Guggenheim tutto nuovo

Guggenheim tutto nuovo New York, il museo riapre con i capolavori dell'architetto Guggenheim tutto nuovo Restaurata la «rotonda» di Wright NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Dopo tre anni di lavori, il Guggenheim Museum, uno dei più amati luoghi di esposizione artistica, riaprirà al pubblico nel prossimo mese di giugno. Chi andrà al 1071 di Fifth Avenue avrà una grande sorpresa. E scoprirà come un'inusuale mistura di audacia e di umiltà abbia riportato alla luce una grande idea che era rimasta in gran parte sepolta. Dei circa 75 milioni di dollari, più o meno 100 miliardi di lire, investiti dalla Fondazione Solomon Guggenheim di New York per restaurare e ristrutturare la celebre «rotonda» di Frank Lloyd Wright, oltre che per acquisire nuovi spazi espositivi nella città, circa 5 miliardi sono stati risucchiati da spese legali. Un vasto schieramento di forze mosse da diversi interessi, cementato da un'ideologia di «purezza conservativa», aveva animato una complessa battaglia giuridico-culturale a altissimi costi contro il progetto. Il bersaglio principale, anzi esclusivo, di chi ha protestato e combattuto contro il progetto di restauro patrocinato dal giovane e dinamico direttore della Guggenheim, Thomas Krens, è stato la torre a dieci piani, disegnata dalla Gwathmey Siegel fr Associates Architecs e costruita dietro e accanto all'originaria chiocciola di Lloyd Wright. «Guasta l'estetica del disegno originario», sostenevano gli oppositori. Che cosa c'entra quel banale parallelepipedo con l'intraprendente e tuttora originalissima struttura curvilinea immaginata dal genio di Lloyd Wright? Questa opposizione era animata dalla legittima, ma artisticamente meno nobile, preoccupazione degli abitanti negli edifici tutto intorno: defraudati della vista di Central Park dalla torre, sarebbero stati violati nel loro «air right», il diritto all'aria, uno dei problemi edilizi più delicati nella Man- hattan dei grattacieli. Però è vero. La torre non c'entra niente con la rotonda. Ma i visitatori della. Guggenheim restaurata scopriranno che non è questo il punto. Come spiega affabilmente Krens, nel presentare in anteprima l'edificio rinnovato, «la nostra idea è stata, e non poteva non essere così, quella di valorizzare il pezzo forse più importante della nostra collezione, che è appunto l'edificio di Lloyd Wright». Il grande architetto americano cominciò a pensarlo nel '42 e ci vollero poi 17 anni per completare la realizzazione. L'idea da cui era partito era un'idea sull'interno della struttura, non sull'esterno: una sede permanente per mostre d'arte costituita da un solo ambiente, la cui spina dorsale fosse una rampa a spirale che si arrampicava attorno alle pareti fino al tetto. L'esterno risultò come specchio della struttura interna e non viceversa. Chiunque sia stato alla Guggenheim è sicuramente rimasto più colpito dalla possibilità di osservare una lunga fila di quadri continuando a salire, o scendere, sui lati di una grande rotonda larga 30 metri, senza fare uno scalino, che dall'esterno. Ma il progetto di Lloyd Wright riguardava «una piccola collezione privata», spiega Krens. Solo che la collezione crebbe assieme alla fondazione che la possedeva. Fu necessario ritagliare, nell'edificio originale, spazi crescenti per uffici e magazzini. Vennero così «seppelliti», innanzitutto, gli ultimi due piani della rampa e l'idea di Wright subì una prima decapitazione. Molte nicchie laterali, fondamentali, oltre che come spazi, per esprimere quello straordinario misto di triangoli e cerchi immaginato dall'architetto, vennero nascoste da muri. Stessa sorte subirono le due «rotondine» laterali, che rendevano molto più complessa e «intrigante» l'idea della rotonda centrale. Lo stesso accadde per i sotterranei. Chi finora è andato alla Guggenheim non ha mai visto il vero soffitto e la sua percezione si è fermata a una spirale mozza. Ma, al centro del soffitto, c'era una delle idee fondamentali di Wright, una gigantesca presa di luce, che, naturalmente, influisce sulla percezione del materiale esposto. La riapertura degli ultimi due giri della rampa, oltre alla presa di luce, consente la praticabilità del terrazzo, dal quale si gode una stupenda vista del lago di Central Park in mezzo ai grattacieli. Poi c'è la resurrezione di due autentici gioielli nei sotterranei. Il primo è un piccolo ma delizioso auditorium per concerti da camera disegnato proprio da Lloyd Wright. Nessuno l'aveva mai visto e pochi sapevano che esistesse, dal momento che i tavoli degli uffici ne occupavano perfino il palco. Il secondo è un bar, per il quale Lloyd Wright, oltre all'intero ambiente, aveva disegnato anche le sedie, i tavoli e il bancone. Lì sarà spostato il precedente ristorante, cedendo altro spazio alle esposizioni. In pratica, con gli uffici nella torre, il pubblico, che finora aveva accesso soltanto al 50% dell'edificio, potrà goderne più del 90%. E sarà la vera Guggenheim di Frank Lloyd Wright. Paolo Passarmi I Guggenheim Museum di New York: 75 milioni di dollari per il restauro

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