PARLA «MINOSSE» AMATO

Due arresti eccellenti anche a Varese Il democristiano Vittorio Caldiroli e il psi Carlo Facchini. Le accuse: tangenti per case di riposo Due arresti eccellenti anche a Varese E subito a Milano si dimette la giunta regionale VARESE DAL NOSTRO INVIATO La chiamavano «Nonno connection», perché era un'inchiesta su poveri vecchietti maltrattati in ospizio, perché era lenta lenta, da qualche mese in apparente torpore. E invece, martedì, un paio di perquisizioni. E ieri mattina, ore 4,30, il brutto risveglio: due assessori regionali che finiscono in galera, in isolamento «perche c'è il rischio che inquinino le prove»: uno è il de Vittorio Caldiroli, l'altro è il psi Carlo Facchini, potente segretario del garofano varesino. Concussione aggravata. Piimo effetto: a Milano, nel pomeriggio, la giunta regionale si arrende e si dimette. Crisi nera. Agostino Abate, il sostituto procuratore che indaga, è nella sua stanza piena di scatoloni: «Tanta, tanta, ma tanta di quella roba...», dice quasi sorpreso. Proprio martedì, perquisizioni nella sede del psi, perquisizioni negli uffici dei due assessori, ha trovato il suo tesoro: «Quello che cercavo e anche qualcosa di più». E adesso, Varese come Milano, Abate come Di Pietro? «Vedremo, dipende, lo sapremo quando gli atti arriveranno a maturazione...». Intanto, e da un bel pezzo, Abate e Di Pietro si sentono tutti i giorni. Probabile che, prima o poi, incontrino gli stessi imputati. ■ E anche qui, come a Milano, tutto parte da due giudici con la mania del computer. L'inchiesta di Abate è dell'autunno '90, quando manda ì carabinieri nella casa di riposo «Domus terapica». Fuori uno splendore, dentro un letamaio, assistenza assente e perfino una vecchietta morta da ore e abbandonata su una specie di letto, il suo. Scopre, il giudice, che la casa di cura aveva avuto autorizzazioni strane. Anzi, per legge, neppure doveva esistere. Sospetta tangenti. H direttore sanitario della «Domus», Giuseppe Garofalo, segretario del psi a Valganna, scappa con moglie, figlio e due miliardi. Proprio un anno fa, il giudice arresta un funzionario della Provincia: Pietro Liati, capogruppo psi a Cassano Magnago, responsabile di quell'ufficio che autorizza o revoca i permessi per le case di riposo. In carcere anche un ragioniere dello Stato, Giuseppe Brindisi. E a questo punto partono tre avvisi di garanzia: per gli assessori regionali Caldiroli e Facchini e per l'assessore provinciale ai servizi sociali, il socialista Vincenzo Sarchiella. Altri mesi di silenzio, nessuna fuga di notizie. Ma il giudice lavora: ben 30 mila intercettazioni telefoniche. Il colpo grosso è di ieri, quando i concittadini di Umberto Bossi erano già stati sconvolti, o eccitati, dalla notizia dell'arresto milanese di Augusto Rezzonico, l'ex senatore e padrone della de di Varese. Facchini è stato arrestato alle 4,40 a casa sua. Dormiva. Caldiroli non ha dormito a casa, il giorno prima aveva disertato due riunioni a Firenze e Roma. Aveva prenotato, per ieri mattina, il volo Malpensa-Cracovia. Un appuntamento con il suo avvocato, l'ex senatore socialista e presidente della Banca Popolare di Luino e Varese Giovanni Valcavi, è stato fatale. Preso davanti all'ascensore. Questa mattina, in carcere, ascolteranno le contestazioni del giudice. Per il socialista Facchini, assessore alla Cultura, l'accusa si riferisce ad una tangente di 300 milioni per autorizzare l'attività della «Domus». Per Caldiroli, assessore all'Agricoltura, de del grande centro forlaniano, le accuse sono due. Aver incassato 17 milioni per una casa di ricovero a Marchirolo e aver trattato una tangente di 75 milioni sui 570 l'anno che la Regione avrebbe deliberato per una casa di cura a Barasse Reazioni. «Un momento, non lasciamoci travolgere da questo clima di caccia alle streghe - commenta Antonio De Feo, successore di Rezzonico, dalla scomoda poltrona di segretario de -. Anche se sono stati arrestati restano indiziati. Bisogna aver rispetto». Il commissario di piazza del Gesù, Guido Bodrato, arriverà presto anche qui. «E' vero - dice Marcello Pedroni, vicesegretario psi -, il psi di Varese da almeno dieci anni si è identificato in Facchini. Il colpo è duro, ma lui si è autosospeso e ci ha detto che non c'entra». E mentre parla riceve Wal- ter Marassi, il commissario psi arrivato da Milano. La confusione è notevole. Si aspettano gli interrogatori, Milano e Di Pietro sono troppo vicini, de e psi temono altri coinvolgimenti di partito: «Partito?», risponde il giudice Abate: «Io conosco solo degli imputati». Ma questa frase non basta. Anche perché il giudice aggiunge che l'inchiesta è su «Comitato d'affari». In Regione ha sequestrato delibere recenti e lontane, quando Caldiroli era assessore proprio all'assistenza e Facchini, presidente delle Ferrovie Nord dopo Augusto Rezzonico, nella Commissione ambiente, quella che si è occupata di quel grande affare che è «Malpensa 200». Stupore in città? Il segretario de: «Qui siamo al Medio Evo, qui la piazza giustiziera corre ai forni per rubare il pane e bruciare il fornaio». Il vicesegretario psi: «Qui, nella terra di Bossi, avere in tasca una tessera di partito è come essere appestati». Michele Zuccaia, ex capogruppo in Senato per il psi, non è d'accordo: «E' dall'80 che ve lo dico, l'arresto di Facchini è solo la parte emersa di un blocco affaristico. Che c'entra con le nobih tradizioni del psi varesino?». E Bossi gongola. Ha telefonato, ieri sera: «Mettete fuori dalla sede la bandiera più grossa. E fate cartelli: Grazie Abate». Anche se è di Cava dei Tirreni. Giovanni Cerniti Vittorio Caldiroli