ELEGIA PER PAOLA

ELEGIA PER PAOLA SCENE ELEGIA PER PAOLA La Roman all'Araldo in un testo di Cipolla U NA Pizia decrepita e annoiata. Avvolta nel disgusto per gli umani che le chiedono oracoli e stizzita per la scemenza delle sue stesse visioni. Disinteressata alle domande dei pellegrini, cui risponde tirando a indovinare. Com'era successo una volta con il giovane Edipo, un ragazzo insistente, che aveva mandato via con una risposta davvero impossibile... E' questa la «scena» dello spettacolo «Elegia per Pizia solista», di Alfonso Cipolla, un «Omaggio a Friedrich Durrenmatt», per la regia di Luca Valentino. Sul palco dell'Araldo da venerdì 8 a domenica 10 maggio - a dondolarsi svogliatamente sul sacro tripode c'è Paola Roman, brava attrice della giovane generazione torinese. Più che un essere divino, la Pizia sembra una vecchia demente, cui affiorano brani di memorie e di antichi vaticini. Si aggira come una barbona, tra pentolini di semolino avanzato. I mitici e «alti» nomi di Edipo, di Tiresia, di Giocasta, Laio, Creonte, quello sinistro della Sfinge, sfilano nel suo parlare come in un delirio grottesco. «Abbiamo lavorato su Edipo - racconta l'autore Alfonso Cipolla - perché ci piaceva. Con Paola il confronto è stato a ta¬ volino: io scrivevo, poi ci trovavamo a parlare di ciò che avevo fatto. Il testo.è nato così, pian piano». Secondo gli intenti, la pièce dovrebbe «far ridere». «Ma è come un rasoio affilatissimo - dice Cipolla -: si cammina sul filo, da'un lato c'è il divertimento, dall'altro l'angoscia. La Pizia ha trecento anni, vissuti al servizio di Apollo. Le risposte che dà se le inventa per non disturbare il dio. Poi, alla fine si accorge che Apollo non c'è, e la perdita di quest'illusione la uccide. In fondo è quello che accade anche a noi, quando perdiamo i valori. E osservando questo, il divertimento se ne va e rimane un disagio che sentiamo un po' tutti», [cr. e]

Persone citate: Alfonso Cipolla, Araldo, Cipolla, Friedrich Durrenmatt, Luca Valentino, Paola Roman, Pizia