizia massima, promette di dimezzare l'apparato. Ma intanto ripete: «Calma, il partito con le tangenti non c'entra. Se è successo, si tratta di casi personali». Grida, a nome degli autoconvocati, Massimo Alìnagioni, ingegnere, uno che ha fatto le pulci a tutte le scelte urbanistiche sottoscritte dal pds ai tempi (remotissimi) di Pillitteri sindaco: «Il partito per anni si è piegato alla logica della spartizione. Ha avallato le nomine di gente con Mario Chiesa, Luigi Carnevale, Matteo Carriera. Il vecchio gruppo dirigente ne porta la responsabilità politica». Grida, a nome della ex area Indipendenti, Franco Bassanini, deputato e consigliere comunale a Milano: «Chiedo, perché solo 10 e pochi altri abbiamo denunciato, in questi anni, i cento indizi del malcostume che ci stava divorando da dentro? Ho scritto decine di lettere a Occhetto, ma quando ho puntato i piedi contro 11 progetto Fiera Portello, Massi¬ mo D'Alema ha telefonato per chiedere cautela, collaborazione, silenzio. In questi anni sono andate avanti, qui a Milano, le spartizioni degli Enti, le nomine politiche alle municipalizzate e le varianti di piano regolatore. Ora sono arrivati i magistrati». Non grida, ma raggela, il de profundis recitato da Toni Muzi Falconi, una delle teste d'uovo della (ex) sinistra sommersa. Tanto per cominciare, dice così: «Sinistra ha un suono sinistro. E' parola che non nomino più». Perfetto, e poi? «Vuole la verità? Eccola: da almeno tre anni il pds a Milano è in balia di se stesso. Nessun dirigente, nessuna idea. Dalla Bolognina a oggi, la più importante federazione italiana ha navigato a vista, adesso affonda. La costituente, ricorda? quel processo di rinnovamento che si è cantato in tanti bla bla, è fallito». Continua la sua requisitoria Muzi Falconi: «Adesso resta poco da fare: Fumagalli dice che il partito non c'entra con le tangeri. Visti gli sviluppi giudiziari è una dichiarazione patetica. E Achille Occhetto, che sta provando a scaricare le responsabilità sui miglioristi, è becero come quasi sempre. Le cose cambieranno, ma solo grazie alla società civile, ai prossimi referendum, alla magistratura». Fine sentenza: «Dentro al pds, nessuno è innocente». Eppure i militanti non hanno nessuna voglia di rinunciare alle loro battaglie. Nonostante il primato di inquisiti (Cappellini, Ferlini, Li Calzi, Soave, Carnevale), nonostante lo choc, nonostante le polemiche furibonde. Monta la rabbia contro i miglioristi, teorici dell'alleanza con il psi, e i cartelli che si sono visti in via Volturno, recitano: «Via i socialisti dal pds». Detta Almagioni: «Si dovranno ricontrollare certe spese miliardrie delle scorse elezioni». Per esempio di chi? «Di personaggi come Gianni Cervetti e Maria Luisa Sangiorgio. Ho vissuto dentro alla federazione, conosco la penuria di soldi che ci affligge. Se qualcuno ha preso i soldi, non sono finiti al partito». E Bassanini: «Ogni elettore, ogni iscritto ha diritto di sapere. Da oggi deve iniziare l'operazione verità». In tanto affanno, risulta pacatissimo il tono di Luigi Corbani, l'ultramigliorista, il presidente della Lega delle Cooperative in Lombardia, ex vicesindaco: «Il processo ai miglioristi è una pura e semplice mascalzonata. Un esempio di malafede e malvagità politica. Un partito serio, nella situazione di oggi, dovrebbe occuparsi di proposte politiche: ripensare i modi del finanziamento, ripensare la struttura. E non inaugurare la caccia alle streghe. Il partito ha preso dei soldi, in questi anni? E' probabile, così come hanno fatto tutti gli altri. Le dice niente lo scandalo dei petroli? Per fortuna oggi il clima ideologico è cambiato e queste cose non le tollera più nessuno. Occorre trovare nuove regole, rendere trasparenti i finanziamenti e abolire quello pubblico». Promette Bassanini: «Se qualcuno ha rubato, chiederò di vendere tutto, anche la sede di via Volturno». Replica Corbani: «Ah, sarà un affarone: via Volturno è già ipotecata, dalle cantine al tetto». PinoCorrias Luigi Corbani l'ultramigliorista presidente della Lega delle Cooperative in Lombardia ed ex vicesindaco

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