TANTI PRETI GUERRIERI TRA LE SPIE A VARSAVIA di Piero Soria

TANTI PRETI GUERRIERI TRA LE SPIE A VARSAVIA TANTI PRETI GUERRIERI TRA LE SPIE A VARSAVIA JAN Korek è la Polonia perseguitata, fatta di rastrellamenti, di delazioni, di tradimenti: lo stivale che schiaccia dissenso e speranza sotto il tallone poliziesco di uno Stato repressivo che vuole sopravvivere a tutti i costi, nonostante i chiari segnali della fine. Ma è anche la nuova Polonia che si è finalmente scrollata di dosso quel giogo e che cerca disperatamente di crescere nelle regole della democrazia, senza rese di conti e senza vendette che la ricaccerebbero inevitabilmente nella spirale di quella barbarie appena abbattuta. Jan è in sostanza l'uomo che, prima, lotta e demolisce il vecchio potere. E che, poi, diventa un ingranaggio fondamentale del nuovo e che non vuole cadere nella contraddizione dei vinti diventati vinci¬ tori, preda soltanto del desiderio di appagare rancori e risentimenti. Nostra Signora del Kgb non è una biografia politica, un affresco di Solidamosc, la storia di una guerra riuscita. Ma è il viaggio misterioso nel mondo dei servizi segreti dell'antico Est. Una spy story furtiva, dai ritmi fascinosi, che penetra indifferentemente nelle sacre¬ stie dei preti guerrieri e nei santuari delle intellighentie dominanti, negli antri dei vili o nei giardini degli eroi. Con una particolarità: quella di non lasciarti mai certezze sui ruoli. Ognuno infatti può sempre essere il contrario di ciò che appare, soprattutto le donne. Regola questa che ogni maestro della suspense segue come un vangelo nero. E che certamente non tradisce un Luigi Bisignani che, tra i suoi meriti, ha già quello notevole di aver firmato II sigillo della porpora. Le donne, quindi. In queste pagine diventano l'emblema di fragilità dure, di ambiguità inattese, di impazienti placidità. Un legame di tensione che trattiene tutti i personaggi, una serie di anime nelle mani di burattinai sempre diversi tra di loro e per questo insospettabili. Fili conduttori che conducono ad una soluzione tanto inattesa quanto amara. Belle, odiose, sante. Madri premurose, sorelle ansanti, amanti torride di cattoliche empietà, amiche intense e mogli fragili. Sono loro a dettare i ritmi, a segnare i tempi di un racconto rapido e sottile, anche quando rallenta per descrivere pezzi di una Varsavia affascinante di tristezze. Jan Korek finisce così, pur essendo il protagonista totale, per diventare una specie di guida che traghetta il lettore in un labirinto di emozioni concentriche, destinate ad aumentare di intensità a mano a mano che ci si avvicina al centro. Sino cioè all'inevitabile colpo di scena finale. Piero Soria Luigi Bisignani Nostra Signora del Kgb Rusconi pp. 266. L 28.000

Persone citate: Luigi Bisignani

Luoghi citati: Polonia, Varsavia