Gardini: «Mai sofferto così tanto»

Gardini: «Mai sofferto così tanto» «Quei tre minuti in attesa del verdetto ufficiale sono stati i più lunghi della mia vita» Gardini: «Mai sofferto così tanto» Dopo la vittoria thrilling del Moro SAN DIEGO. «I tre minuti più lunghi della mia vita, che difficilmente riuscirò a dimenticare»: così Raul Gardini ha commentato l'attesa del verdetto che ha assegnato al Moro di Venezia la vittoria al fotofinish su America 3. Una vittoria «da infarto», quella di domenica, che ha caratterizzato la centesima regata di Coppa America: un trofeo che alla sua 28a edizione e dopo 141 di storia sembra essere rinato a una nuova vita. Un incontro vinto dal Moro di Venezia con un vantaggio di appena 3 secondi, che rappresentano il nuovo record della competizione. Fino a due giorni fa, infatti, il distacco minimo tra due contendenti di Coppa America era di 22 secondi, con i quali Wheatherly, portato dal grande «Bus» Mosbacher aveva battuto nel 1962 Gretel, l'ottimo progetto di Alan Payne, timonato da Jock Sturrock e finanziato dall'australiano Sir Packer. E le novità non finiscono qui: per la prima volta, tagliata la linea, non si sapeva chi fosse il vincitore. Non solo giudici e spettatori hanno avuto un attimo di smarrimento, ma anche a bordo delle due barche si sono vissuti tre minuti difficili da dimenticare; nessuno dei due equipaggi aveva infatti la certezza di aver vinto o di aver perso. Mai successo prima. Poi il comitato di regata del San Diego Yacht Club, presieduto da John Folting, ha comunicato il risultato e Peter Isler, il commentatore della ESPN si è avvicinato al Moro e l'ha dato a Paul Cayard. Solo gli uomini di America 3 non ci hanno creduto e hanno accettato il verdetto soltanto dopo aver visionato il videotape. Una volta a terra, tutti i nostri hanno sinceramente ammesso di non essere assolutamente stati certi della vittoria; Enrico Chieffi, da parte sua, ha aggiunto: «Ero sicuro che avevamo vinto noi, ma abbiamo visto gli americani che si sbracciavano e ho pensato che avessimo toccato la boa». «L'avevo detto che all'ultimo bordò ci sarebbe stato da morire e così è stato - raccontava Gardini che, dopo la regata, ha spiegato di aver portato con sé tre pacchetti di sigarette, ma di averne fumato solo uno e mezzo -. All'arrivo ci siamo guardati in faccia con gli americani e abbiamo allargato le braccia, non sapevamo veramente chi avesse vinto. Stantini, il prodiere, ci diceva che il nostro spi aveva passato la linea per primo, ma bisognava avere un responso ufficiale. Sono passati alcuni minuti, poi è arrivato il messaggio via radio della giuria e abbiamo avuto la conferma che avevamo vinto». «Non sapevamo chi dei due avesse vinto» ha raccontato poi Jerry Kirby, l'uomo di prua di America 3. «Albie (Fantini) e io ci guardavamo disperatamente: non sapevamo chi aveva battuto l'altro». Durante la gara Bill Koch non si dava pace: per un paio di lati di lasco ha timo- nato, poi controllava i bozzelli delle sartie volanti, ogni tanto controllava la velocità del Moro con la pistola laser o faceva altri calcoli e, alla fine stava seduto a poppa con in mano la bandiera di protesta, contro qualsiasi cosa. «E' buffo che avesse in mano una bandiera rossa, lui che è di destra», ha commentato Raul Gardini. Se vogliamo fare un altro passo indietro nella storia, quella di domenica è la prima vittoria di una barca europea in una finale di Coppa America dal lontano 1934, quando, al tempo dei J Class, l'Endeavour di Tom Sopwith vinse una regata contro Rainbow. Ripassare questa seconda regata è come immergersi in una specie di ballo frenetico, con sorpassi in poppa, virate sopravvento, strambate improvvise, incroci da brivido, bandiere di proteste alzate: un insieme esplosivo che farà prima o poi soccombere