In bici scalando il Quirinale

In bici scalando il Quirinale (ORI DAL PALAZZO In bici scalando il Quirinale IERI, prima giornata di vera democrazia sportiva. Dopo le formalità delle precedenti votazioni si correva infine sul serio per il più avvicinabile traguardo dei 508 voti. La via ciclistica alla presidenza della Repubblica, e nessuno si sarebbe stupito se la Rai avesse mandato a casa i suoi commentatori parlamentari per sostituirli coi cronisti delle due ruote. Grande eccitazione nel velodromo. Ogni volta che l'uno o l'altro dei concorrenti passava un certo traguardo scrosciavano applausi più o meno sensati, perché di fatto c'era in pista un uomo solo: Forlani. L'hanno mandato allo sbaraglio! Ma figurati, sono sicuri di farlo vincere al primo turno, i numeri ce l'hanno! Ma ii voto è segreto, vedrai quanti lo mollano! Duecentodieci voti, duecentosessantasei, trecentododici, quattrocentoventuno... La telecamera lo inquadrava fuggevolmente, sempre tranquillo, composto nella sua giacca a tre bottoni,, il capello-azzurro ben ravvivato, forse sfiorato dalla lacca. Ma ci voleva poco per immaginarlo chino sul manubrio lungo quel disperato percorso a cronometro, i polmoni quasi scoppiati, le gambe piene di acido lattico, la maglia con la scritta DC incollata dal sudore alla schiena. Quattrocent osessant ano ve voti! Non ce l'ha fatta, si è bruciato, vedrai che ora lo ritirano e mandano in pista Martinazzoli, che è più fresco, o Scalfaro, che è più potente, se non Andreotti che è più furbo e sa stare meglio in sella. Invece, nella prova del pomeriggio, sulla linea di partenza c'era di nuovo lui, Capello Azzurro. Ha messo le ruote lenticol ari! Avrà le spinte del msi, della Quercia, della Lega? I primi scatti sono impressionanti. Guadagna, sta guadagnando, guarda come fila, lo voglio vedere al controllo antidoping! Ma poi comincia a calare, perde giri su giri, sembra in netta difficoltà. Un ultimo soprassalto, un recupero improvviso che si prolunga per qualche minuto, ma che al traguardo non gli basta. Qualcosina l'ha rosicchiata, ma gli manca sempre una trentina di voti. Domattina si ricomincia, alle 10. Il pi diessino Violante vorrebbe una dilazione un'ora, non si sa se per le estreme trattative cui dovrà partecipare o per godersi in santa pace il breakfast a letto, dato che è domenica. Ma il Presidente è inflessibile, domenica o non domenica tutti qui alle 10 in punto per la nuova sfida. Chi correrà? Spadolini? Craxi, aisorpresa? o Andreotti, il càmpiómssimo del surplace? E c'è chi sostiene che l'elezione diretta del Capo dello Stato sarebbe un progresso su tutto questo. Ma si può essere così poco sportivi? Carlo Frutterò Franco Lucenti ri ì w Bill In bici scalando il Quirinale (ORI DAL PALAZZO In bici scalando il Quirinale IERI, prima giornata di vera democrazia sportiva. Dopo le formalità delle precedenti votazioni si correva infine sul serio per il più avvicinabile traguardo dei 508 voti. La via ciclistica alla presidenza della Repubblica, e nessuno si sarebbe stupito se la Rai avesse mandato a casa i suoi commentatori parlamentari per sostituirli coi cronisti delle due ruote. Grande eccitazione nel velodromo. Ogni volta che l'uno o l'altro dei concorrenti passava un certo traguardo scrosciavano applausi più o meno sensati, perché di fatto c'era in pista un uomo solo: Forlani. L'hanno mandato allo sbaraglio! Ma figurati, sono sicuri di farlo vincere al primo turno, i numeri ce l'hanno! Ma ii voto è segreto, vedrai quanti lo mollano! Duecentodieci voti, duecentosessantasei, trecentododici, quattrocentoventuno... La telecamera lo inquadrava fuggevolmente, sempre tranquillo, composto nella sua giacca a tre bottoni,, il capello-azzurro ben ravvivato, forse sfiorato dalla lacca. Ma ci voleva poco per immaginarlo chino sul manubrio lungo quel disperato percorso a cronometro, i polmoni quasi scoppiati, le gambe piene di acido lattico, la maglia con la scritta DC incollata dal sudore alla schiena. Quattrocent osessant ano ve voti! Non ce l'ha fatta, si è bruciato, vedrai che ora lo ritirano e mandano in pista Martinazzoli, che è più fresco, o Scalfaro, che è più potente, se non Andreotti che è più furbo e sa stare meglio in sella. Invece, nella prova del pomeriggio, sulla linea di partenza c'era di nuovo lui, Capello Azzurro. Ha messo le ruote lenticol ari! Avrà le spinte del msi, della Quercia, della Lega? I primi scatti sono impressionanti. Guadagna, sta guadagnando, guarda come fila, lo voglio vedere al controllo antidoping! Ma poi comincia a calare, perde giri su giri, sembra in netta difficoltà. Un ultimo soprassalto, un recupero improvviso che si prolunga per qualche minuto, ma che al traguardo non gli basta. Qualcosina l'ha rosicchiata, ma gli manca sempre una trentina di voti. Domattina si ricomincia, alle 10. Il pi diessino Violante vorrebbe una dilazione un'ora, non si sa se per le estreme trattative cui dovrà partecipare o per godersi in santa pace il breakfast a letto, dato che è domenica. Ma il Presidente è inflessibile, domenica o non domenica tutti qui alle 10 in punto per la nuova sfida. Chi correrà? Spadolini? Craxi, aisorpresa? o Andreotti, il càmpiómssimo del surplace? E c'è chi sostiene che l'elezione diretta del Capo dello Stato sarebbe un progresso su tutto questo. Ma si può essere così poco sportivi? Carlo Frutterò Franco Lucenti ri ì w Bill

Persone citate: Andreotti, Capello Azzurro, Carlo Frutterò, Craxi, Forlani, Martinazzoli, Scalfaro, Spadolini