Il Torino fa il tiro a segno sulle macerie del Genoa

Il Torino fa il tiro a segno sulle macerie del Genoa Largo successo dei granata che nell'anticipo di A hanno provato, senza Vazquez, la formazione per l'Ajax Il Torino fa il tiro a segno sulle macerie del Genoa TORINO. Le influenze di questa stagione sono traditrici. Un giorno ti senti benissimo, corri e zompi come un grillo, e il giorno successivo ti senti come se ti avesse investito un autobus sulle strisce pedonali con 38 e mezzo di febbre. Eh sì, sono traditrici le influenze, in particolare quella che ha levato Martin Vazquez dalla partita di ieri contro il Genoa e, con ogni probabilità, da quella di mercoledì contro l'Ajax in Coppa Uefa. Infatti, se le parole sono pietre, la squadra per Amsterdam dovrebbe essere quella che ieri ha strapazzato per 4-0 la buonanima del Genoa, naturalmente con il rientro di Fusi e di Mussi al posto di Arnioni, squalificato, e di Bresciani. «Questa è una partita che determinerà l'undici di partenza in Coppa», aveva anticipato il Mondo. Ed ecco fatto. Il campionato gli lascia sul vassoio una squadra che ripesca energie nascoste in uomini afflosciati una settimana fa: Graverò e Benedetti, ad esempio. E ripropone un Sordo disciplinato per quanto può esserlo un puledruccio com'è lui. Mondonico avrebbe voluto lanciarlo comunque al posto di Vazquez per dare più dinamismo al centrocampo. Ora con il forfait dello spagnolo a quattro giorni dal match, certe indicazioni appaiono più convincenti. Il tranello nel quale può cadere il Torino dopo una partita del genere è di trarre conclusioni troppo ottimistiche. Il Genoa non è l'Ajax. Non lo è proprio dal giorno in cui affrontò gli olandesi in Coppa. A questo punto non si sa neppure cosa sia. Definirla una squadra ci pare azzardato. A Torino, dove la sorte li ha caricati spesso di goleade (cinque dal Toro l'anno scorso, tre dalla Juve quest'anno) i rossoblu sono apparsi un esercito in rotta. I genoani hanno retto un tempo e con il fiatone. Poi si sono aperti i cancelli e i granata sono entrati in carrozza in una difesa sbrecciata. Signorini ha lottato quanto ha potuto. Gli altri, a cominciare dal portiere Berti, si sono arresi più in fretta. D'accordo sulle assenze, numerose e importanti. Ma c'è un modo di salvarsi anche nella sconfitta, come il Genoa non ha saputo fare. Bagnoli potrebbe andarsene con due settimane di anticipo, qui ormai ognuno va per conto suo e se il campionato durasse un mese in più ci sarebbero le condizioni per retrocedere. I trecento ultras che dalle tribune gridavano il loro disprezzo avevano, per una volta, ragione. Il Toro ha approfittato di tutto questo, tirando fuori dall'armadio il suo goleador in naftalina, Bresciani, che ha rotto il ghiaccio dopo 17 minuti. Lentini lo ha visto tutto solo a centro area e gli ha servito un cross delizioso, ben controllato, ben realizzato. A quel punto si sono sciolte le previsioni del quarto pareggio consecutivo dei granata e ha preso forma la quarta sconfitta del Genoa. Aguilera, ben marcato da Annoni, ha cercato qualche colpo per ingraziarsi il pubblico che un giorno sarà suo. Ma gli è mancato l'appoggio di Skuhravy, sul quale Benedetti ha giocato con un piglio implacabile. Lo schemino che aveva fatto le fortune rossoblu (palla lunga e spizzicata dal boemo per l'uruguayano) si è inceppato e nel fare gioco il Genoa ha perso il confronto con il Toro. Ritmo basso, nel primo tempo, anche per il caldo, ma qualche buona occasione da gol, come quella fallita da Policano di testa su invito di Sordo al 29', o un'altra sprecata per l'incertezza di Venturin, al 44', sempre sul suggerimento di Sordo. Per il Genoa, soltanto una gran punizione di Bortolazzi, da 35 metri, deviata da Marchegiani. Il crollo però è avvenuto nella ripresa. Il Toro, che stava cedendo ai nervi, con qualche battibecco di troppo anche con la panchina, ha trovato finalmente la pace al 61' con il gol di Scifo: una bella punizione, di destro, forse per un fallo inesistente. E il 2-0 non ha sprigionato soltanto il rancore che il belga covava da un pezzo, dopo i fischi dei primissimi minuti. E' stato tutto il Torino a lievitare, sfiorando altri gol e realizzandone due, con Vieri e Policano. Per il giovanissimo attaccante, figlio dell'ex juventino Bob Vieri, il primo gol in serie A ha avuto pure l'impronta della bellezza: si è catapultato di testa sul cross teso di Arnioni e ha piazzato la palla nell'angolo opposto. Sei minuti dopo, al 78', Policano ha percorso, palla al piede cinquanta metri, e da qualche passo ha sparato una bordata dal basso in alto centrando una fessura tra Berti e il palo: 4-0. Il resto è stato soltanto l'augurio della folla per Amsterdam, oltre alla gioia di Sinigaglia, tornato in campo dopo un travaglio di due anni: al secondo minuto era già ammonito per un fallo di mano volontario. Non si è neppure arrabbiato. Marco Ansaldo TORINO MARCHEGIANI 6,5 ANNONI 6,5 POLICANO 6,5 SORDO 6,5 BENEDETTI 7 CRAVERO 7 SCIFO 6,5 LENTINI 6,5 BRESCIANI 6,5 (64' VIERI) 6,5 CASAGRANDE 6,5 (72' SINIGAGLIA) SV VENTURIN 6,5 All.: MONDONICO 7 4 OENOA BERTI 5 TORRENTE 5 CORRADO 4,5 (67' IORIO) 6 BIANCHI 5 COLLOVATI 5 SIGNORINI 5,5 RUOTOLO 6 BORTOLAZZI 6 AGUILERA 5,5 SKUHRAVY 4,5 FIORIN 5 All.: BAGNOLI 5 0 Arbitro: LANESE 6 Reti: 17' Bresciani, 61' Scifo, 72' Vieri, 78' Policano. Ammoniti: 15' Bianchi, 35' Corrado, 38' Lentini, 50' Marchegiani, 74' Sinigaglia. Spettatori: paganti 2.924 per un incasso di 79.400.000 lire più 26.060 abbonati per 587.381.948 lire. —™ Scifo realizza il 2° gol granata su punizione; con il successo di ieri il Torino si è garantito l'Uefa per il '92-93

Luoghi citati: Amsterdam, Torino