Arteriosclerosi, guerra che si vince da giovani
Arteriosclerosi, guerra che si vince da giovani MEDICINA Arteriosclerosi, guerra che si vince da giovani PREVALENTE causa di invalidità nell'anziano è la patologia delle arterie. L'arteriosclerosi è caratterizzata da un aumento di consistenza e da una concomitante perdita di elasticità delle arterie, conseguenza di svariati fattori patologici. Una connessione fra invecchiamento e arteriosclerosi è innegabile, come risulta anche da una recente indagine mediante ecografia in un gruppo di 460 anziani. Le modificazioni più importanti delle arterie si vedono oltre i 75 anni. Invecchiamento e arteriosclerosi è stato il tema d'una relazione all'Accademia di medicina dei professori Filogamo e Fabris dell'Università di Torino. Alcune parti dell'organismo sono più frequentemente colpite dall'arteriosclerosi. In primo luogo le coronarie del cuore, da cui angina pectoris, infarto, aritmie, insufficienza cardiaca. Secondo il cervello, quando la sclerosi riguarda le arterie cerebrali oppure le arterie del collo lungo le quali sale il sangue per il cervello. Si possono avere lesioni cerebrali a focolaio, transitorie o permanenti, esempio, l'apoplessia, oppure, quando sono colpite le piccole arteria cerebrali, alterazioni delle capacità psichiche-intellettive. Anche le arterie della retina dell'occhio sono frequentemente lese dall'arteriosclerosi. A carico dei reni l'arteriosclerosi può determinare disturbi di vario genere sia per compromissione dell'arteria renale o di uno dei suoi rami, sia per diffuse alterazioni di piccole arterie, da cui un'eventuale insufficienza renale. Infine sono con frequenza colpite le arterie degli arti inferiori, con dolore durante i movimenti o anche a riposo. L'arteriosclerosi è misteriosa, non si conosce la intima natura, il movente che altera la parete delle arterie. Sono noti però i fattori di rischio; ipertensione, iperlipidemie ossia l'elevato contenuto di colesterolo ed altre sostanze grasse nel sangue, il diabete che, frequente dopo i 65 anni, può ripercuotersi sulle arterie, infine il tabacco. A scopo preventivo bisogna combattere i fattori di rischio. Ma attenzione: occorre combatterli prima della vecchiaia, in età giovanile, ali- com chia mentandosi correttamente, astenendosi dal fumo, evitando la sedentarietà e l'aumento del peso, mantenendo la pressione nei limiti della norma. Sembrerà paradossale ma, giunti alla terza età, si può anche essere meno severi nelle raccomandazioni. Si è visto infatti che sovente l'iperglicemia si riduce, si riducono i trigliceridi, aumenta il colesterolo buono. Il colesterolo cattivo, che tende ad aumentare fra i 50 e 70 anni nell'uomo e fra 60 e 80 anni nella donna, in seguito può diminuire. Al di là dei 65 anni anche il tabacco perderebbe progressivamente nocività per le arterie. Si sente spesso parlare di arteriosclerosi cerebrale per spiegare la riduzione delle capacità mentali nella vecchiaia. In realtà l'invecchiamento del cervello è un fenomeno molto più complesso. Vi è certamente una perdita di neuroni, ma non si tratta soltanto di questo. Lo spessore della corteccia cerebrale, sede dei processi psichici superiori, non cambia significativamente con l'età se non dopo gli 85 anni, dunque non c'è una distruzione massiva di neuroni. Non si confonda l'invecchiamento fisiologico del cervello con la demenza senile, che è patologica. Alterazioni dei neuroni sono invece più evidenti in altre parti del cervello. Ciò che in genere avviene con l'invecchiamento è il decremento dei rapporti con l'ambiente a causa della riduzione della vista, dell'udito, dell'odorato, delle capacità muscolari, della funzionalità del sistema nervoso e del sistema immunitario. Anche la perdita della memoria è dovuta più alla difficoltà di ricevere nuove informazioni che a quella di immagazzinare le informazioni nei neuroni a ciò destinati, tanto è vero che i ricordi del passato rimangono vivi. Non è vecchio il cervello, il problema dell'età avanzata è un altro, l'isolamento dal mondo, la solitudine, il ripiegarsi su se stessi. Vi sono alcune semplici regole per conservare una buona salute nella vecchiaia, riguardanti il fisico, ma altrettanto se non più importante è la raccomandazione di mantenere un'attività mentale ed i contatti personali. Ulrico di Aichelburg Arteriosclerosi, guerra che si