Guerra al fumo la Cee ko di F. Gal.

Guerra al fumo, la Cee ko Rallenta il progetto di vietare anche la pubblicità indiretta Guerra al fumo, la Cee ko Un punto a favore della lobby che riunisce i grandi produttori di tabacco Le posizioni degli industriali sostenute da cinque Paesi, contraria l'Italia BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I grandi produttori di tabacco hanno vinto un importante round nella lotta contro la direttiva comunitaria che vuole proibire qualsiasi tipo di pubblicità diretta e indiretta - delle sigarette. Coalizzata di fronte alla minaccia di Bruxelles, la loro lobby è riuscita ad assicurarsi l'appoggio di alcuni governi, sufficientemente forti da impedire ieri quando se ne sono occupati i ministri della Sanità dei Dodici qualsiasi progresso del controverso dossier. Gran Bretagna e Danimarca si sono affiancate a Germania, Olanda e Grecia per difendere il diritto di pubblicità; e sebbene la maggioranza dei Paesi voglia invece una normativa comunitaria, quei cinque sono sufficienti per formare - alla prossima riunione dei ministri la minoranza di blocco. Invano la signora Vasso Papandreu, commissario Cee responsabile per i problemi della Sanità, ha sostenuto il progetto, sottolineando come ogni anno il tabagismo uccida nella Cee 440 mila persone, mentre l'85 per cento dei tumori ai polmoni sono imputabili al tabacco. Ma il suo appello, sostenuto da numerosi Paesi fra i quali l'Italia e la Francia, non è bastato. La direttiva, se approvata, vieterebbe dal 1° gennaio 1993 «ogni forma di comunicazione orale, scritta, stampata, radiofonica, televisiva e cinematografi- ca avente lo scopo o l'effetto diretto o indiretto di promuovere un prodotto del tabacco, ivi compresa la pubblicità che mira a eludere il divieto di pubblicità mediante l'uso di nomi, marchi, simboli, combinazioni di colori». Significherebbe, per esempio, la MacLaren di Senna senza lo scudo della Marlboro o la vettura di Mansell senza cammello. Per le marche diversificate nell'abbigliamento, ad esempio si imporrebbero norme severe. Perché un marchio possa essere pubblicizzato occorrerebbe nel volume di affari un rapporto di due a uno fra la parte non-tabacco e quella tabacco; e che quel marchio, prima di essere usato per una sigaretta, sia stato usato per altri prodotti, [f. gal.]

Persone citate: Mansell, Vasso Papandreu

Luoghi citati: Bruxelles, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Olanda