«La ribollita non piace più»

«La ribollita non piace più» «La ribollita non piace più» Duri giudizi della stampa estera sulle risse e i giochi al massacro ROMA. Giudizi severi dei giornali esteri sulle vicende per l'elezione del presidente della Repubblica. Sul banco degli accusati soprattutto i partiti della ex maggioranza. «In Toscana si fa la ribollita, un ottimo piatto, ma in Parlamento non piace più» afferma il presidente della Stampa Estera a Roma, Erik Kusck, corrispondente della radio tedesca. «Forlani è persona onesta, ma la sua candidatura non era quella adatta per rispondere alle richieste di cambiamento uscite dalle elezioni politiche». In Germania sono stupiti anche dal metodo per nominare la più alta carica dello Stato: «Da noi sono sufficienti 2 o 3 votazioni». Udo Gumpel, di Berliner Zeitung e Stuttgarted Nadivicketen : «Abbiamo provato un senso di vergogna per i politici italiani vedendo le risse in Parlamento e il broglio delle schede». E ancora: «I partiti della disciolta maggioranza sono degli zombi». «C'è una domanda di cambiamento, ma ancora non si delinea una formula capace di interpretarla» afferma Alessandro Politi di Defence News. «Stiamo assistendo ad un pericoloso gioco al massacro. Il problema italiano però è che i partiti non hanno capito che non saranno più soli a decidere per l'azienda Italia perché ormai il Paese fa parte di un consorzio». Meno accusatorio il tono di Costantino Papaioannu, corrispondente per radio-tv Sky di Atene, per il quale la bocciatura di Forlani «farà sentire i suoi effetti per la formazione del nuovo governo». Tutto sommato la grande stampa estera dedica poco spazio all'argomento, ad eccezione dell'inglese Financial Times. «La de ha preso un duro colpo» scrive il quotidiano a proposito della rinuncia di Forlani. «La ritirata del segretario della de complica l'elezione del nono Presidente della Repubblica». Il quotidiano scrive che Forlani è stato scelto «come peso massimo per ricompattare un partito demoralizzato e diviso». «La bocciatura di Forlani - continua il Financial Times - significa l'impossibilità per questo Parlamento di nominare un nuovo Presidente soltanto con l'intesa tra i partiti della maggioranza di governo. Le istanze di cambiamenI to emerse dal voto del 5 aprile ora dominano l'elezione del Presidente. Inoltre la ritirata di Forlani potrebbe segnare l'inizio di un profondo cambiamento nella de, portando all'uscita di scena della vecchia guardia che ha finora guidato il partito». Il Wall Street Journal si limita a evidenziare che Forlani è stato costretto a ritirare la sua candidatura dopo che il patto fra i partiti di governo per la sua elezione «è saltato per lotte intestine». Identico trattamento su Herald Tribune, che relega le elezioni del Presidente nello spazio «Brevi dal mondo». Stessa rubrica anche sul francese Le Figaro che scrive: «L'Italia ancora senza Presidente della Repubblica dopo la settima votazione». «Le Monde» invece ignora totalmente la vicenda, a differenza del referendum svizzero o dell'attualità dell'Azerbaijan, mentre dedica al film italiano «Il ladro di bambini» la pagina riservata al Festival di Cannes. [Asca]

Persone citate: Alessandro Politi, Erik Kusck, Forlani, Gumpel

Luoghi citati: Atene, Cannes, Germania, Italia, Roma, Toscana