Al giudice un cappello d'alpino

Al giudice un cappello d'alpino Al giudice un cappello d'alpino Penne nere: sempre presenti senza tangenti MILANO DALLA REDAZIONE "— Nove ex alpini della Julia in piazza Meda, nel cuore di Milano, due tende militari, una bandiera italiana, un'altra della Juve e una scritta sulla fiancata del furgone: «Sempre presenti senza tangenti». Da Udine sono arrivati a Milano anche per dire questo, i nove del gruppo «fisso». Renzo e Franco, con la gavettina d'ordinanza attaccata alla cintura dei pantaloni per essere sempre pronti a mandare giù un bicchiere, hanno sentito dire che anche quelli della sezione di Udine volevano fare uno striscione contro le tangenti e a favore del giudice Di Pietro. Chissà se l'hanno fatto? Non si sa, anche perché non sono ancora arrivati, o forse sì ma non si sa dove sono. I nove del «fisso» volevano piantare la tenda in piazza del Duomo, ma i vigili non gliel'hanno permesso. Allora sono venuti qui nell'aiuola di piazza Meda, sotto il grande palazzo sede della Banca popolare di Milano, vicino alla «ruota» di Giò Pomodoro, sotto gli occhi della Milano del business e dell'eleganza. Non è detto che siano molti, ma «apolitici» per statuto gli alpini, quest'anno, un segno di approvazione per Di Pietro e di condanna per le tangenti lo lanceranno dalla sfilata del grande raduno nazionale, domani mattina a Milano, dai bastioni di corso Venezia fino a piazza del Duomo, sotto la tribuna, nello stesso punto in cui arriva il Giro d'Italia. «Certo che a Di Pietro dicono quelli di Castino, Alba, Langhe, accampati ai giardini pubblici di corso Palestra - bisognerebbe regalarglielo il cappello da alpino. Basta che lo lascino andare avanti...». Già ieri Milano era invasa dall'allegro fiume di penne nere. Oggi arriveranno tutti gli altri. Domani, come sempre - l'anno scorso a Vicenza, il prossimo a Bari - saranno tre-quattrocentomila. Nessuno è in grado di contarli, nonostante un'organizzazione piuttosto ferrea, governata, come da una cabina di regia, dal salone al terzo piano delTArengario con vetrata sulla piazza del Duomo. A metà pomeriggio lo spettacolo era notevole: uno sciamare di camicie da montagna di tutti i colori, soprattutto rosse, pantaloni di velluto, pantaloni corti, cappelli con la penna nera, carichi di medaglie come se provenissero da chissà quali campi di battaglia. La vecchia seicento verde della sezione caroica di Tolmezzo, con il cartello che avverte: alpini in movimento, inizio colonna. Gruppi allegri, disorientati, divertiti. Gli alpini a farsi le fotografie con i piccioni di piazza Duomo insieme ai turisti giapponesi, gli alpini in Galleria, in piazza della Scala a sistemare le bandiere tricolori sulle finestre degli edifici pubblici, I parchi sono diventati dei grandi accampamenti: tende militari, roulotte, camper, canadesi; ovunque camion piccoli e grandi, al parco Sempione, sotto l'Arena, nei giardini pubblici di piazza Cavour. Ecco gli alpini di Viareggio, con un sacerdote, quelli di Brescia, Cuneo, Valdobbiadene, Pordenone. Quelli del Piave con un grande cartello: il Piave non mormora più ma chiede giustizia. Anche lui contro le tangenti? «No, contro quelli che lo hanno trasformato in una fogna. Noi l'abbiamo ripulito... ma non basta, bisogna fare di più». Alpini ambientalisti. Nella sede del Cai di via Marsala si raccolgono i testi degli striscioni. Oggi saranno esami-, nati tutti anche perché non è nella tradizione del grande raduno degli alpini esporre scritte che possono offendere qualcuno. E, tradizionalmente, sul palco delle autorità sono in molti, la domenica della sfilata. Nito Staich, triestino di Biella, ricorda qualche striscione che comparirà. «La nostra penna cancella l'odio», «Di padre in figlio per l'Italia», «Ieri per l'Italia, oggi per umanità». E a questo proposito racconta che è già partita l'operazione «Sorriso» che significa costruire un asilo e una casa per cento bambini a Rossosch, in Ucraina, dove si trovava il comando del Corpo d'armata della spedizione italiana durante la guerra. Un ritorno in Russia pacifico e umanitario delle penne nere, che, dice Staich, «sono già là a lavorare... e molti sono iscritti, più di quanti ne servano». Milano ha preparato un'accoglienza adeguata alla circostanza. Anche con i suoi alpini «illustri», come Giuseppe Prisco, avvocato e vicepresidente dell'Inter, Giuseppe Zola, il prosindaco ciellino, Pier Gianni Prosperini, il medico ex leghista diventato assessore all'Istruzione nella giunta dimissionaria di Borghini, che già annuncia: «Gli alpini porteranno una ventata d'aria buona in una città che ne ha tanto bisogno». Ieri sera improvvisati cori e concerti all'ottagono della Galleria. Oggi sono in programma varie manifestazioni; questa sera esibizioni dei cori alpini in diversi punti della città. Molte finestre sono imbandierate con il tricolore. Arrivano in 300 mila da tutta Italia per il raduno nazionale Slogan e striscioni anti-corruzione «Siamo al servizio di questo Paese» jj Un gruppo di alpini ieri davanti al Duomo di Milano. Sono attese tra oggi e domani 300 mila penne nere

Persone citate: Borghini, Di Pietro, Giuseppe Prisco, Giuseppe Zola, Giò Pomodoro, Nito Staich, Pier Gianni Prosperini, Staich