La Benetton vede lo scudetto

La Benetton vede lo scudetto Basket: trascinati da uno strepitoso Del Negro i trevigiani vincono a Pesaro La Benetton vede lo scudetto La Scavolini va in crisi dopo aver dominato il 1° tempo I veneti guidano 2-1: domani possono chiudere la sfida PESARO DAL NOSTRO INVIATO Valter Scavolini, furibondo presidente pesarese, racconterà a lungo dello scippo subito, dopo essersi duramente lamentato con Vitolo, capo degli arbitri, per le ultime decisioni di Facchini. I tifosi marchigiani incolperanno, oltre ai direttori di gara, lo sciagurato finale di Daye (prima è uscito dal campo con la palla, poi ha gettato in mano a Kukoc la sfera dell'ultima speranza) e imbastiranno processi sulla tensione creatasi tra il cerbiatto nero e Bucci che, in avvio di ripresa, l'ha richiamato in panca e duramente rimproverato. Ma il successo allo sprint della Benetton (98-97), che ora conduce 2-1 nella finale scudetto e domani può chiudere il conto in casa, ha un'altra spiegazione: Vinnie Del Negro. Finché si è giocato a basket, la Scavolini ha dominato. Nel primo tempo Pesaro alzava i ritmi a piacimento e azzannava in difesa, toglieva spazi, fiato e idee a una Benetton che singhiozzava, andava a canestro solo con sforzi tremendi e non trovava neppure il modo di dar palla a Kukoc, cui il diretto difensore (Gracis, poi Grattoni) concedeva centimetri in abbondanza. E Del Negro riusciva a stento a farsi perdonare, con una decina di punti, errori e forzature iniziali. Pareva che il mastino Workman, ancora una volta anima dei pesaresi, dovesse vincere a mani basse anche questa sfida. Poteva, doveva essere un massacro, 15 punti (48-33) al 16', ma un paio di azioni che non giravano nel verso giusto (contropiede sbagliato da Costa, grande stoppata di Mian su Grattoni impegnato in una schiacciata) facevano capire che il conto era tutt'altro che chiuso. E lo confermava l'oriundo, appena riprendeva il match: 59-46 per Pesaro, poi Vinnie decideva di cambiare sport, di giocare come faceva un tempo nei campi in cemento all'aperto, a Springfield, uno contro tutti. Voleva la palla, chiedeva spazio, e sfida¬ va tutti ad andargliela a prendere, a fermarlo. In 4' segnava 9 punti di fila, poi serviva due assist e con un secco 13-0 la Benetton impattava, riapriva la gara. Magari Kukoc, estromesso dal gioco, non si divertiva, ma si divertiva ancor meno Bucci che vedeva la sua difesa squagliarsi, perdere gli automatismi degli aiuti e finiva per prendersela con Daye, colpevole di cadere nella provocazione di Del Negro e di cercare pure lui l'a-solo, senza risultati. Ormai, per la Scavolini, il danno era fatto: la squadra-orologio di Bucci, già tentennante in un Costa dolorante alla gamba sinistra, si era inceppata. Buttava l'anima in campo Grattoni, confermando l'importanza dei gregari in questa finale, e Pesaro tornava avanti. Ma era lotta a coltello, senza quei meccanismi che avevano portato la Scavolini a impattare la lotta sotto i tabelloni, e Rusconi (11 rimbalzi) e Vianini (9) prendevano il sopravvento regalando più opzioni allo scatenato Del Negro (tre soli errori su 17 tiri nella ripresa). Sempre Vinnie a caricarsi di ogni responsabilità, suo il canestro che a l'40" dalla fine portava la Benetton a un punto (9796) prima di uscire per un quinto fallo evitabile. Ma Gracis sbagliava dalla lunetta, e a 14" dalla sirena lo imitava Rusconi. Sembrava la condanna per Treviso, ma Kukoc reclamava la sua fetta di gloria e «accompagnava» con astuzia Daye fuori campo. Fallo? Gli arbitri dicevano di no e assegnavano palla ai veneti. Ancora Kukoc, fallo e il ragno di Spalato non sbagliava (9 su 10 dalla lunetta): sorpasso con 5" da giocare ma Daye buttava via la palla, proprio tra le mani del croato che consumava la sua vendetta. «Non sarò da Nba, come dici tu - sembrava sottintendere il beffardo sorriso di Kukoc che guardava Daye stringendo l'ultima palla -, ma per lo scudetto posso bastare». Soprattutto se nella sua squadra gioca un certo Del Negro. Guido Ercole L'i tal o-am er icano Vinnie Del Negro (37 punti) ha deciso la terza finale scudetto

Luoghi citati: Pesaro, Spalato, Springfield, Treviso