Falso sequestro sulla via della fuga

Falso sequestro sulla via della fuga Lamezia Terme: lui mercenario francese, lei minorenne croata, chiedono asilo Falso sequestro sulla via della fuga Avventurieri fingono scomparsa delfiglio LAMEZIA TERME. Due disperati, in fuga da se stessi e da un passato terribilmente vicino, alla ricerca di nuova identità per una nuova vita. Una ricerca che li ha portati ad inventare un figlio ed il suo rapimento. Ma la loro storia ha retto solo per qualche ora. Poi, lentamente, sono venute fuori le prime crepe che, via via, hanno fatto crollare il castello di bugie che avevano costruito. Quindi: nessun figlio rapito, nessuna automobile rubata. Niente di niente. Solo due ragazzi terribilmente più grandi della loro età. La storia di William Bonhomme, 20 anni, francese, e della sua compagna Marija, 17 anni, croata, comincia un anno fa quando il ragazzo raggiunge la Croazia e si unisce alle milizie mercenarie che il governo secessionista dalla federazione jugoslava è stato costretto a costituire per fronteggiare le bande irregolari serbe e l'esercito. Alto, snello, con i capelli rossicci tagliati molto corti, alla maniera della Legione (dove dice d'avere militato), William imbraccia il mitra e comincia il suo lavoro. E' dura: di giorno a combattere, di sera a riposare evitando il tiro dei cecchini. Qualche mese fa, a Zadar, incontra Marija, una ragazza dai lineamenti forti, figlia di un marittimo con il quale non va d'accordo. I due legano subito, anche perché William ha imparato presto a parlare il croato. Lascia gli irregolari ed entra, lui ex legionario della «Bandera», nella polizia croata, chiamata a bonificare dai franchi tiratori le zone appena riconquistate. Con il passare delle settimane il legame tra i due si rafforza e quando l'avanzata dei serbi taglia William fuori della sua unità decide di fuggire con la ragazza. Ma do¬ ve? Indietro non può tornare. I serbi - ha poi detto - hanno messo una taglia su di lui, né può rientrare in Francia dove l'attende un mandato di cattura perché mercenario. L'unica strada è quella della clandestinità. Così, di notte, a piedi, lasciato sull'altro lato del confine il suo mitra, passa in Italia insieme a Marija. Bravo con il fucile, William Bonhomme lo è altrettanto nel trovare strade d'uscita anche alle situazioni più difficili. Così, in Calabria da un paio di giorni, decidono di inventare qualcosa che possa servir loro per trovare nuove identità e una vita normale. Si presentano ai carabinieri di Lamezia Terme e raccontano la loro incredibile storia. «Mi chiamo Victor Garibaldi, ho 24 anni, vivo nel Principato di Monaco. Lei è mia moglie, Anna Baseola, ha vent'anni, è inglese. Abbiamo lasciato nostro figlio, Alex, di un anno e mezzo, a dormire sulla nostra "Bmw". Ci siamo allontanati solo pochi minuti. Quando siamo tornati non abbiamo più trovato l'automobile ed il bambino. Aiutateci». Una storia troppo assurda per sembrare inventata. Così le battute si sono protratte per ore mentre i terminali dell'Interpol ricevevano richieste di chiarimenti su «Victor Garibaldi», interprete a Monaco ed «Anna Baseola» parrucchiera. Le risposte sono state negative, mentre la targa della Bmw, stranamente, è risultata intestata ad una macchina di eguale marca e tipo di proprietà di un funzionario di polizia francese. L'interrogatorio è andato avanti per ore. Poi, prima la ragazza, quindi il mercenario, hanno ceduto. Cercavano solo di avere qualcosa di ufficiale su cui poggiare la richiesta di nuovi documenti di identità. Ora sono accusati di simulazione di reato, procurato allarme e false generalità. Nella cella di sicurezza dei carabinieri di Lamezia Terme sembrano tranquilli. Hanno già detto che chiederanno asilo politico in Italia. Diego Minuti

Persone citate: Anna Baseola, Bandera, Diego Minuti, Victor Garibaldi, William Bonhomme