Frequenze di luce, e un neon trafigge il quadro

Frequenze di luce, e un neon trafigge il quadro Artisti italiani a Parigi: da Merz a Pistoletto la sperimentazione delle tecnologie più sofisticate Frequenze di luce, e un neon trafigge il quadro Così diventa cultura un mezzo della nostra vita quotidiana F PARIGI REQUENCES lumineuses» è il titolo di una mostra sulla luce nell'arte oggi, che ha riunito al Pavillon Tusquets del Parco della Villette, nella Cité des Sciences, diciassette artisti contemporanei, dai giovani ai nomi più noti. Fausto Bertasa, Alberto Biasi, Andrea Busto, Paolo Branzini, Carlo Ciarli, Gianni Colombo, Vittorio D'Augusta, Piero Fogliati, Piero Gilardi, Adalberto Mecarelli, Mario Merz, Pino Modica, Maurizio Nannucci, Germano Olivotto, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Marco Nereo Roteili sono gli artisti. Espongono le loro opere dove le frequenze di luce variano dalla sperimentazione più spinta alla metafora più sottile. L'uso della luce come mezzo espressivo nell'opera d'arte ha lontanissime origini, dai mo¬ saici bizantini all'intensità e pienezza del colore impiegato come gradiente luminoso in pittura. Successivamente, mediante la conduzione elettrica, dal Costruttivismo e dal Bauhaus il potenziamento della fenomenicità della luce nell'opera dà origine a effetti percettivi di notevole rilevanza, messi a punto in particolare dalle correnti artistiche ottico-cinetiche degli Anni Sessanta. Gli artisti che oggi usano la luce nelle loro opere hanno a disposizione tecnologie sofisticate, che articolano per lo più secondo declinazioni linguistiche di tipo concettuale. Come la mostra parigina documenta, queste ricerche superano il pragmatismo radicale delle correnti ottico-cinetiche, che ponevano l'accento sui fenomeni tecnoscientifici, e tendono - come sottolinea Marisa Vescovo nel catalogo edito da Lindau - a una complemen- tarietà tra sapere scientifico, tensione metafisica, analisi empirica, materiali primari e ricerca di assoluto, in una sensibilità allargata e visionaria. Dalle opere esposte scaturiscono situazioni nuove e sorprendenti di energia, che hanno come protagonisti il vedere e la luce, due mezzi sovrani e incontrastati della nostra dimensione quotidiana nell'habitat industriale metropolitano. Tra gli artisti più interessanti, Vettor Pisani opera sulla simbologia alchemica della luce, recuperandone forme e significati e costruendo assemblaggi dove fasci luminosi in¬ crociati con oggetti evocano la cultura rosacrociana. Piero Gilardi associa una luce pulsante computerizzata alla sua «natura artificiale» in movimento, coinvolgendo lo spettatore nel giardino simulato di un mitico Eden. Nell'opera di Piero Fogliati percepiamo l'immaterialità magica e visionaria della luce, mediante fruizione di immagini virtuali luminose ottenute con poetiche rielaborazioni di mezzi tecnici. Mario Merz usa tubi al neon che trafiggono i suoi dipinti, per esaltare, come «due tempi che si incrociano», il forte flusso di energia che scaturisce dalle immagini veloci della sua pittura. Gianni Colombo ha creato un ambiente dove lo spazio curvo è disegnato da lamine di luce, che con il loro scorrimento determinano effetti percettivi e psicologici stramanti. Nelle sue installazioni al neon colorato, Maurizio Nannucci riprende la tematica urbana delle insegne luminose rovesciandone ì significati, mentre tra gli artisti più giovani il francese Adalberto Mecarelli agisce sull'ambiguità di forme geometriche pure, disegnate sulle pareti, fortemente illuminate a contrasto di luce e ombra, e quindi di pieno e di vuoto. Mirella Bandini Nelle opere sperimentazione, ricerca storica e scienza Michelangelo Pistoletto. A destra: il «Fantasma pulsante» di Fogliati Mario Merz. Utilizza tubi al neon illuminati per esaltare l'energia della sua pittura

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