Scala mobile tamburi di guerra

Scala mobile, tamburi di guerra Mentre Cgil, Cisl e Uil cercano l'unità, scendono in campo i metalmeccanici Scala mobile, tamburi di guerra Del Turco attacca la Con/industria «Si ostina a non sedersi al tavolo» ROMA. Mentre Cgil, Cisl, Uil restano divise sul contestato pagamento dello scatto di contingenza a maggio, ma da Palermo mandano cauti segnali «ainitari» sulla riforma del sistema contrattuale e della struttura del salario, i metalmeccanici scendono in campo annunciando di essere pronti a mobilitarsi per rispondere alle «inaccettabili provocazioni degli industriali e del loro presidente Sergio Pininfarina che, ai grossi vantaggi già accumulati, pretende di fissare quando e a quali condizioni si fa il negoziato». «Non siamo disposti a subire passivamente - dice Gianni Italia, leader della Firn un atteggiamento assurdo della Confindustria». Senza il pagamento dello scatto di contingenza a maggio i metalmeccanici subiranno a fine '92 una perdita secca dell'1,5-2% nel potere d'acquisto della busta paga, ed è questo taglio che «voghamo trattare, discutere ed eventualmente recuperare attraverso un accordo-ponte che non impedisce l'avvio della trattativa sulla riforma del salario». Italia critica la formula «ambigua» dell'accordo del 10 dicembre e sostiene: «Siamo alla rottura completa, per l'insipienza e l'ingordigia degli industriali che hanno risposto di no a qualsiasi iniziativa (accordo-ponte prima, anticipo della trattativa poi)». Il 14 maggio Fiom-Fim-Uihn torneranno a incontrare la Federmeccanica, poi valuteranno il da farsi «ma credo - aggiunge il leader Firn - che sarà inevitabile mobilitare la categoria». E a fine maggio Firn, Fiom, Uilm apriranno un altro fronte: contrattazione integrativa. A sparare bordate sulla Confindustria è stato anche Del Turco, ((numero 2» della Cgil (pre- sente al convegno palermitano dell'Assocrediti con il segretario generale Uil, Pietro larizza, e il segretario confederale Cisl, Sorrento): «Posso capire che in attesa della ratifica del nuovo presidente, Luigi Abete, il vecchio presidente, Pininfarina, non se la senta di avviare un negoziato. Ma da questo a negare l'esigenza anche di colloqui informali che diano al Paese l'immagine di forze sociali impegnate a trovare soluzioni è sbagliato». E aggiunge che sarebbe stata l'occasione perché gli industriali e le organizzazioni sindacali dessero un messaggio positivo al Paese visto che la prossima legislatura sarà quella che dovrà affrontare non tanto il nodo delle indicizzazioni, quanto il problema della politica dei redditi. Una proposta, su questo tema, è venuta da Sorrenti (Cisl) che ha ipotizzato «una sessione annuale per la concertazione della politica dei redditi e per una effettiva tutela del salario reale, chiamando in causa la Banca d'Italia, come possibile sede». Secondo Surrenti, infatti, Bankitalia è l'organi¬ smo in grado di assumere determinazioni di politica economica. Per il segretario aggiunto Cgil comunque il problema della riforma del salario va individuato soprattutto nel mezzo per ampliare il potere negoziale a scapito degli automatismi, per trovare una via di mezzo che tenga conto del rilancio del potere negoziale e ridurre la portata stessa degli automatismi. La materia del negoziato, secondo Larizza, non è la riforma del salario, ma il problema di fondo rimane quello di capire «qual è la partita che si sta giocando», solo così ciascuno può mettere sul tavolo le proprie carte. Sorrenti per la Cisl ha detto che lo scatto della scala mobile di maggio è un problema «marginale»: il problema del Paese, infatti, è quello di come si forma il reddito e che la spesa pubblica è inefficiente. Ha invece ribadito che l'accordo di dicembre è positivo «perché altrimenti ci saremmo trovati di fronte alla disdetta della scala mobile senza l'accordo». Francesco Bulk» Ma dalla Cisl si affaccia una proposta «Sia Bankitalia a attuare il controllo dei salari reali» '88 '89 '90 '91 INDUSTRIA ENERGETICA •88 '89 '90 '91 TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE ■88 '89 '90 '91 COMMERCIO PUBB. ESERCIZI '88 '89 '90 '91 AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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