«Caro video, raccontami una fiaba» di Gigi Padovani

«Caro video, raccontami una fiaba» Indagine tra allievi di scuola elementare: tutti hanno computer, giochi elettronici, due o tre televisori «Caro video, raccontami una fiaba» // bambino insegna alla mamma come registrare Tirano ancora due calci alla palla e vanno in bici. Ma quasi la metà di loro non ha mai giocato ai quattro cantoni. Quanto al vecchio gioco del fazzoletto e al girotondo, un bambino su cinque ammette di non averli mai provati. Ricco invece l'armamentario tecnologico: computer (lo possiede il 53 %), videoregistratore (sette su dieci), videogiochi di ogni tipo (quasi tutti). Sono i dati di un'indagine sul tempo libero degli allievi di una scuola elementare torinese, presentati dal Cgd (Coordinamento genitori democratici). La sorpresa non è tanto nelle cifre, ma nella scuola usata come campione: si tratta infatti dalla elementare «Anna Frank». Due plessi scolastici in Barriera Milano, l'uno in via Vallami e l'altro in via Cavagnolo: intorno i grandi casermoni di corso Vercelli e corso Giulio Cesare, l'imbocco dell'autostrada TorinoMilano, boite e capannoni. Ep¬ pure il bambino tecnologico abita anche qui. Anzi, forse è più di casa che nei quartieri «bene». Lo spiega il maestro Roberto Ferraris, «operatore tecnologico» distaccato a occuparsi di video e computer (uno dei quattro insegnanti statali con questa qualifica in provincia di Torino), autore della ricerca: «Il 52 per cento dei papà di questo circolo didattico • dice - fa l'operaio, e più di metà delle mamme è casalinga. Eppure proprio in queste famiglie la presenza di macchine elettroniche è altissima, perché è un tipo di consumi che ispira benessere. Molti comprano il videoregistratore senza neppure sapere come si usa, poi i figli insegnano loro a manovrarlo». La conferma viene dai bambini: se si domanda loro come vogliono sentirsi raccontare una «bella storia», mettono al primo posto il televisore (le videocassette hanno sostituto il nonno delle fiabe), seguito dai fumetti e dal libro. In coda i genitori. Grande l'interesse anche per i videogiochi: uno su tre li adopera tutti i giorni, in casa. Fin qui i dati dell'indagine. Come per tutte le inchieste sociologiche (circa 280 famiglie intervistate), c'è il rischio di generalizzazioni. Siamo andati a trovare questi ragazzini iper-tecnologici, nella classe V A della «Anna Frank» di via Vallami, guidati dal maestro Angelo Fetrosino: un insegnante un po' speciale, autore di tanti libri per ragazzi. Il nostro sondaggio sul campo è una conferma. Su 18 allievi della quinta, 16 hanno il computer o un videogioco a consolle in casa. Quasi tutti usano le videocassette e hanno più di un televisore. Racconta Sergio, il più vispo : «Io re-" gistro Beautiful a mia mamma, perché lei non sa usarlo». Commodore e Atari sono di casa. Brian, gran ciuffo e lentiggini: «Ne ho due, uno per me e uno per la mia sorellina di 8 anni». Fabio ha incominciato tutto da solo a 7 anni, mentre Jimena divide la sua tastiera con il fratello più grande. Marco, ricciuto, tira fuori dalla tasca una delle micro-cassette del suo «Game boy» e aggiunge: «Le porto a scuola, così ce le scambiamo». Per qualcuno il primo computer è già «vecchio»: Pergiorgio se n'è fatto regalare uno nuovo a Natale. «Non ci sono differenze tra maschi e femmine», precisa Loredana, nastrino rosa nei capelli. Schiavi del video già a dieci anni, allora? In realtà non c'è da preoccuparsi troppo: i bambini sembrano più giudiziosi degli adulti. Usano le loro macchine «solo dopo aver studiato», «al sabato e alla domenica», «quando non sono ai giardini a giocare». E in classe, alla pareti, ci sono tanti libri: segno che (magari grazie al maestro-scrittore) amano ancora leggere. Gigi Padovani I maestro Angelo Petrosino con I ragazzi tecnologici della «Anna Frank» «Caro video, raccontami una