Peperone sorpassa Bush di Paolo Passarini
Peperone sorpassa Bush Casa Bianca, il miliardario Perot al primo posto nei sondaggi Peperone sorpassa Bush Staccatissimo il democratico Clinton L'indipendente comincia a fare paura WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ross Perot è già in testa ancora prima di aver cominciato la corsa. Per la prima volta dall'inizio della campagna elettorale, il miliardario texano, che intende presentarsi come candidato indipendente ma non ha ancora ufficialmente annunciato la sua candidatura, ha battuto nei sondaggi sia George Bush sia Bill Clinton. Un sondaggio commissionato insieme dalla rivista «Time» e dalla rete televisiva «Cnn» attribuisce a Perot il 33% delle preferenze degli americani, mentre a Bush va il 28% e a Clinton il 24%. Anche se è opinione comune, suffragata da numerosi precedenti, che i candidati indipendenti, dopo una clamorosa partenza, ottengono alla fine risultati modesti, Perot comincia a fare davvero paura. A differenza di George Wallace e di John Anderson, gli ultimi due candidati indipendenti di un certo rilievo presentatisi alla ribalta negli anni passati, Perot non è un politico di carriera. E, in un momento in cui tutti i politici senza distinzione hanno un bassissimo indice di popolarità, questo può essere per lui un grosso vantaggio. Infatti, rende più credibile la sua lotta contro il «Palazzo» e, nello stesso tempo, può rendere abbastanza inoffensiva la critica più comune che gli viene rivolta dagli avversari: di non avere programmi precisi sulle cose da fare. Chi sceglie Perot non lo fa perché apprezza i suoi programmi e neppure si aspetta che ne abbia. Sceglie un uomo, un personaggio, un simbolo. E mentre, indipendentemente da lui, Bush e Clinton hanno un'immagine molto debole (il Presidente uscente continua a godere di un indice di approvazione sotto il 40% e il suo sfidante democratico non convince neppure gli elettori del suo partito), Perot è il simbolo dell'uomo che si è fatto da solo, è l'americano che ha accumulato una fortuna (si parla di migliaia di miliardi) con la propria tenacia e la propria intraprendenza. Per cui può dire: i miei programmi sono la mia vita, nel corso della quale ho dimostrato di sapere risolvere i problemi pragmaticamente. Perot è dotato di una forza di volontà incredibile, gode di una devozione totale da parte della gente che lavora con lui, dalla quale pretende moltissimo, ma a cui dà moltissimo, preoccupandosi dei loro più piccoli problemi personali. Basta leggere «Sulle ali delle aquile», un romanzo-verità di Ken Follett, di cui Perot è protagonista, per capire l'uomo. E' la storia, incredibile ma vera, di come Perot organizzò, sotto il comando di un veterano del Vietnam, un'operazione militare per liberare due suoi dipendenti dalle carceri iraniane nel '78. Colonnello «Bull» Simon a parte, tutta la squadra era composta da suoi dipendenti, che accettarono di rischiare la vita dietro la semplice richiesta del «boss». Perot stesso, già multimiliardario, partecipò all'azione, recandosi in Iran. «Non posso chiedere a un mio dipendente quello che io non farei», è uno dei suoi motti. Repubblicani e democratici, per il momento, hanno deciso di sospendere gli attacchi che avevano cominciato a portare a Perot, perché si sono resi conto che erano controproducenti: «Ogni volta che mi attaccano ha detto Perot nei giorni scorsi aumentano le telefonate.di persone che si offrono come volontari per la mia campagna». A questo punto il problema di Perot è solo uno: se l'elettorato americano, alla fine, se la sentirà di rischiare, se accetterà di affidare il proprio destino a un «populista plutocratico» e ultradecisionista, capace dei colpi di testa più imprevedibili. Ma ormai è chiaro che Perot sarà un personaggio-chiave delle prossime presidenziali. Se non vincesse, potrebbe comunque determinare il vincitore. Paolo Passarini Ross Perot con una sostenitrice di colore Il miliardario texano continua a dare la scalata ai sondaggi anche se ufficialmente non ha ancora annunciato la candidatura alla Casa Bianca [FOTO API
Luoghi citati: Iran, Vietnam, Washington
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Tempestosa giornata alla Camera
- Il deputato socialista Matteotti rapito da Roma in automobile
- Morire a Canelli a 25 anni
- Nascita di Marconi
- A colloquio con Paolo VI sulla pace i giovani, lo spazio, i problemi del mondo
- La Spotornese «costruisce» i campioni
- Nuove norme per la scuola Colore tv, prezzi, 95 progetti
- L'arditismo nei comandanti
- Bergamo: guerriglia tra "tifosi,, durante la partita con il Torino
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- un po'di fantascienza
- Tre domande a Capanna
- Nascita di Marconi
- Ticino, la minaccia è svizzera
- Internet, istruzioni per l'uso
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- Non si mangia il gelato in boutique
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy