Milano a lezione dagli alpini

Milano a lezione dagli alpini In 300 mila hanno invaso i parchi, molto folclore e tre giorni di allegria Milano a lezione dagli alpini // card. Martini: siete un esempio per la città MILANO DAL NOSTRO INVIATO Un colorito, rumoroso, allegro esercito ha stretto d'assedio Castello Sforzesco, ha rizzato le tende tutt'intorno alle mura, fin nel fossato, ha acceso fuochi di bivacco, letti di brace su cui cuociono succulenti spiedini, imbandito tavolate dove campeggiano damigiane, bottiglioni, caraffe di vino: bianco frizzante dell'Alto Adige, rosso corposo delle colline astigiane. Gli alpini hanno invaso Milano, si sono insediati in parco Sempione, nei pressi di San Siro, ovunque hanno trovato qualche zolla erbosa e degli alberi ombrosi. Sono arrivati in trecentomila, accompagnati da mogli, figli, fidanzate, parenti e amici, altre duecentomila persone, probabilmente sono di più ma nessuno è in grado di contarle. Si divertono un mondo: in Parco Sempione hanno allestito una città, fatta di tende, caravan, roulottes, divisa per quartieri, ognuno corrisponde ad un paese, un'Associazione: Sacile, Marchirolo, Rovigo, Cuneo, Dogliani, Reggio Emilia, Bergamo, Alba. Tutto ordinato, pulito, ogni gruppo ha delimitato il proprio settore con i nastri bianchi e rossi che si usano per segnalare i cantieri, le auto, i camion, i torpedoni ben allineati, le tende "in fila, i gabinetti mobili sistemati a gruppi ai lati delle stradine del parco, i contenitori dei rifiuti ad ogni passo. Le prime avanguardie sono arrivate in città fin da giovedì, ma il grosso è calato in città nella notte tra venerdì e sabato e hanno occupato ogni angolo di prato: ieri nel Parco Sempione si intrecciavano cori e grida in mille dialetti, si brindava a questo e a quello, mentre i milanesi passeggiavano divertiti e curiosi fra le tende e ad ogni passo era un invito à bere un bicchiere, a mangiare un panino, a fare quattro chiacchiere, a fermarsi a parlare. Gli abitanti del quartiere Sempione, che nei giorni scorsi avevano espresso dubbi e preoccupazioni di fronte a que- sta invasione, timorosi dei danni che avrebbe potuto subire il parco del Castello, adesso hanno familiarizzato con le Penne Nere, i bambini si rincorrono fra tavoli e botticelle, damigiane e tende. Ieri pomeriggio gli alpini, a migliaia, hanno assistito alla Messa celebrata in Duomo dal cardinale Martini. Nell'omelia il cardinal Martini ha ricordato don Gnocchi, cappellano alpino e storica figura del volontariato. E in Duomo è scoppiato un fra¬ goroso applauso. «La solidarietà e il messaggio di pace - ha detto Martini - non può che essere uno stimolo per questa città, per una sua maggiore onestà civile e politica, a tutti i livelli». Sotto l'androne del Castello un gruppetto di alpini con i pantaloni di fustagno, le camicie a quadri rossi e blu, molte barbe fluenti, i cappelli sulle ventitré sormontati dalle lunghe penne, improvvisano un coro accompagnati da una fisarmonica fra il meravigliato stupore di una comitiva di turisti giapponesi che non si stancano di fotografare questi omoni che sembrano appena discesi dai monti. Gli extracomunitari che sono soliti piazzare i loro banchetti nel parco sono stati coinvolti nella festa: Mamadù, orginario di Thiès, in Senegal, si fa fotografare col cappello d'alpino di Giuseppe di Gallo d'Alba, trent'anni, caporale della «Taurinense». Agli extracomunitari sono state of- ferte cene, mentre sono state organizzate ronde per allontanare gli spacciatori che frequentano le varie zone della città. Sotto un paio di piante secolari gli alpini di Marchirolo, in provincia di Lecco, hanno sistemato il loro camion: sul pianale, sotto il tendone, hanno piazzato una decina di letti a castello, sotto una tenda hanno montato un fornello alimentato da una bombola di gas, sul prato sono ben accatastati i pezzi di legno per alimentare il «barbecue» su cui rosolano delle profumatissime braciole, insaporite con aglio, rosmarino, pepe. Accanto c'è un gruppo di alpini di Rovigo: enormi panini con «soppressata», bicchieroni di chardonnay, formaggi di capra. Cibi e vini per palati forti, come si addice alla gente di montagna. Gli alpini si sono impadroniti di Milano, passeggiano in Galleria, stazionano in piazza Duomo, curiosano nelle eleganti vetrine di via Montenapoleone, corso Vittorio, San Babila. I loro cappelli di panno con ciondoli e penna, i pantaloloni di fustagno, gli scarponi, fanno uno strano contrasto con gli abiti eleganti delle signore in giro per lo «shopping», le minigonne, i tacchi a spillo ma per una misteriosa ragione nessuno sembra notarlo, stanno bene insieme, profumo di Chanel e forte odore di vinaccia, pettinature raffinate e barbe incolte, in una fusione di simpatia, di allegria, di voglia di vivere. A fare gli onori di casa sono i circa tremila alpini di Milano e provincia, tutti mobilitati ai «posti tappa» in Centrale e ai caselli delle autostrade. Oggi il gran finale, con la sfilata per le vie del centro poi la sera, prima di andar via, gli alpini prenderanno sacchi e ramazza e faranno pulizia nel parco: del passaggio non resteranno tracce. Francesco Fomari Organizzate ronde per allontanare gli spacciatori Cene e solidarietà con gruppi di extracomunitari Vino, canzoni e feste per gli alpini che hanno invaso Milano. Nella foto piccola la sfilata davanti al Duomo Milano a lezione dagli alpini In 300 mila hanno invaso i parchi, molto folclore e tre giorni di allegria Milano a lezione dagli alpini // card. Martini: siete un esempio per la città MILANO DAL NOSTRO INVIATO Un colorito, rumoroso, allegro esercito ha stretto d'assedio Castello Sforzesco, ha rizzato le tende tutt'intorno alle mura, fin nel fossato, ha acceso fuochi di bivacco, letti di brace su cui cuociono succulenti spiedini, imbandito tavolate dove campeggiano damigiane, bottiglioni, caraffe di vino: bianco frizzante dell'Alto Adige, rosso corposo delle colline astigiane. Gli alpini hanno invaso Milano, si sono insediati in parco Sempione, nei pressi di San Siro, ovunque hanno trovato qualche zolla erbosa e degli alberi ombrosi. Sono arrivati in trecentomila, accompagnati da mogli, figli, fidanzate, parenti e amici, altre duecentomila persone, probabilmente sono di più ma nessuno è in grado di contarle. Si divertono un mondo: in Parco Sempione hanno allestito una città, fatta di tende, caravan, roulottes, divisa per quartieri, ognuno corrisponde ad un paese, un'Associazione: Sacile, Marchirolo, Rovigo, Cuneo, Dogliani, Reggio Emilia, Bergamo, Alba. Tutto ordinato, pulito, ogni gruppo ha delimitato il proprio settore con i nastri bianchi e rossi che si usano per segnalare i cantieri, le auto, i camion, i torpedoni ben allineati, le tende "in fila, i gabinetti mobili sistemati a gruppi ai lati delle stradine del parco, i contenitori dei rifiuti ad ogni passo. Le prime avanguardie sono arrivate in città fin da giovedì, ma il grosso è calato in città nella notte tra venerdì e sabato e hanno occupato ogni angolo di prato: ieri nel Parco Sempione si intrecciavano cori e grida in mille dialetti, si brindava a questo e a quello, mentre i milanesi passeggiavano divertiti e curiosi fra le tende e ad ogni passo era un invito à bere un bicchiere, a mangiare un panino, a fare quattro chiacchiere, a fermarsi a parlare. Gli abitanti del quartiere Sempione, che nei giorni scorsi avevano espresso dubbi e preoccupazioni di fronte a que- sta invasione, timorosi dei danni che avrebbe potuto subire il parco del Castello, adesso hanno familiarizzato con le Penne Nere, i bambini si rincorrono fra tavoli e botticelle, damigiane e tende. Ieri pomeriggio gli alpini, a migliaia, hanno assistito alla Messa celebrata in Duomo dal cardinale Martini. Nell'omelia il cardinal Martini ha ricordato don Gnocchi, cappellano alpino e storica figura del volontariato. E in Duomo è scoppiato un fra¬ goroso applauso. «La solidarietà e il messaggio di pace - ha detto Martini - non può che essere uno stimolo per questa città, per una sua maggiore onestà civile e politica, a tutti i livelli». Sotto l'androne del Castello un gruppetto di alpini con i pantaloni di fustagno, le camicie a quadri rossi e blu, molte barbe fluenti, i cappelli sulle ventitré sormontati dalle lunghe penne, improvvisano un coro accompagnati da una fisarmonica fra il meravigliato stupore di una comitiva di turisti giapponesi che non si stancano di fotografare questi omoni che sembrano appena discesi dai monti. Gli extracomunitari che sono soliti piazzare i loro banchetti nel parco sono stati coinvolti nella festa: Mamadù, orginario di Thiès, in Senegal, si fa fotografare col cappello d'alpino di Giuseppe di Gallo d'Alba, trent'anni, caporale della «Taurinense». Agli extracomunitari sono state of- ferte cene, mentre sono state organizzate ronde per allontanare gli spacciatori che frequentano le varie zone della città. Sotto un paio di piante secolari gli alpini di Marchirolo, in provincia di Lecco, hanno sistemato il loro camion: sul pianale, sotto il tendone, hanno piazzato una decina di letti a castello, sotto una tenda hanno montato un fornello alimentato da una bombola di gas, sul prato sono ben accatastati i pezzi di legno per alimentare il «barbecue» su cui rosolano delle profumatissime braciole, insaporite con aglio, rosmarino, pepe. Accanto c'è un gruppo di alpini di Rovigo: enormi panini con «soppressata», bicchieroni di chardonnay, formaggi di capra. Cibi e vini per palati forti, come si addice alla gente di montagna. Gli alpini si sono impadroniti di Milano, passeggiano in Galleria, stazionano in piazza Duomo, curiosano nelle eleganti vetrine di via Montenapoleone, corso Vittorio, San Babila. I loro cappelli di panno con ciondoli e penna, i pantaloloni di fustagno, gli scarponi, fanno uno strano contrasto con gli abiti eleganti delle signore in giro per lo «shopping», le minigonne, i tacchi a spillo ma per una misteriosa ragione nessuno sembra notarlo, stanno bene insieme, profumo di Chanel e forte odore di vinaccia, pettinature raffinate e barbe incolte, in una fusione di simpatia, di allegria, di voglia di vivere. A fare gli onori di casa sono i circa tremila alpini di Milano e provincia, tutti mobilitati ai «posti tappa» in Centrale e ai caselli delle autostrade. Oggi il gran finale, con la sfilata per le vie del centro poi la sera, prima di andar via, gli alpini prenderanno sacchi e ramazza e faranno pulizia nel parco: del passaggio non resteranno tracce. Francesco Fomari Organizzate ronde per allontanare gli spacciatori Cene e solidarietà con gruppi di extracomunitari Vino, canzoni e feste per gli alpini che hanno invaso Milano. Nella foto piccola la sfilata davanti al Duomo

Persone citate: Dogliani, Gallo D'alba, Gnocchi