vince da giovani MEDICINA Arteriosclerosi, guerra che si vince da giovani PREVALENTE causa di invalidità nell'anziano è la patologia delle arterie. L'arteriosclerosi è caratterizzata da un aumento di consistenza e da una concomitante perdita di elasticità delle arterie, conseguenza di svariati fattori patologici. Una connessione fra invecchiamento e arteriosclerosi è innegabile, come risulta anche da una recente indagine mediante ecografia in un gruppo di 460 anziani. Le modificazioni più importanti delle arterie si vedono oltre i 75 anni. Invecchiamento e arteriosclerosi è stato il tema d'una relazione all'Accademia di medicina dei professori Filogamo e Fabris dell'Università di Torino. Alcune parti dell'organismo sono più frequentemente colpite dall'arteriosclerosi. In primo luogo le coronarie del cuore, da cui angina pectoris, infarto, aritmie, insufficienza cardiaca. Secondo il cervello, quando la sclerosi riguarda le arterie cerebrali oppure le arterie del collo lungo le quali sale il sangue per il cervello. Si possono avere lesioni cerebrali a focolaio, transitorie o permanenti, esempio, l'apoplessia, oppure, quando sono colpite le piccole arteria cerebrali, alterazioni delle capacità psichiche-intellettive. Anche le arterie della retina dell'occhio sono frequentemente lese dall'arteriosclerosi. A carico dei reni l'arteriosclerosi può determinare disturbi di vario genere sia per compromissione dell'arteria renale o di uno dei suoi rami, sia per diffuse alterazioni di piccole arterie, da cui un'eventuale insufficienza renale. Infine sono con frequenza colpite le arterie degli arti inferiori, con dolore durante i movimenti o anche a riposo. L'arteriosclerosi è misteriosa, non si conosce la intima natura, il movente che altera la parete delle arterie. Sono noti però i fattori di rischio; ipertensione, iperlipidemie ossia l'elevato contenuto di colesterolo ed altre sostanze grasse nel sangue, il diabete che, frequente dopo i 65 anni, può ripercuotersi sulle arterie, infine il tabacco. A scopo preventivo bisogna combattere i fattori di rischio. Ma attenzione: occorre combatterli prima della vecchiaia, in età giovanile, ali- com chia mentandosi correttamente, astenendosi dal fumo, evitando la sedentarietà e l'aumento del peso, mantenendo la pressione nei limiti della norma. Sembrerà paradossale ma, giunti alla terza età, si può anche essere meno severi nelle raccomandazioni. Si è visto infatti che sovente l'iperglicemia si riduce, si riducono i trigliceridi, aumenta il colesterolo buono. Il colesterolo cattivo, che tende ad aumentare fra i 50 e 70 anni nell'uomo e fra 60 e 80 anni nella donna, in seguito può diminuire. Al di là dei 65 anni anche il tabacco perderebbe progressivamente nocività per le arterie. Si sente spesso parlare di arteriosclerosi cerebrale per spiegare la riduzione delle capacità mentali nella vecchiaia. In realtà l'invecchiamento del cervello è un fenomeno molto più complesso. Vi è certamente una perdita di neuroni, ma non si tratta soltanto di questo. Lo spessore della corteccia cerebrale, sede dei processi psichici superiori, non cambia significativamente con l'età se non dopo gli 85 anni, dunque non c'è una distruzione massiva di neuroni. Non si confonda l'invecchiamento fisiologico del cervello con la demenza senile, che è patologica. Alterazioni dei neuroni sono invece più evidenti in altre parti del cervello. Ciò che in genere avviene con l'invecchiamento è il decremento dei rapporti con l'ambiente a causa della riduzione della vista, dell'udito, dell'odorato, delle capacità muscolari, della funzionalità del sistema nervoso e del sistema immunitario. Anche la perdita della memoria è dovuta più alla difficoltà di ricevere nuove informazioni che a quella di immagazzinare le informazioni nei neuroni a ciò destinati, tanto è vero che i ricordi del passato rimangono vivi. Non è vecchio il cervello, il problema dell'età avanzata è un altro, l'isolamento dal mondo, la solitudine, il ripiegarsi su se stessi. Vi sono alcune semplici regole per conservare una buona salute nella vecchiaia, riguardanti il fisico, ma altrettanto se non più importante è la raccomandazione di mantenere un'attività mentale ed i contatti personali. Ulrico di Aichelburg
Persone citate: Fabris, Filogamo, Ulrico Di Aichelburg
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