Inquisizione per gli ex comunisti

Inquisizione per gli ex comunisti Diffidenza per la richiesta di Walesa di poteri speciali, vacilla il governo Inquisizione per gli ex comunisti Solidamoso una legge li bandisca dal lavoro VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO E' veramente schizofrenica questa Polonia che Lech Walesa vorrebbe ricostruire con il piglio del dittatore democratico. L'idea del pugno di ferro abbinato al guanto di velluto, lanciata l'altro ieri con la proposta della presidenza forte di tipo mitterrandiano, sta raccogliendo consensi in quasi tutti gli schieramenti politici. Ciò costituisce un'indubbia sorpresa in quanto era attesa una levata generale di scudi, stupore comunque mitigato dai condizionamenti che uniformano le reazioni. Il progetto andrebbe cioè accolto soltanto come ipotesi futuribile, nel quadro dell'esigenza di procedere alle riforme finora disattese. Se è accettabile in linea di principio, non piace tuttavia il suo autore, che precipita al minimo storico dell'indice di popolarità. L'ultimo sondaggio condanna Walesa implacabilmente, appena il decimo posto di gradimento, quasi vicino allo zero. In questa cornice di segnali contrastanti il Paese si consulta sulla proposta, la rivolta come un calzino, e sentenzia: si può fare, anzi è benvenuta ma il Walesa di oggi non sarebbe l'uomo giusto per attuarla. E così Alexander Hall, esponente di punta dell'Unione di centro dell'ex primo ministro cattolico Tadeusz Mazowiecki dice che il Capo dello Stato ha ragione nel denunciare l'immobilismo della classe politica, «ma ha anche torto marcio perché di suo aveva contribuito ad alimentare lo sfascio delle istituzioni. Gli chiediamo pertanto un momento di riflessione prima di procedere ad ulteriori sortite». La diagnosi bifronte trova consenziente perfino Alexander Kwasniewski, leader della Socialdemocrazia della Repubblica nata dalle ceneri del partito comunista. «Condivido le critiche ma non trovo nell'intervento di Walesa alcun accenno di autocritica». Entusiasta invece appare Krysztof Krol della Confederazione per la Polonia indipendente di ultradestra: «Walesa ci ha rega¬ lato un discorso molto pacato, pur dandoci il benservito in quanto siamo giunti all'ultima spiaggia», mentre di parere opposto è Ernest Skalski, vicedirettore della «Gazeta Swiateczna», vicina ai tradizionalisti di Solidarnosc. «Walesa non ha diritto di impartire lezioni, resta il principale responsabile della degradazione della vita polacca sulla quale versa tante lacrime. Se continuerà di questo passo, allargherà il fossato che lo divide dal Paese». La giornata del ripensamento è stata poi movimentata dal documento emesso dalla direzione del sindacato storico di Danzica. Si tratta del progetto di legge che intende bollare di criminalità l'ideologia comunista marxista e leninista. Insieme andrebbero messe al bando, vietandone ogni diffusione propagandistica, e non basta. «Chiunque abbia operato a livello politico nel disciolto poup e nelle organizzazioni affiliate (partito democratico Sd ed il gruppo contadino Zsl) dovrà essere interdetto a lavorare nell'amministrazione pubblica», allargando la restrizione «a coloro che abbiano fatto parte, dal dicembre '48 al gennaio '91, dei servizi d'informazione della polizia segreta», l'odiatissima Sb. Per loro, qualora l'epurazione diventasse legale, porte sbarrate nell'esercito, nei mezzi d'informa¬ zione e nelle imprese statali. Inoltre c'è da registrare il progressivo sfaldamento della compagine governativa di minoranza, boccheggiante ormai da mesi e tenuta in piedi nel segno dell'instabilità permanente per mancanza di valide alternative. Ieri ancora una spallata e ad infliggerla questa volta è stato il partito dei cristiano democratici. Ha ritirato l'appoggio dei suoi 6 deputati, indebolendo ulteriormente la coalizione di Jan Olszewski (che, secondo il notiziario televisivo «Panorama», intenderebbe dimettersi: la notizia, però, è stata smentita dal segretario personale del premier). Gli restano a fianco cinque partiti (Alleanza popolare, Intesa di centro, Unione cristiana nazionale, Club democratico-cristiano, Fronte contadino) che insieme riescono a raggranellare 176 voti, ben 55 sotto la maggioranza. E subito il ministro degli Esteri Krzysztof Skubiszewski ha sottolineato i riflessi negativi che l'instabilità interna provoca alla diplomazia di Varsavia, alla vigilia di un importante appuntamento internazionale. La prossima settimana Walesa dovrebbe annunciare la data della cruciale visita a Mosca, si parla del 20 maggio, per discutere con Eltsin tempi e modi con cui accelerare il ritiro dei 350 mila soldati ex sovietici sul territorio polacco. Piero de Garza rolli

Luoghi citati: Danzica, Mosca, Polonia, Varsavia