Follie per il Filadelfia in cartolina di Gianni Bisio

A fianco dei giovani perché acquistino fiducia in se stessi Un progetto Lions e Provincia A fianco dei giovani perché acquistino fiducia in se stessi Un progetto per insegnare agli adolescenti a sviluppare positivamente la propria personalità, prevenendo le devianze: alcol, droghe, vandalismo, violenza. Si tratta di aiutarli, senza imposizioni, a trovar fiducia in se stessi, ad ascoltare e farsi ascoltare, a superare la sensazione di dubbio e di rifiuto nell'assunzione di responsabilità, a individuare obiettivi concreti e a resistere alle possibili influenze negative dei coetanei, per giudicare con spirito critico le pressioni del contesto sociale e la carenza (o inesistenza) di certi rapporti familiari. E' questo il senso del «Progetto adolescenza» che Lions Club e assessorato all'Assistenza della Provincia di Torino, in una collaborazione singolare tra privato e pubblico, lanciano, per mezzo della scuola, come sfida alle devianze e ai turbamenti della pubertà, al disagio di vivere. L'iniziativa è stata presentata ieri all'Unione industriale dall'assessore all'Assistenza della Provincia, Cataldo Principe, dal governatore del distretto 108 dei Lions, Elio Machi, e dal provveditore agli studi, Luigi De Rosa. «E' un'operazione che non deve cadere nella presunzione di insegnare degli adulti, ma deve svolgersi con un lavoro comune, un affiancamento ai ragazzi», ha spiegato Gianni Callegari, del Servizio programmazione e ricerca della Provincia, illustrando un primo esperimento condotto alla media «8 marzo» di via Coggiola e condensato in un «video». Per il provveditore agli studi, Luigi De Rosa, la scuola è pronta allo sforzo: «L'unico problema è quello di poter disporre di sufficienti risorse». Benvenuto, quindi, all'aiuto dei privati. Il «Progetto adolescenza» che ora approda a Torino è stato elaborato nel 1984 dalla fondazione Quest, su incarico dei Lions clubs international, ed è stato sperimentato con successo in 27 Paesi, tra i quali Svezia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Più di 20 mila scuole lo hanno adottato, 72 mila insegnanti lo stanno applicando e circa 3 milioni di allievi lo seguono ogni anno. «Il progetto - spiega l'assessore Principe - si articola nel periodo di un anno scolastico, quando le difficoltà emotive del ragazzo nei confronti dei compagni e degli adulti sono vive e riflettono tensione e squilibrio. Il lavoro richiesto è individuale ed esclusivo: in un primo momento è di attenzione ai compagni, poi di confronto e di coinvolgimento dei genitori». Domenico Boschini, responsabile per il Lions-Quest del progetto, chiarisce che l'obiettivo è di proporre tirocini per addestrare e invitare i giovani a prendere decisioni costruttive sul piano sia personale sia sociale. In pratica, si tende a sviluppare la capacità di ragionare e di analizzare, a migliorare la comprensione dei sentimenti e delle emozioni, la capacità di comunicazione e, infine, l'azione. Il progetto si sviluppa in tre campi: scuola, famiglia, collettività. Per la scuola si è studiata una metodologia per insegnanti e operatori basata su 70 lezioni da inserire nei corsi scolastici. In famiglia si incoraggiano i genitori a collaborare alle attività dei figli con letture e partecipazione ad incontri. Nella collettività, infine, si organizzano progetti di servizio volontario per favorire le relazioni tra adulti e adolescenti. Gianni Bisio

Persone citate: Cataldo Principe, Domenico Boschini, Elio Machi, Gianni Callegari, Luigi De Rosa

Luoghi citati: Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Svezia, Torino