fiaba» Indagine tra allievi di scuola elementare: tutti hanno computer, giochi elettronici, due o tre televisori «Caro video, raccontami una fiaba» // bambino insegna alla mamma come registrare Tirano ancora due calci alla palla e vanno in bici. Ma quasi la metà di loro non ha mai giocato ai quattro cantoni. Quanto al vecchio gioco del fazzoletto e al girotondo, un bambino su cinque ammette di non averli mai provati. Ricco invece l'armamentario tecnologico: computer (lo possiede il 53 %), videoregistratore (sette su dieci), videogiochi di ogni tipo (quasi tutti). Sono i dati di un'indagine sul tempo libero degli allievi di una scuola elementare torinese, presentati dal Cgd (Coordinamento genitori democratici). La sorpresa non è tanto nelle cifre, ma nella scuola usata come campione: si tratta infatti dalla elementare «Anna Frank». Due plessi scolastici in Barriera Milano, l'uno in via Vallami e l'altro in via Cavagnolo: intorno i grandi casermoni di corso Vercelli e corso Giulio Cesare, l'imbocco dell'autostrada TorinoMilano, boite e capannoni. Ep¬ pure il bambino tecnologico abita anche qui. Anzi, forse è più di casa che nei quartieri «bene». Lo spiega il maestro Roberto Ferraris, «operatore tecnologico» distaccato a occuparsi di video e computer (uno dei quattro insegnanti statali con questa qualifica in provincia di Torino), autore della ricerca: «Il 52 per cento dei papà di questo circolo didattico • dice - fa l'operaio, e più di metà delle mamme è casalinga. Eppure proprio in queste famiglie la presenza di macchine elettroniche è altissima, perché è un tipo di consumi che ispira benessere. Molti comprano il videoregistratore senza neppure sapere come si usa, poi i figli insegnano loro a manovrarlo». La conferma viene dai bambini: se si domanda loro come vogliono sentirsi raccontare una «bella storia», mettono al primo posto il televisore (le videocassette hanno sostituto il nonno delle fiabe), seguito dai fumetti e dal libro. In coda i genitori. Grande l'interesse anche per i videogiochi: uno su tre li adopera tutti i giorni, in casa. Fin qui i dati dell'indagine. Come per tutte le inchieste sociologiche (circa 280 famiglie intervistate), c'è il rischio di generalizzazioni. Siamo andati a trovare questi ragazzini iper-tecnologici, nella classe V A della «Anna Frank» di via Vallami, guidati dal maestro Angelo Fetrosino: un insegnante un po' speciale, autore di tanti libri per ragazzi. Il nostro sondaggio sul campo è una conferma. Su 18 allievi della quinta, 16 hanno il computer o un videogioco a consolle in casa. Quasi tutti usano le videocassette e hanno più di un televisore. Racconta Sergio, il più vispo : «Io re-" gistro Beautiful a mia mamma, perché lei non sa usarlo». Commodore e Atari sono di casa. Brian, gran ciuffo e lentiggini: «Ne ho due, uno per me e uno per la mia sorellina di 8 anni». Fabio ha incominciato tutto da solo a 7 anni, mentre Jimena divide la sua tastiera con il fratello più grande. Marco, ricciuto, tira fuori dalla tasca una delle micro-cassette del suo «Game boy» e aggiunge: «Le porto a scuola, così ce le scambiamo». Per qualcuno il primo computer è già «vecchio»: Pergiorgio se n'è fatto regalare uno nuovo a Natale. «Non ci sono differenze tra maschi e femmine», precisa Loredana, nastrino rosa nei capelli. Schiavi del video già a dieci anni, allora? In realtà non c'è da preoccuparsi troppo: i bambini sembrano più giudiziosi degli adulti. Usano le loro macchine «solo dopo aver studiato», «al sabato e alla domenica», «quando non sono ai giardini a giocare». E in classe, alla pareti, ci sono tanti libri: segno che (magari grazie al maestro-scrittore) amano ancora leggere. Gigi Padovani I maestro Angelo Petrosino con I ragazzi tecnologici della «Anna Frank»

Persone citate: Angelo Fetrosino, Angelo Petrosino, Anna Frank, Roberto Ferraris

Luoghi citati: Milano, Tirano, Torino