Contro la sedia elettrica si mobilita il Messico di Franco Pantarelli
Contro la sedia elettrica si mobilita il Messico Texas e Virginia, vigilia di esecuzioni Contro la sedia elettrica si mobilita il Messico Due condannati: «Siamo innocenti» Chiesta la revisione del processo NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il boia del Texas per ora si riposa, quello della Virginia non lo sa ancora. Il primo avrebbe dovuto giustiziare ieri sera un messicano di 30 anni, accusato di avere ucciso un poliziotto nel 1982, ma l'esecuzione, all'ultimo momento, è stata rimandata al 24 settembre. Il secondo non sa ancora se alla fine di maggio dovrà o no legare alla sedia elettrica un uomo accusato di avere violentato e ucciso la cognata nel 1981. In ambedue i casi non si tratta del tentativo di bloccare l'esecuzione in nome della «barbarie» di questo tipo di punizione, ma di ottenere una revisione del processo in quanto i condannati si proclamano innocenti. Per il messicano Ricardo Aldape Guerra si è mosso perfino il Presidente del suo Paese, Carlos Salinas de Gortari, che ha chiesto un atto di clemenza ad Ann Richards, governatore del Texas. Ma quella è considerata la sua ultima possibilità, solo nel caso in cui i suoi legali non riescano ad ottenere la revisione del processo. Il poliziotto della cui morte è accusato aveva fermato Aldape per un'infrazione al traffico. Con lui viaggiava un altro uomo, Roberto Carrasco Flores, che, a quanto pare, sarebbe il vero responsabile dell'assassinio. Ma Carrasco è morto alcuni giorni dopo in uno scontro con la polizia e solo adesso, dicono i difensori di Aldape, sono stati trovati testimoni disposti a scagionarlo. Il giudice ha accolto la loro richiesta e ha dato loro tempo fino al 24 settembre per esibire le nuove testimonianze. Il caso della Virginia è abba¬ stanza simile. Roger Keith Coleman, che ora ha 33 anni, nel 1981 partecipò in lacrime ai funerali della giovane cognata, Wanda McCoy di 19 anni, violentata e uccisa pochi giorni prima. Ma dopo alcune settimane fu arrestato e accusato del delitto. Fu condannato a morte e da allora aspetta che la sentenza venga eseguita. In un'intervista telefonica con un giornale ha detto di essere ormai «spiritualmente preparato» a morire, ma ha continuato a negare di essere l'autore del feroce delitto: la giovane Wanda fu pugnalata 12 volte e un colpo netto alla gola quasi la decapitò. In favore di Coleman è in seguito arrivata la testimonianza di una donna, Teresa Horn, violentata da uno sconosciuto. Siccome lei gridava, raccontò, lui le pose una mano sulla bocca e le disse: «Piantala o ti faccio quello che ho fatto a Wanda McCoy», e questo mentre Coleman era già in prigione. Teresa Horn, però, è morta poco dopo (secondo la polizia per overdose, secondo la madre è stata avvelenata, forse dal violentatore) e la sua testimonianza fu rifiutata perché a quel punto era impossibile il «controinterrogatorio». Gli avvocati di Coleman si stanno battendo per ottenere che il processo venga rifatto, e intanto si preparano a presentare una richiesta di sospensione della pena al governatore della Virginia Douglas Wilder, il primo fra i candidati democratici alla Casa Bianca a rinunciare alla corsa. I suoi «record» non sono molto promettenti: finora ha accolto due domande di grazia e ne ha respinte cinque. Franco Pantarelli
Luoghi citati: Ann Richards, Messico, Texas, Virginia
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