Uccidete Trockij firmato Stalin l'ordine partì nove anni prima

Uccidete Trockij, firmato Stalin l'ordine partì nove anni prima La scoperta d'uno studioso russo negli archivi segreti: una caccia spietata, finita nel '40 con un colpo di piccone Uccidete Trockij, firmato Stalin l'ordine partì nove anni prima EA picconata che assassinò Trockij in Messico il 20 agosto 1940 era già stata decisa molto prima da Stalin stesso. L'ordine di liquidare il leader dissidente è contenuto in una lettera inviata dal dittatore al Politburo il 27 aprile 1931. Lo rivela Dimitri Volkogonov, con molti altri particolari inediti scoperti negli archivi sovietici e ora raccolti in un libro, Lev Trockij, un ritratto politico, pubblicato dalla rivista Oktjabr (nn. 5-9/1991, nn. 1-2/1992, complessivamente 238 pagine). Per i lettori russi un libro in cui Trockij viene trattato con obiettività, dopo decenni di calunnie e insulti, costituisce una novità assoluta, mentre i lettori in Occidente, che dispongono di ampi studi sullo sfortunato rivoluzionario, troveranno qui rivelazioni su alcuni aspetti della complessa vicenda. Sembra paradossale che Stalin, a dispetto del suo potere e del formidabile apparato spionistico-polizicsco, abbia dovuto darsi da fare per nove anni prima di riuscire a eliminare Trockij, considerato dal dittatore il nemico principale, benché fosse in realtà un deportato politico, praticamente isolato e indifeso. Le varie fasi della spietata caccia - vi furono vittime anche tra gli inseguitori - scatenata attraverso tre continenti, erano in gran parte ignote finora, eccettuato il drammatico finale. Grazie all'apertura degli Archivi centrali (del pcus, dell'Esercito sovietico, del ministero della Difesa, del Kgb ecc.) Volkogonov ha potuto ricostruirle. Nella sua monumentale opera su Trockij, lo storico francese Pierre Broué accenna a qualche tentativo, fallito sul nascere, di far assassinare Trockij da agenti di organizzazioni terroristiche bianche, arruolati dalla polizia di Stalin. «Trockij era condannato a morte, al più tardi dopo il patto tedesco-russo» (agosto 1939), scrive Broué, che deplora di essersi dovuto con¬ tentare dei soli Archivi dell'Istituto internazionale di Storia sociale di Amsterdam, dei Trotsky Papers dell'Università di Harvard, accessibili dal 1980, e del Fondo Nicolaevsky all'Università di Stanford. Molti particolari inediti su altri attentati alla vita di Trockij sono stati scoperti da Volkogonov, che scrive una trilogia sui «Vozdi», i capi. Ultimo sarà il ritratto di Lenin, che ebbe il ruolo di «ispiratore nella storia della Rivoluzione russa», è già uscito il ritratto di Stalin «l'esecutore» e lo segue ora Trockij «l'agitatore». Una proroga di 43 mesi Volkogonov ritiene di essere uno dei pochi ad aver potuto consultare, oltre agli archivi in America e a Amsterdam, «l'ampio materiale ancora recentemente top secret, custodito negli specchran, i depositi speciali degli archivi sovietici». Questi documenti inediti sono integrati dalle testimonianze dei parenti superstiti di Trockij e di funzionari del Kgb e di altri istituti. «Trockij era condannato - afferma Volkogonov -. Con la deportazione nel Messico (gennaio 1937) aveva ottenuto una "proroga" di 43 mesi. Poiché il suo destino era stato deciso da un pezzo». Pur essendo Stalin assai cauto quando si trattava di documenti, ve ne è uno che non lascia dubbi. Citato più volte come «criminale incallito» nel processo al «centro antisovietico trockista» (gennaio 1937) Trockij figura anche, in mezzo a un torrente di insulti, nella sentenza dove si legge: «I nemici del popolo Lev Davydovic Trockij e suo figlio Lev Lvovic Sedov, deportati nel 1929 all'estero e privati della cittadinanza sovietica nel 1932, qualora venissero