I mietitori della Borsa perduta di Zeni

I mietitori della Borsa perduta Ma il mercato resta debole e l'Assogestioni denuncia la poca trasparenza I mietitori della Borsa perduta Pesenti, Iti, Ras: tutti a caccia di denaro fresco MILANO. C'è chi per un attimo ha temuto il peggio, ieri mattina a piazza Affari, quando insieme alle voci sugli ultimi clamorosi arresti nell'inchiesta delle tangenti meneghine, è arrivata la sospensione della Ras. La paura fa novanta e il sospetto ormai è sovrano anche in piazza Affari. Ma la Ras, ovviamente, con le tangenti non aveva nulla a che fare. La sospensione di ieri mattina è stato un omaggio alla trasparenza: per evitare ripercussioni improprie sulle quotazioni, il vertice della compagnia aveva preferito fermare le contrattazioni del titolo nel giorno in cui il consiglio d'amministrazione ha reso noti i dati del bilancio '91 (utile netto: 201,4 miliardi, premi a quota 6439, dividendi invariati a 300 e 360 lire) e soprattutto lanciato un nuovo aumento di capitale da 531 miliardi più warrant. Nessun giallo, nessun mistero Ras, dunque. Semplicemente una nuova richiesta di quattrini che nei prossimi mesi, tra settembre e ottobre, si aggiungerà a quelle già annunciate: all'offerta pubblica della Stet, alla ricapitalizzazione dell'Italcementi di Giampiero Pesenti. Si ingrossano le file di chi bussa quattrini in piazza Affari. E il mercato? Reagirà mettendo a segno quella svolta che qualcuno si augura oppure insisterà con le bocciature già riservate a Stet e Italcementi? Su Stet e Italcementi, ieri, dopo le tante critiche degli operatori dei giorni precedenti, è tornato il consiglio direttivo dell'Assogestiom. Su Italcementi, Assogestioni si è detta soddisfatta per «la significativa internazionalizzazione del gruppo» ma ha criticato le modalità di esecuzione della ricapitalizzazione «centrata sull'emissione di azioni di risparmio con sovrapprezzo identico a quelle ordinarie e con rilevante incremento del loro flottante tramite il contemporaneo lancio di obbligazioni con warrant su azioni di risparmio». Addirittura, «più delicato e complesso», così l'ha definito Assogestioni, il collocamento Stet. «L'annuncio è avvenuto a pochi giorni di distanza da un comunicato della società che smentiva voci su operazioni finanziarie in esame, annuncio di cui l'ente controllante non poteva essere all'oscuro», sottolinea l'Assogestioni. Ma non basta. Insiste l'associazione: «La mancata comunicazione del meccanismo di determinazione del prezzo di collocamento e la riserva avanzata circa la sua effettiva realizzazione, uniti alla rilevanza dell'importo e al tempo che corre tra l'annuncio e l'esecuzione dell'operazione, hanno determinato la caduta del prezzo delle azioni Stet e su altri importanti titoli del gruppo Iri». Insomma, benzina sul fuoco delle polemiche. Che, c'è da immaginare, avrà i suoi contraccolpi su una piazza Affari nervosa, debole, scoraggiata (ieri l'indice Comit si è un pochino ripreso, segnando un +0,33% con buone performance per i titoli industriali: Fiat a +1,80%, Montedison +1,99%, Olivetti +0,55%) che ha più volte espresso la propria opinione sull'ondata di aumenti di capitale in arrivo: «Ma dove si troveranno i soldi per sottoscrivere tutte queste operazioni?». In realtà, anche nei primi, durissimi, quattro mesi e mezzo dell'anno, quando la Borsa viaggiava a una media di contrattazioni giornaliere tra i 50 e i 70 miliardi, di quattrini le aziende ne hanno chiesti. Fa- cendo i conti: quasi 1150 miliardi tra Pirelhna, Pirellona, Finpar, Santavaleria, Gerolimich e Unipol. D'accordo, niente di eccezionale, rispetto ai tempi d'oro. Soprattutto, poca cosa rispetto a quello che sta per succede¬ re nei prossimi mesi. Riassumendo: a giugno via alla Stet con i suoi 350 milioni di azioni e di warrant offerti in vendita, il tutto per un introito non ancora esattamente quantificabile (il prezzo d'emissione verrà deciso sulla base dei prezzi medi dei 14 giorni precedenti) ma comunque non inferiore ai 1700 miliardi di lire. Poi, a luglio, toccherà all'Italcementi che, tra ordinarie, risparmio e obbligazioni Mediobanca di nuova emissione, chiede agli azionisti 648 miliardi. Infine, tra settembre e ottobre, la Ras che, come ha annunciato ieri il presidente Umberto Zanni, «spera nella Borsa e nella sua rimessa in moto» per collocare con successo l'aumento di capitale da 531 miliardi ai quali se ne potrebbero aggiungere altri 298 se a dicembre del '95 verranno convertiti tutti i warrant legati al' l'operazione. Infine, la Montedison. La Edison, l'ex Selm, ha proposto ieri di posticipare (tra il 17 settembre e il 14 ottobre) la facoltà di conversione per i portatori di obbligazioni Edison 7% 86-93 stabilendo un rapporto di conversione (era di 1 a 1) più favorevole (1 a 1 e mezzo). Per far fronte al maggior esborso, l'Edison aumenterà il capitale di 75,6 miliardi. Armando Zeni CHI BUSSA IN BORSA OPERAZIONI FINANZIARIE LANCIATE SUL MERCATO 1° QUADRIMESTRE •92 GENNAIO PIRELLI & C. FEBBRAIO FINPAR S.PA PIRELLI S.PA 97,535 MILIARDI 100,625 518,620 APRILE GER0LIMICH 96,160 " UNIP0L 297.021 ' T0TALE 1.147,660 MIUARDI STET 1700 MIUARDI ITALCEMENTI 648 RAS 531 TOTALE 2879 MILIARDI

Persone citate: Giampiero Pesenti, Pesenti, Umberto Zanni

Luoghi citati: Italcementi, Milano, Stet