gli appassionati più sensibili. Ora si possono fare alcune considerazioni; innanzitutto non si erano mai viste in Coppa America regate così combattute, probabilmente perché non si erano mai avute barche così simili. America 3 ha molto migliorato la sua velocità dopo l'ultimo cambio di chiglia; secondo gli esperti la nuova chiglia di America 3 è assolutamente identica a quella del Moro. E il risultato è stato ottenuto da quello che tutti hanno soprannominato «Kia», ovvero dalla Koch Intelligence Agency, l'efficientissimo servizio di spionaggio messo in piedi dal miliardario del Kansas. La chiglia del Moro di Venezia è particolarmente ben riuscita ed è il risultato della collaborazione tra il team progettuale e Raffaele Marazzi, ingegnere aeronautico, che qualche anno fa è passato dagli studi sugli aerei a quelli sulle barche. Secondo Enrico Chieffi: «I cubici sono più veloci di quanto con ci aspettassimo; ma la velocità non vuol dire: i kiwi erano più veloci di noi ma alla fine li abbiamo battuti. Sarà una bella battaglia, all'ultimo metro, perché la differenza tra le due barche è veramente minima». «E' stata davvero una regata importante» ha commentato Bill Koch, che al timone lo si è visto proprio poco e soltanto durante un lato di lasco, quando è diffìcile fare errori, «ma non mi diverto a perdere». Sembra invece che abbiano raggiunto un grande affiatamento Buddy Melges, timoniere titolare e pieno di grinta, e Dave Dellenbaugh, a cui dopo averlo visto a terra, nessuno affiderebbe in regata nemmeno il suo J24. Non molto alto, scheletrico, con barba e capelli rossi, assomiglia più ad un impiegato comunale di un paesino della svizzera tedesca. Eppure, a un certo punto, ha strappato il timone a Melges per giocare un brutto tiro a Cayard, e quasi gli riusciva. Ida Castiglioni Lo scafo di Bill Koch avrebbe copiato la chiglia degli italiani Terza sfida con suspense rrcL A REGATA PROSEGUE CON IL PRIMO LATO DI POPPA [IL VENTO SOFFIA DA DIETRO LE BARCHE]. ANCHE IN QUESTA FASE LA COPERTURA DELL'AVVERSARIO É IMPORTANTE. LE BARCHE ISSANO ■ GLI SPINNAKER. SECONDO LATO DI BOLINA, PIÙ CORTO DEL PRECEDENTE 4-5-6 LATI DI LASCO [VENTO DI LATO]. É LA FASE PIÙ' VELOCE DEL PERCORSO. GLI EQUIPAGGI SONO FORTEMENTE IMPEGNATI, ANCHE PERCHÉ É NECESSARIO UN CAMBIO DI VELE DOPO LA PRIMA E LA SECONDA BOA. UN ERRORE PUÒ' ESSERE FATALE. La gioia di Gardini e Cayard dopo PI -1. Sotto | l'emozionante arrivo del I Moro e un tifoso nelle strade di Roma IL "VIA" VIENE DATO CON 10 MINUTI DI ANTICIPO, NEI QUALI LE BARCHE di regata ispettare QUALI LE BARCHE MANOVRANO PER AGGIUDICARSI LA POSIZIONE DI PARTENZA MIGLIORE. LE BARCHE NON DEVONO SUPERARE LA LINEA DI PARTENZA PRIMA CHE 110 MINUTI SIANO TRASCORSI. SE LO FANNO, DEVONO TORNARE INDIETRO E RIPARTIRE. I Lo scafo di Bill Koch I avrebbe copiato 1 la chiglia degli italiani Terza sfida con suspenseLA REGOLA DELL'ALBERO AL TRAVERSO A cerca di superare B da sopravento cioè, in questo caso, da destra. A questo punto B orza [va verso il vento] e costringe A a fare lo stesso. B ha il diritto di orzare finché il timoniere di A non vede l'albero dell'avversario al suo traverso. Da questo momento in poi B deve poggiare a sinistra [allontana la prua dal vento]. ALBERO TIMONIERE VENTO ALLA ROA La barca Interna alla boa di poppa, B, ha diritto di SSJwSilù-rÈ precedenza se è ingaggiata INGAGGIATE Con l'avversaria di almeno due lunghezze [una lunghezza è pari a Suella delle barche] prima ella boa di poppa. Due barche sono ingaggiate quando la prua di chi insegue supera la poppa di ' I conduce. BOA Alla boa di bolina ha la precedenza la barca A interna alla boa se le due barche ricevono il vento dallo stesso bordo. In caso di vento da bordi diversi A ha la precedenza wK A che ha le mure \»A a dritta ^ [vento da destra]. ^ li