scoperti sul territorio dell'Unione Sovietica vanno immediatamente arrestati e deferiti al tribunale del Collegio militare della Corte suprema dell'Urss». L'ordine di liquidare fisicamente Trockij, tuttavia, era stato dato da Stalin molto prima. Il 27 aprile 1931 Trockij, da Kadikòy (Turchia), manda al Politburo una lettera in cui esprime apprensioni sull'avvenire della Spagna e fa «un onesto tentativo», mirante alla formazione di un fronte unico. Sul documento, custodito nell'Archivio del pcus, Stalin, rivolgendosi a Molotov, Kaganovic, Postysey, Ordzonikidze e ad alcuni altri membri, scrive: «Penso che il signor Trockij... questo ciarlatano menscevico, andrebbe preso a botte sulla testa dal Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista». Il Politburo approva, il più esplicito è Molotov: «Propongo di non rispondere. Se uscirà qualcosa nella stampa, rispondere a Trockij nello spirito della proposta del tovarisc Stalin». Il dittatore, spiega Volkogo- nov, era allora così potente che una frase del genere equivaleva all'ordine di eliminare fisicamente Trockij. Di solito Stalin usava qualche perifrasi, per esempio, «condannare secondo la prima categoria» cioè alla fucilazione. Qui, non potendo condannare, Stalin si esprime apertamente e quell'«a botte in testa», un segnale per l'eliminazione di Trockij, passati nove anni si verifica in senso letterale. Alla fine degli Anni Venti, quando capo della Gpu era Menzinskij, venne creato un gruppo speciale per la lotta alla controrivoluzione e per la liquidazione degli avversari. Queste azioni, connesse con il terrorismo, venivano considerate altamente patriottiche e premiate. Vennero poi creati i settori Estero e politico-segreto dell'Nkvd, in cui lavorarono le principali spie sovietiche, quali per esempio Ejtingon, Spigelglas ecc. Importanti rive- lazioni si debbono alla spia ex tenente generale Pavel Anatoljevic Sudoplatov, che nel 1989 scrive al procuratore generale: «Tutte le operazioni spionistiche alle quali ho partecipato per trent'anni dipendevano dal Comitato Centrale... anche quelle di informazione e sabotaggio all'estero e nelle retrovie dell'Esercito tedesco-fascista. Tutti i resoconti... sono custoditi presso il Comitato Centrale e uno di essi è scritto da me su un foglio» («Diciamo subito precisa Volkogonov - che si tratta del rapporto sulla conclusione dell'operazione nel Messico per la liquidazione di Trockij»). «Accelerare la liquidazione» Nel luglio 1935 la nota spia sovietica S. M. Spigelglas riceve un ordine verbale da Jagoda, impartito a questi da Stalin: «Accelerare la liquidazione di Trockij». Spigelglas impegna tutti gli agenti in Francia, ma Trockij, forse avvertito da Ignatij Rajs (un comunista polacco reclutato dallo spionaggio sovietico e in seguito ucciso presso Losanna da Sergej Efron, il marito della poetessa Marina Cvetaeva) si mostra assai cauto. Stalin si arrabbia, accusa i servizi speciali. Jagoda, non avendo eseguito l'ordine del dittatore, viene fucilato. Scoppiata la guerra, Sudoplatov diventa capo del gruppo speciale per il sabotaggio nelle retrovie nemiche, suo vice è il cekista Ejtingon, promosso maggiore generale. Vengono incaricati loro di concludere la caccia: Sudoplatov coordina da Mosca, mentre Ejtingon si reca in Messico accompagnato da molte spie. Dopo gli attentati falliti in Turchia, in Francia, a Coyoacan il 24 maggio 1940, quello stesso anno, in agosto, Ramon Mercader riesce ad assassinare Trockij. LiaWainstein Trasparente istigazione in un documento del 31 «Botte sulla testa a questo ciarlatano» Lev Trockij: privato della cittadinanza sovietica nel '32, fu assassinato in Messico da Ramon Mercader il 20 agosto '40 In basso a sinistra, Stalin. Nella foto piccola, Molotov