TADDEI AL MOTEL di M. Bo.

TADDEI AL MOTEL VOLTAIRE TADDEI AL MOTEL Per Utopia Americana nel ciclo di Quadri F INO a domenica 10 maggio, al Cabaret Voltaire di via Cavour 7, andrà in scena «Motel» diretto da Andrea Taddei. Lo spettacolo fa parte del ciclo «Ho fatto un sogno oppure American Cream», una serie di incontri sul teatro newyorkese degli Anni Sessanta curati dal critico Franco Quadri. Ciò che viene proposto nella sala di via Cavour, infatti, è la ripresa di uno dei tre atti unici dello spettacolo «America Urrah», presentato dall'Open Theatre Ensemble al Poket Theatre di New York nel 1966, con la regia di Jacques Levy. L'autore è Jean Claude van Itallie, allora scrittore appena trentenne, che, insieme con altri giovani drammaturghi come Sam Shepard, Maria Irene Fornés, Megan Terry e Sharon Thie, scriveva su misura per gli attori della Compagnia. In quell'epoca quello che viene comunemente definito il «nuovo teatro americano» stava ottenendo risultati clamorosi: il bisogno di rottura, la scelta della sperimentazione applicata sia ai temi trattati che al linguaggio si affiancavano e compenetravano al fervore del dibattito sociale e politico. Il 1964 è stato l'anno della rivolta studentesca all'Università di Berkeley; il presidente Johnson, eletto dopo l'assassinio di Kennedy, con l'estensione della guerra contro il Vietnam del Nord si scontrava duramente contro quella parte sempre più cospicua dell'opinione pubblica che chiedeva la fine del conflitto. L'Open Theatre nacque in quegli anni per il volere di alcuni attori del Living Theatre rimasti in America e proponeva i propri spettacoli al Café La Marna. Proprio al La Marna di New York, nel 1965, andò in scena «Motel». In esso, così come negli altri due atti unici «Interview» e «Tv» che formeranno poi l'edizione integrale di «American Urrah» l'anno successivo, Van Itallie denunciava con toni acremente satirici la massificazione dell'uomo medio americano. La riproposta di Andrea Taddei non ha, secondo lo stesso regista, intenzioni filologiche o citazionistiche, vuole essere piuttosto una reinterpretazione di un testo che allora si distinse per il forte valore accusatorio e di protesta. Oggi la «Masque per tre fantocci» di Van Itallie, interpretata da Roberta Benvenuto, Diego Marzorati e Bruna Puglisi nella traduzione di Ettore Capriolo, scadute le urgenti pulsioni che l'avevano generata, si presenta dunque - e sono ancora parole di Taddei - «come una operazione squisitamente teatrale». Giovedì 14 maggio alle ore 21 al Cabaret Voltaire verranno proiettati i video curati da Gianfranco Mantegna per la serata «L'archeologia del video». [m. bo.]

Luoghi citati: America, New York, Vietnam Del Nord