Usa un mancino for President

Usa, un mancino for President Il New York Times apre un dibattito tra i lettori, la categoria si difende Usa, un mancino for President Lo è Bush, come Clinton e Perot: vi fidate di loro? .WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'America va a sinistra. Che il futuro presidente sia George Bush, oppure il suo avversario democratico Bill Clinton, o anche l'indipendente Ross Perot, non cambia assolutamente niente. Infatti tutti e tre, Bush, Clinton e Perot, sono mancini. E questa circostanza sta stimolando un appassionato dibattito. L'ha aperto il «New York Times», dedicando all'argomento un editoriale che ha provocato una pioggia di lettere da parte dei lettori. Il punto è: ci si può fidare di un mancino? E' consigliabile che i destini del Paese più potente del mondo siano nelle mani di un «lefthanded», anzi nella sua mano sinistra? Poiché la «Lefthanders International» di Topeka, Kansas, il gruppo che difende con maggior determinazione il destino di quel 10% di americani che sono mancini, aveva rilevato con or- Soglio la straordinaria coincienza che si verificherà alle prossime elezioni, il quotidiano aveva sentito il dovere di segna- lare il problema. Senza dimenticare il caso di Ronald Reagan, «mancino rettificato», nato sinistro e diventato destro con faticosa disciplina, un percorso parallelo alla sua evoluzione politica di democratico transfuga verso i repubblicani. L'attuale disgusto degli americani per la politica è tale che le lettere arrivate al «New York Times» non sono di mancini arrabbiati, come sarebbe successo in tempi normali. Il signor Robert Friedmann sostiene che l'appartenenza di Bush, Clinton e Perot alla categoria costituisce un «insulto ai mancini», che vantano nel loro Pantheon, oltre a Leonardo, Alessandro Magno e Elizabeth Taylor. E il signor William Fredericks, con sorella mancina, sostiene che i problemi del Paese sono tali che «ci vorrebbe un Presidente ambidestro».; Paolo Passarmi

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