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Era proprio bella la radio di una volta Mostra della nostalgia alla Famija Turinéisa Era proprio bella la radio di una volta «Cari amici vicini e lontani»: erano gli Anni Trenta e la voce di Nunzio Filogamo arrivava nelle case attraverso le prime radio dai grandi altoparlanti. Apparecchi che parevano mobili da arredamento e che in Italia cominciarono nel 1924 a mandare in onda le trasmissioni sperimentali prodotte dalla Uri, la Rai dell'epoca. Modelli in legno e bachelite come quello americano «Etwater Kent», esposto nella mostra La radio: storia delle telecomunicazioni da Galvani a Marconi, che sino al 21 maggio è alla Famija Turinéisa, in via Po 43 (orario: da lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 12). Un allestimento, curato dai collezionisti Claudio Gilardenghi e Franco Pieri, sulla storia della comunicazione a distanza. Risale al 1793 il primo impianto telegrafico realizzato dai francesi Cloud e Ignace Chappe, basato sul principio ottico: segnali convenzionali venivano issati su torrette situate a qualche chilometro di distan¬ za l'ima dall'altra in modo che l'addetto potesse vederli con un cannocchiale e ritrasmetterli alla postazione successiva. Un metodo primitivo ma ingegnoso che durò sino ai primi anni dell'Ottocento. E' infatti di questo periodo (1809) il telegrafo elettrolitico di Sommering, dove le bollicine nella vasca dell'apparecchio ricevente, sollevate da impulsi inviati dal trasmettitore, indicavano lettere e simboli. Un esperimento in funzione alla mostra così come quello di Luigi Galvani: l'inizio della trasmissione via etere provata dal muoversi di due gambe di rana. Un percorso dimostrativo che prosegue con 1' «anello di Hertz», con il telegrafo elettromagnetico di Samuel. Morse (1835) e ovviamente con tutte le ricerche di Guglielmo Marconi sulle onde elettromagnetiche. Nata la radio, appaiono nel 1918 i modelli a cristallo di Galena che si ascoltavano in cuffia, mentre appartengono al 1950 le radio con un altoparlante incorporato. [t. pi.]