Tangentopoli, scatta l'ora del pri di Susanna Marzolla

Tangentopoli, scatta l'ora del pri Avviso di garanzia a Del Pennino, capogruppo dell'edera a Montecitorio, che si autosospende Tangentopoli, scatta l'ora del pri Forlani difende Citaristi: uomo sempre corretto In carcere anche l'amministratore (psi) di una Usi MILANO. Stavolta è ufficiale: nell'inchiesta sulle tangenti è coinvolto anche il partito repubblicano. Nella persona di Antonio Del Pennino, 53 anni, deputato, uno dei nomi più in vista del partito: capogruppo alla Camera, capogruppo al Comune di Milano. Almeno fino a ieri: appena ricevuto l'avviso di garanzia dei magistrati milanesi, Del Pennino si è infatti sospeso dal partito e si è dimesso da tutti gli incarichi, «per consentire al pri la massima libertà di azione». Il reato ipotizzato per Del Pennino è quello di ricettazione: secondo la procura di Milano avrebbe ricevuto soldi di tangenti, conoscendone la provenienza. Del Pennino nega «fermamente» il suo coinvolgimento nella vicenda che, dice lui stesso, «ha sconvolto la vita politica e amministrativa milanese». Non si sa ancora quale ruolo gli inquirenti ipotizzino per Del Pennino, sembra che lo ritengano il possibile «terminale» di una tangente da circa un miliardo. E' certo però che il nome dell'esponente repubblicano «girava» da tempo; soprattutto da quando il suo compagno di partito Giacomo Properzj, ex presidente della Provincia con alle spalle anni di dirigenza in aziende municipalizzate, si era detto «in attesa» di iniziative giudiziarie nei confronti di se stesso e del pri. Dall'agitato fronte repubblicano a quello de, che sembra aver affrontato meglio il «col¬ po» dell'avviso di garanzia al suo segretario amministrativo, Severino Citaristi. Anche per lui - è stato confermato ieri - il reato ipotizzato è quello di ricettazione. Per Citaristi si è mosso il segretario del partito Arnaldo Forlani, che gli ha ufficialmente «espresso piena fiducia». Forlani - informa un comunicato - «ha sottolineato il valore della chiara dichiarazione resa ieri da Citaristi, che ha sempre agito in modo corretto ed assolve al suo compito nel pieno rispetto delle leggi». E la legge, quella sul finanziamento pubblico ai partiti, prevede che alla presidenza della Camera siano segnalate tutte le «contribuzioni volontarie» superiori ai cinque milioni, registrate su un modulo con doppia firma: quella di chi dà e quella di chi riceve. Nei bilanci della de («scovati» dal giornale economico Milano Finanza e pubblicati assieme a quelli degli altri partiti) ci sono effettivamente versamenti che corrispondono a quelli segnalati da Citaristi (60 milioni nell'86, 100 nell'87, 200 nell'89 e altrettanti nel '90). A firmarli è stato il costruttore emiliano Paolo Pizzarotti, guarda caso interrogato da Antonio di Pietro proprio nei giorni scorsi. Tutto regolare, ha ragione la de? Il procuratore capo Saverio Borrelli osserva con distacco: «L'avviso di garanzia non è un'imputazione: semplicemente avvertiamo delle persone che dobbiamo indagare sul loro conto. E se dalle indagini emergerà che tutto è in regola è ovvio che cadrà tutto». Ma uno degli inquirenti, anche se in modo sibillino, lancia una traccia: «Molte cose si possono interpretare in modo diverso». Traduzione possibile: dietro ai «contributi volontari» c'è invece un «do ut des». In questo caso, soldi in cambio di appalti: Pizzarotti sarebbe stato a capo di una cordata di costruttori interessati al primo lotto di. «Malpensa 2000» (prezzo dei lavori: 148 miliardi). Ipotesi, al momento. Certezza invece che l'inchiesta continua a muoversi su più filoni e non ha lasciato cadere quello iniziale, sugli ospedali. Ne sa qualcosa Antonio Sportelli, 58 anni, socialista, medico, amministratore straordinario di una Usi di Milano. E' da ieri nel carcere di San Vittore, accusato di concorso in concussione aggravata e continuata. Sportelli è una personalità nel mondo ospedaliero milanese: fino a due anni fa era direttore sanitario del più grande ospedale cittadino, quello di Niguarda, poi è stato vicepresidente dell'ospedale ortopedico Pini (a questo periodo risalgono gli episodi sotto inchiesta). E' finito in carcere dopo essersi presentato «spontaneamente» in procura: 45 minuti di interrogatorio, «poco convincente», e di corsa a San Vittore. Continua l'inchiesta, e sembra intersecarsi sempre più con quella sulle tangenti al policlinico San Matteo di Pavia. Dove ieri, è emersa una notizia «curiosa». La Dia (direzione investigativa antimafia) aveva chiesto alla Guardia di Finanza gli atti sull'inchiesta; lo ha saputo la procura che ha scritto, protestando: a che titolo lo chiedete, visto che dovete occuparvi di mafia? Ci sono forse connessioni con il crimine organizzato? Risposta della Dia: «Non siamo in possesso di elementi utili all'inchiesta». E perché avete chiesto gli atti? «Aggiornamento dell'archivio». La procura di Pavia, poco convinta, ha presentato un esposto al Csm. Susanna Marzolla Qui a fianco Antonio Sportelli 58 anni, socialista amministratore di una Usi milanese da ieri in carcere. A destra Con. Antonio Del Pennino capogruppo del pri a palazzo Marino e a Montecitorio

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano, Pavia