Rambaudi

Rambaudi Rambaudi «Chi pensa più all'economia?» TORINO. Il «leghismo» e il suo contrario: per una Lega Nord che sventola il vessillo dell'autonomia delle regioni settentrionali, spunta di tanto in tanto qualche burocrate di Stato ad accusare di «cattiva coscienza» i cittadini, gli imprenditori, i contribuenti del Nord. L'altro giorno è stata la volta di Giorgio Benvenuto, che ha sottolineato come siano proprio le regioni della Padania a godere dei maggiori quantitativi di agevolazioni fiscali. E la «provocazione», ammesso che tale fosse, non ha mancato di trovare repliche. «Notizie come questa rischiano di essere soltanto un pericoloso esercizio di divisione del Paese, un fatto inaccettabile», afferma Bruno Rambaudi, presidente dell'Unione industriale di Torino. Perché tanto fastidio? Perché di fronte a questi proclami la gente si convince che il Nord ricco è premiato mentre il Sud povero è penalizzato. In realtà quelle cifre dicono un'altra cosa. Che la ripartizione delle agevolazioni tra Nord, Centro e Sud rispecchia il contributo delle tré aree alla formazione del reddito del Paese. E poi i criteri adottati nella determinazione delle agevolazioni fiscali, soprattutto quelle riferite al settore industriale, ne gonfiano enormemente il volume. Tutto sbagliato, dunque? Il punto fondamentale è che nel nostro Paese esiste e sta diventando sempre più urgente ima vera questione industriale, che è essenziale per una nazione che, come la nostra, fonda sull'industria il futuro ed il benessere di milioni di famiglie. In- tanto si moltiplicano i segni di cedimento strutturale del nostro sistema. La situazione non si spiega solo con la cattiva congiuntura internazionale: altre industrie mazioYiali sono cresciute mentre la nostra calava. ' Da che dipende? Siamo stati almeno sei mesi in campagna elettorale e da un mese attendiamo il segnale di un inizio di ricomposizione delle forze che sono uscite dalle elezioni. I problemi dell'economia e dell'industria, invece, continuano a non meritare alcuna attenzione. Quali sono i rischi? L'assenza di un programma di politica industriale produce risultati gravi e non correggibili dentro i confini della smgola impresa. La nostra è una caduta di competitività da costi: il costo del lavoro, del capitale e dell'energia dipende in larghissima misura dalle scelte dei governi, E non le pare che ci siano speranze di ravvedimento? Sta prendendo corpo, in Italia, il convincimento che siano prioritarie le riforme istituzionali, a partire da quella elettorale. Ma io troverei rovinosa, sul piano economico, l'ipotesi che per mesi si discuta di modelli istituzionali e si rinviino invece decisioni prioritarie per far decollare l'economia e il Paese. [s. lue] Bruno Rambaudi dell'Unione Industriale di Torino

Persone citate: Bruno Rambaudi, Giorgio Benvenuto, Rambaudi

Luoghi citati: Italia, Torino