L'uomo Uomo, il dio non Dio e il culto del Denaro

L'uomo Uomo, il dio non Dio e il culto del Denaro LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDB' di O.d.B. L'uomo Uomo, il dio non Dio e il culto del Denaro Un invito a riflettere Gentile signor Del Buono, la presente vuole semplicemente essere un invito a riflettere. Appartengo alla categoria di quanti preferiscono osservare e trarre conclusioni piuttosto che credere aprioristicamente in una fede. Di fronte alle brutture del presente e del passato come la mortalità per fame o le stragi perpetrate da qualche politicante passato alla Storia non riesco proprio a credere in un essere onnipotente, onorevole e giusto che permetta tutto ciò. Si potrà artatamente obiettare che «l'uomo non può comprendere dio», «dio può assegnare dure prove a certuni», «dio premia la fede nell'aldilà...», ma simili affermazioni non riescono a conciliare le disgrazie della vita con la benevolenza e la giustizia (infinite) di un siffatto essere divino, umiliano l'Uomo riducendolo a impotente pagliuzza in balia di un temibile arbitro padrone di fare, a piacimento, il bello e il brutto tempo e sembrano una cortese versione di ■■Taci! Abbassa la cresta e sopporta le tue pene senza domandartene la ragione!». Si potrebbe esaltare l'estrema libertà d'azione, nel bene e nel male, che dio concede all'Uomo; ma, se io similmente rispettassi la libertà di Tizio concedendogli di sgozzare tranquillamente Caio sotto i miei occhi, senza nulla fare per impedirglielo, le lascio immaginare che cosa si penserebbe di me. Eppure, se dio è il bene supremo, non dovremmo forse sforzarci per essere il più possibile simili a lui? Neanche un'affermazione come «un creatore ha pieno diritto di disporre a volontà delle sue creature» si concilia con l'idea di un'infinita bontà... Claudio Ghiggia, Savona Gentile signor Ghiggia, la sua trattazione è importante, ma la sua lettera è troppo lunga per lo spazio che posso concederle senza prevaricare sulla libertà d'espressione di altri. Quanto ho potuto trascrivere mi pare, comunque, chiarire che lei non considera dio Dio ma Uomo l'uomo. [o.d.b.] Utopie per il futuro Gent.mo Del Buono, grazie per aver pubblicato la mia proposta per un Inno Mondiale. Ora mi sento in dovere di trasmettere a lei, perché, ne sia autorevole custode, il modo del mio ragionamento che mi ha portato a tanto. Riflettendo sul passato, sul presente e... mie Utopie sul futuro. A un tratto di cammin di mia vita, dopo dura e amara esperienza, vivo le gioie e i dolori di questa cosiddetta «Umana Società», ma non posso tacere la mia ribellione a tanta criminalità organizzata. L'uomo, in armonia con la natura, ha scoperto e realizzato cose meravigliose che, se usate civilmente, creerebbero veramente la base per realizzare un paradiso terrestre. Ma non è così! L'uomo ha inventato il Denaro e ha creato un culto da portare ad adorare questo più di ogni altra cosa al mondo. E qui sta la causa di tanti misfatti. Produrre, non per dare e soddisfare le umane esigenze, ma per avere sempre di più. da qualsiasi campo di lavoro. Perciò io penso che l'umanità, se vorrà sopravvivere nel prossimo futuro, dovrà inventare una nuova cultura che porti a convivere i popoli del Pianeta Terra e perciò, nella singola persona, sia uomo che donna, dovrebbe prevalere l'orgoglio di sentirsi qualcuno, perché ho dato e non perché posseggo. Perciò con tanto dolore, ma ancor più con tanto amore lavoro perché una mia grande Utopia possa realizzarsi. La mia terza età la vivo così: studiando, cercando, lavorando. Scrivo poesie e compongo quadri con fiammiferi. Il più grande, al quale ho lavorato per tre anni, è titolato: «L'Umanità all'ultimo bivio»... Pietro Re, Sezzadio (Alessandria) Gentile signor Re, devo scusarmi anche con lei per avere tagliato e riassunto la sua lettera, ahimè, troppo lunga. Quando imparerete voi lettori che, se volete che il vostro pensiero sia riportato integralmente su queste colonne, dovete cercare di esprimerlo in un modico numero di righe essenziali? [o.d.b.] Consigli per il presente Egregio signor Del Buono, subito dopo le elezioni le ho scritto ma non ho avuto l'onore di una sua risposta. Ora mi viene l'estro di riscriverle nel giorno successivo a quello in cui Cossiga ha ufficialmente dato le dimissioni. Nella loro prima attività i neo-parlamentari hanno eletto due ottime persone alle Presidenze della Camera e del Senato, ma hanno palesemente dimostrato di non aver capito l'ansia di rinnovamento che il nostro popolo ha espresso con il suo voto. Ora rimangono da eleggere il Capo dello Stato e il governo: la prima carica è costituzionalmente poco rilevante, anche se Pertini e particolarmente Cossiga (per sue ragioni che credo di sapere, ma che non ritengo sia utile per ora riferire), hanno cercato, invano, di rendere diversa e più portante di quanto previsto dal dettato della Costituzione; per me è sufficiente che a questa alta, rappresentativa e onorifica carica sia eletta una persona di uguale prestigio e onestà dei due Presidenti delle Camere; a mio giudizio andrebbe benissimo la signora Nilde lotti, trattata in modo indegno dal suo partito. Tutto diverso il discorso che riguarda il presidente del Consiglio. Se i nostri parlamentari di qualsiasi colore capiscono, non c'è assolutamente una rosa di candidati: tutti devono concentrare i loro voti su una sola persona: Mario Segni. Le ragioni sono: I ) milita nella de, partito che, comunque, ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti; 2) è l'uomo che ha riscosso, nell'ultimo referendum, la maggioranza dei consensi degli elettori; 3) è un volto, finalmente nuovo, di persona universalmente stimata e onesta. Qualunque altra ipotesi condurrebbe inevitabilmente a nuove elezioni entro un anno e comprometterebbe, in modo definitivo, la nostra «entrata» in Europa, impedendo il superamento della crisi economica attuale, dovuta soltanto alla assoluta incapacità dei nostri precedenti governi. Al governo Segni, da me auspicato, suggerisco oltre alle riforme elettorali e istituzionali (volute da tutti e con difficoltà superabili con buona volontà) quattro riforme facili (?!) che non comportano alcuna spesa: I ) far tornare al più presto alla loro funzione istituzionale i giudici che prestano servizio al ministero di Grazia e Giustizia, sostituendoli con funzionari amministrativi... aw. Marcello Scotto, Savona presidente onorario della Corte dei conti Eccellenza, mi dispiace infinitamente, ma data la lunghezza della sua lettera, sono costretto non solo a non risponderle, ma a rinviare le sue illuminanti proposte a un'ulteriore puntata, [o.d.b.]

Persone citate: Claudio Ghiggia, Cossiga, Del Buono, Ghiggia, Mario Segni, Pertini, Pietro Re

Luoghi citati: Alessandria, Europa, Savona, Sezzadio