I PARTITI ALL'ULTIMA PROVA di Marcello Sorgi

I PARTITI ALL'ULTIMA PROVA I PARTITI ALL'ULTIMA PROVA PROMESSO, non si ripeterà più. Scottati dall'incerto esordio dell'XI legislatura, i leader dei partiti, chi più chi meno, si erano lasciati con questo impegno: se la vicenda delle presidenze delle Camere era andata come era andata - un gran pasticcio finito, dopo tre giorni di scontri, con un accordo minimo per l'elezione di due galantuomini - la successione al Quirinale era il momento per la rivincita della Politica. Invece, a venti giorni esatti dalla prima prova di forza, la situazione non è cambiata. E domani, all'elezione del Capo dello Stato, il più solenne appuntamento della vita della Repubblica, i 1014 «grandi elettori» si presenteranno in ordine sparso: sapendo già che le prime tre votazioni, quelle per cui è richiesta la maggioranza dei due terzi, ormai è chiaro, andranno a vuoto. Il «gioco» vero comincerà dalla quarta: e questo spiega il clima da vecchi tempi nell'attesa di giovedì notte, le battute dei reduci, gli intrecci di scommesse: con un tifo che incrocia l'ansia di tutte le grandi vigilie con i termini velici, magari usati a sproposito, della recente Moromania. Si scherza sul «gran lasco» di Spadolini e sulla «bolina» di Andreotti; ma nessuno azzarda previsioni. Sette anni dopo, infatti, la geometria che portò all'elezione di Cossiga al primo colpo appare completamente scombinata. Il «metodo De Mita»; riproposto dal suo autore, è tramontato dopo un solo giorno. L'idea di un candidato comune della sinistra, allargata o ristretta ai partiti di tradizione socialista, è abortita fra gli insulti e i veleni nati dallo scandalo di Milano. Sull'uso o meno Marcello Sorgi CONTINUA A PAG. 3 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Andreotti, Cossiga, De Mita, Spadolini

Luoghi citati: Milano