Bodrato accusa: a Milano si fanno soltanto affari di Ugo Bertone

Bodrato accusa: a Milano si fanno soltanto affari Bodrato accusa: a Milano si fanno soltanto affari MILANO. ((A Milano non si fa più politica e non solo nella de, ma in tutti i partiti. A Milano tutti pensano agli affari, alle carriere e a come bloccare quelle degli altri». Cadono come macigni da Roma le dichiarazioni di Guido Bodrato, neo commissario della de lombarda. Ci voleva anche il giallo dèlio scudo crociato nella Milano delle tangenti e senza sindaco. Bodrato, secondo un'agenzia, prima minaccia, in mattinata, le dimissioni' da commissario della de lombarda poi, alle sette di sera, esce una smentita. Ma certe dichiarazioni pesano lo stesso in una situazione così logora. Anche se, per dirla con Bodrato, «è evidente l'intenzione di deformare nella forma e nella sostanza il mio pensiero, di strumentalizzare una situazione di reale difficoltà», resta la sensazione di un momento politico tormentato, quasi impossibile da governare. E non solo per la de. In casa pds oggi ci sarà, salvo sorprese, il cambio della guardia. Occhetto ha deciso: sarà Marco Fumagalli, della sinistra, a rilevare Barbara Pollastrini alla guida del partito a Milano. Ma non sarà un cambio indolore, a giudicare dalle tormentate riunioni pidiessine di questi giorni. Bolle la pentola socialista, in vista di un confronto al cospetto di Giuliano Amato che s'annuncia più che tempestoso. Insomma, il terremoto è in corso e il tentativo di Borghini di far la giunta aperta agli esterni sembra difficile. Francesco Cossiga gli ha fatto gli auguri ieri mattina. E' stata quasi l'unica bella notizia. Ma il caso Bodrato è così importante da oscurare tutto il resto. Narra il tam tam democristiano che nella serata di lunedì c'è stata maretta, alla sede di via Nirone, ove da giorni si concentrano gli autoconvocati, i peones della provincia lombarda. In una riunione ad alto livello sarebbero emersi grossi contrasti tra il commissario e altri personaggi di prima fila. Non tutti si stupiscono, perciò, quando l'Ansa invia il testo delle dichiarazioni, poi smentite, del ministro. «Da questi incarichi - avrebbe aggiunto Bodrato - come si entra, si può anche uscire. Io d'altronde non lo avevo chiesto. Mi è stato affidato, ma non sono orientato a mantenerlo. Non ho mai fatto né il commissario né il magistrato. Non mi interessa mantenere questo incarico che non è un obbligo, né un voto». Poi la smentita, che non chiude del tutto il caso. Bodrato smentisce sì «la volontà di- struttiva» della dichiarazione a lui attribuita. Ma non minimizza affatto la gravità della situazione. Anzi. «Sereno? Diciamo spiega al telefono - che cerco di conquistarla la mia serenità. No, non ho risposte già pronte ma non voglio cedere a una valutazione distruttiva». Corre una grossa differenza tra il terremoto meneghino e le situazioni di crisi del passato. «E' tutto più difficile. Altre volte - spiega Bodrato - c'erano conflitti tra gruppi di potere in un quadro più definito. Qui a Milano tutto si realizza in una situazione, più fragile, in un contesto politico delicato». E non viene voglia di mollare? «Occorre dire no alla logica della sfiducia sistematica. Si possono e si debbono sollecitare le forze costruttive, che a Milano sono ben diffuse». Fin qui Bodrato. Sabato convocherà una riunione aperta alla sede di via Nirone e sarà più esplicito perché di Milano, ripete, «io intendo parlare solo a Milano». Intanto Andrea Borruso, a nome dei de in Consiglio comunale, rilascia una dichiarazione durissima. «Il fatto che un'agenzia internazionale quale è l'Ansa - scrive - si sia prestata a una manovra contro Bodrato preoccupa perché si inscrive in un tentativo di destabilizzazione di un quadro politico già grave in sé e che rischia, senza il concorso di tutte le forze disponibili, di diventare irrecuperabile». I nervi sono tesi, insomma. E inizia un'altra serata: gli autoconvocati, poco dopo le sei, riprendono il controllo della sede. Se ne andranno solo dopo mezzanotte. Ugo Bertone Il commissario della de lombarda Guido Bodrato «Si debbono sollecitare le forze costruttive che a Milano sono ben diffuse»