Gardini tratta, Ciampi striglia, gli stranieri se ne vanno di Valeria Sacchi

Gardini tratta, Ciampi striglia, gli stranieri se ne vanno Gardini tratta, Ciampi striglia, gli stranieri se ne vanno Raul Gardini e Giulio Malga- ra si alleano e trattano con la statunitense Crippa &• Berger alcuni settori della Quaker Oaks Italia, se non addirittura l'intera società. Nella quale ci sono: Levissima, leader italiano delle minerali, i caffè Hag e Faemino, gli oli Topazio e Cuore, la bibita Gatorade. Esattamente un anno fa Gigi, Pia e Paolo Lazzaroni esercitavano il diritto d'opzione sull'azienda di biscotti di famiglia, riacquistandola dall'americana Campbell e cedendo poi la maggioranza ai Citterio. Due casi diversi, con un punto in comune: l'uscita da attività italiane di multinazionali americane e il ritorno di capitali italiani. E subito viene fatto di pensare alla fine degli AnGardini tratta ni Settanta, con la Quaker quando gran- Malgara pensa al caffè Hag di gruppi Usa lasciarono l'Italia. Caso famoso, quello di Pietro Balilla che nel 1979 si ricomperò la fabbrica di pasta che aveva ceduto nove anni prima alla Grace. E' presto per dire se questi segnali rappresentano una nuova tendenza, o sono fatti isolati. Allora, a far fuggire gli stranieri furono il terrorismo e i sindacati. Oggi potrebbe essere il debito pubblico, con tutte le conseguenze di «inaffidabilità Paese». Se gli americani fanno le valigie, non c'è da meravigliarsi. Le ultime cifre del debito pubblico lo danno a oltre un milione e mezzo di miliardi di lire. Il rettore della Bocconi, Mario Monti, parla di «intossicazione da Bot», una droga che crea as¬ suefazioni pericolose, come il tabacco e l'eroina. Con la differenza che il pericolo è per il fabbricante, non per il cliente, che anzi ne trae personale vantaggio. Intanto il governatore Carlo Azeglio Ciampi striglia le banche per i troppi crediti concessi alle aziende e, soprattutto, per l'indebitamento in valuta. I banchieri sornioni osservano: «Raccolta e impieghi in valuta sono concorrenti dei titoli di Stato». Povero Governatore! Martedì dovrà affrontare il processo all'Italia in sede Cee sulla convergenza. A mani nude, e con il solo ausilio di un paggio defenestrato: il ministro del Tesoro uscente, Guido Carli. Povero Governatore e povera Italia! Non c'è gior- Badila no senza cat- fa proseliti tive notizie. Monti, «i Bot Perfino nelle intossicano» poste siamo agli ultimi gradini. Un libro bianco della Comunità Europea, commentato da Filippo Maria Pandolfi, afferma che il costo delle nostre lettere è il più caro tra i Paesi europei (fatta eccezione per l'Irlanda che ci batte per qualche lira) e la distribuzione tra le più lente. Da noi, una lettera su cinque non arriva neppure in cinque giorni, e dopo ventiquattro ore l'83 per cento delle lettere è ancora fermo negli uffici. Mentre in Germania, dopo ventiquattro ore, il novanta per cento è già in viaggio. L'Abi è sempre senza direttore generale. Il presidente Tancredi Bianchi ha presentato all'ultima riunione dell'associazione una lista di una trentina di nomi, nella quale aveva raccolto tutte le proposte arrivate sul suo tavolo. I banchieri non l'hanno neppure presa in considerazione ed hanno pregato i tre vicepresidenti di portare, per l'incontro del 29 maggio, «una rosa ristrettissima». Giovanni Bazoli, Roberto Mazzotta e Piero Bongianino hanno poco più di una settimana per lavorare. Finora, infatti, sono stati troppo occupati con problemi loro. Bazoli a capire se le Popolari venete restano o lasciano l'Ambrosiano, Mazzotta a non perdere di vista il matrimonio Imi-Cariplo, Bongianino a difendere dagli attacchi la sua Novara. Nella lista dei coinvolti per l'affare Tangentopoli è entrato (con l'accusa d1' concussione) Severino Citaristi, cassiere della de, Fandolfi senatore elet- il caro-lettera to lo scorso aprile nel collegio di elusone, elusone, guarda caso, è collegio supersicuro, il primo dei collegi di ferro dello scudo crociato in Lombardia. E per anni era stato regno di Enzo Berlanda, attuale presidente della Consob, che l'aveva di fatto creato. Chi, a fine gennaio, convinse il riluttante Berlanda a lasciare Palazzo Madama (dove stava benissimo) per prendere il posto di Bruno Pazzi? Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti. E ora si capisce il perché. Nel timore che Bergamo tradisse (Citaristi precedentemente era stato eletto a Bergamo), Andreotti non ha voluto rischiare. La cassa è sacra. Incoraggiato dai giudici milanesi, il Bossi di Lugano, Giuliano Bignasca, ha tirato fuori i costi della ferrovia delle Centovalli, chiamando in causa la Torno A.G. Lugano e il suo presidente Claudio Generali, che è anche presidente della Banca del Gottardo. Torno e Generali smentiscono recisamente. Generali, comunque, si è dimesso. Saranno contente le femministe. L'Ip - Italia Petroli - per la campagna pubblicitaria 1993 rinuncia alle gambe di Alba Parietti e ai seni di Francesca Dellera. Dovrebbe, tuttavia, impensierirle una dichiarazione del presidente, Guido Albertelli, che ha così commentato la scelta: «Il momento generale è di preoccupazione, la situazione economica non è ottimale. Il nuovo testimone sarà un uomo, che è più credibile». Valeria Sacchi Bazoli teme le Popolari Gardini tratta con la Quaker Malgara pensa al caffè Hag Badila fa proseliti Monti, «i Bot intossicano» Fandolfi il caro-lettera Il Governatore all'esame Cee Tancredi lista snobbata Bazoli teme le Popolari