Baby-gangster, è allarme Raddoppiati in cinque anni di Francesco Grignetti

Baby-gangster, è allarme Raddoppiati in cinque anni Rapporto di Martelli: 8000 delinquenti sotto i 14 anni Baby-gangster, è allarme Raddoppiati in cinque anni ROMA. Ci sono le baby-gang, i baby-estorsori, i baby-spacciatori. La cronaca racconta sempre più spesso la storia di bambini perduti nel mondo della malavita. Anche il cinema li ha scoperti, i piccoli spacciatori a Napoli come la prostituta bambina a Milano. Ed è un dramma che si sta estendendo a macchia d'olio. Inaugurando a Roma il convegno internazionale «L'uso dei minori nelle attività criminali», il ministro della Giustizia Claudio Martelli spiega così il fenomeno: «Troppo spesso l'adulto ritiene di poter usare o non usare il bambino, venderlo, acquistarlo, sfruttarlo. E speriamo che non sia fondato il timore di un raccapricciante smembramento di bambini per utilizzo di organi, di cui per fortuna in Italia non si ha notizia». Il convegno si tiene a Casal Del Marmo, il carcere minorile di Roma. Una scelta azzeccata, per questo incontro fra esperti. Tanto per cominciare, il ministero di Grazia e Giustizia ha diffuso le cifre più aggiornate sui baby-reclusi. E' un piccolo boom di incarcerazioni. Il commento di Martelli è sconsolato: «La criminalità minorile nel nostro Paese è raddoppiata negli ultimi cinque anni. Si è passati da 20 mila a circa 40 mila minorenni denunciati. Triplicati i minori che hanno a che fare con la droga, da 700 a 2100 circa». Ci sono tutti, nei riformatori italiani. I giovanissimi nomadi e gli slavi (579 nel 1991) che si sono specializzati in borseggi e ~~furti-iii_ap_partamenti. Oppure i ragazzi arabi, che spacciano droga: nel 1991 sono stati 139 i minori nordafricani entrati in riformatorio. Non è scomparsa, poi, la tradizionale «devianza minorile» delle metropoli. E infine i ragazzi del Meridione che crescono con il mito della criminalità organizzata. Anche loro si organizzano. E poi si danno ai reati tipici di mafia o camorra: estorsioni, ferimenti, omicidi, attentati, spaccio di droga. Ultima notazione: i piccoli criminali sono sempre più piccoli. Nell'86 erano appena 2 mila i bambini coinvolti sotto i 14 anni; nel '90 sono oltre 8 mila. Piccoli, insomma, ma determinati e sempre più audaci. «Ragazzi svegli e coraggiosi racconta Martelli - sono stati trovati accanto ai boss nel corso di riunioni scoperte dalla polizia. Certi minori si rivelano collaboratori preziosi (per i boss) perché svelti e affidabili». E ancora, a proposito dei piccolissimi, dei tredicenni: «Svelti esattori di bollette, piccoli operai del contrabbando e venditori di droga. Per queste attività, i minori e le loro famiglie sono pagati o guadagnano ben più di quanto potrebbero con le normali occupazioni. E ciò ha una grande capacità suggestiva ai fini della scelta di vita». Ma non è solo un problema educativo. Avverte Federico Palomba, consulente dell'Onu e direttore dell'Ufficio centrale per la giustizia minorile: «Questa aberrante negazione dell'infanzia ha una pericolosa conseguenza anche di ordine sociale». Se aumentano i minori nelle attività criminali, infatti, disposti a vivere nell'illegalità, diventa sempre più difficile contrastare le organizzazioni criminali. Sì, perché su una cosa si trovano d'accordo tutti gli esperti. La criminalità organizzata ricorre ai minori per motivi pratici: costano meno, sono più malleabili, è più difficile punirli rispetto agli adulti, e in fondo è molto facile sostituirli da un giorno all'altro con nuovi bambini. Ma il fenomeno non è solo italiano. «Ha una spaventosa dimensione mondiale», spiegano gli esperti dell'Onu. Ecco Vitit Muntarbhorn, professore della facoltà di Giurisprudenza, da Bangkok. La sua analisi, incentrata sul Sud-Est asiatico, si rivela universale: «Nei Paesi dove c'è una ampia parte della popolazione che vive in condizioni di povertà, i giovani delle famiglie più povere sono particolarmente indifesi contro l'aggressione delle organizzazioni criminali». Le parole del professore thailandese andrebbero riportate in tutti i depliant turistici per occidentali in cerca di «esotismo». «In Asia, il problema della prostituzione minorile, maschile e femminile, è crescente. E i casi di prostituzione forzata sono continui». Ecco quanto accade in Indonesia, ad esempio: «La maggior parte delle prostitute forzate, vengono raccolte da villaggi poverissimi con l'inganno o vendute dalla famiglia. In molti casi, sono ragazze fra i 13 e i 17 anni che vengono assoldate per lavorare come domestiche nella capitale, a Giakarta, e finiscono per fare le prostitute nei bordelli». Francesco Grignetti Triplicati i minori coinvolti nello spaccio di droga E al Sud sta dilagando il mito del criminale Il ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli. Ha lanciato l'allarme al convegno «L'uso dei minori nelle attività criminali»

Persone citate: Claudio Martelli, Federico Palomba

Luoghi citati: Asia, Bangkok, Giakarta, Indonesia, Italia, Milano, Napoli, Roma