Oropa tra il sacro e il profano
Oropa tra il sacro e il profano Itinerari della memoria, ripercorsi attraverso le foto de La Stampa Oropa tra il sacro e il profano Peccati di gola per i pellegrini al santuario Dire Oropa è dire Biella e il Biellese. E' un legame profondo quello che unisce la gente di Biella al santuario, legame che si rinnova di continuo, all'ombra delle cerimonie ufficiali, dei pellegrinaggi, della moltitudine di fedeli. Oropa è sinonimo di preghiera, ma anche di piccoli peccati di gola (dalla cioccolata calda con panna alle polente), di sport invernali, di escursioni in montagna. Un microcosmo fatto di sacro e profano che si fonde tra le antiche mura del santuario, oggi riscoperto attraverso gli «Itinerari della memoria», viaggio ideale proposto da La Stampa e abbinato a un concorso (per partecipare, si può utilizzare il tagliando della scheda ristorante o quello qui accanto). La gita ad Oropa, a piedi o in auto, in bus o, quando ancora c'era, con il trenino, ha coinvolto generazioni di biellesi. E non soltanto. Nelle domeniche d'a¬ gosto i parcheggi attorno al santuario traboccano di torpedoni e di vetture con targhe lombarde, liguri, venete, emiliane. E' il momento in cui la spiritualità del luogo vacilla sotto la spinta festaiola. Il volto di Oropa riemerge integro e austero, nelle giornate invernali, o autunnali, quando la pietra sembra fondersi con la montagna. Così lo vedevano nel '700 e 800 i pellegrini che, attraverso sentieri e mulattiere, si inerpicavano per pregare davanti alla statua della Madonna Nera. Fu Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, a porre le basi, nel 300, alla nascita del santuario. Ben presto Oropa divenne un importante luogo di culto, un santuario di pregio sotto il profilo architettonico, ma austero, quasi povero nelle linee. E così rimase anche quando i Savoia lo fecero ampliare da grandi architetti come Guarìni, Juvarra, Arduzzi. Ora una comoda strada raggiunge il santuario, ma un gruppo di appassionati ha lavorato con impegno per riaprire i sentieri che percorrevano un tempo i pellegrini. Si snodano tra il verde e si congiungono, al santuario, con altri percorsi che salgono a quote più elevate: Mucrone, Camino, Mars. [d. ca.j
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