Rinasce la reggia di Umberto I

Rinasce la reggia di Umberto I Con 700 milioni la sala da pranzo di Palazzo Reale è tornata splendida Rinasce la reggia di Umberto I Restaurati arazzi, boiserie, quadri Si apriranno anche ipiani superiori A palazzo Reale la sala da pranzo del Re è quasi restituita all'antico splendore, così come la volle Umberto I di Savoia e come ai primi del secolo la ritrasse, ricca d'arredi, il fotografo Alinari. «Il recupero - spiega Sandra Pinto, sovrintendente ai beni artistici e storici del Piemonte è durato tre anni. Entro la primavera del '93 sarà ultimato nei dettagli. L'opera è costata 700 milioni, stanziati dallo Stato, a seguito della valorizzazione della reggia promossa dalla Fiat dall'86 all'88, con le due mostre dedicate alle porcellane, agli argenti e agli orologi sabaudi». Le manifestazioni avrebbero dovuto essere seguite da una terza, riguardante il recupero dell'eccezionale collezione di arazzi presente a palazzo. «Lo sponsor Fiat - nota la sovrintendente - ha incentivato la ricollocazione nella residenza di importanti pezzi di orologeria, secondo gli inventari del periodo umbertino. Ma per gli arazzi il restauro, date le dimensioni di alcuni esemplari, richiede più tempo. Si è intanto fatta una razionale manutenzione e catalogazione». E' stato un investimento che ora rivela completamente i suoi frutti. Paola Astrua, responsabile delle collezioni di Palazzo Reale, assicura che «lo stimolo ricevuto ha permesso di indivi- duare quanto poteva essere utile al restauro completo della reggia. Vorremmo farne il principale polo di riferimento per quel recupero delle residenze sabaude che offrirebbe al Piemonte un'attrattiva di rilievo europeo». E' un progetto ambizioso, richiede il concorso di più volontà, pubbliche e private. A palazzo Reale un passo significativo è stato il recupero della sala da pranzo del Re, dalla volta, ormai del tutto restaurata, alle «boiserie», lampadari, sovrapporte e quadri compresi. Il cantiere ha. permesso di studiare l'evoluzione dell'arredo in tre secoli di storia. «Il no¬ stro riferimento è stata l'ambientazione umbertina - dice Sandra Pinto - perché è in quella veste che il palazzo è stato affidato dai Savoia allo Stato. Ma l'architetto che ristrutturò la reggia per Umberto I modificò profondamente l'allestimento precedente: quello studiato da Pelagio Pelagi per Carlo Alberto, con la volta decorata dal Gonin e sei dipinti di battaglie, firmati da Massimo d'Azeglio. Questi arredi a loro volta avevano sostituito le decorazioni dell'epoca di Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III, con pitture di Daniele Seyter e Francesco De Mura, quando la sala da pranzo era divisa in due ambienti d'uso differente: la stanza da letto del Re e la sua anticamera». Lo studio è proseguito fino alle più recenti manomissioni «quelle - commenta la sovrintendente - dell'esposizione d'Italia '61, che in alcuni casi hanno fatto più danni della grandine, perché hanno stravolto la decorazione umbertina». Si vorrebbe riassumere il tutto su schede «stratigrafiche», a disposizione dei visitatori, secondo modelli sperimentati in occasione della mostra sugli orologi. I lavori prevedono anche il restauro di un centinaio di quadri che Carlo Alberto aveva disposto in quest'ala, per so¬ stituire con una raccolta a lui contemporanea quella antica, assegnata alla Galleria Sabauda. «Per esporre questa "moderna" collezione albertina suggerisce Sandra Pinto perché non utilizzare ad esempio Palazzo Carignano? Mentre per presentare degnamente tutti gli altri arredi di Palazzo Reale contiamo di trasformare in spazi museali anche gli appartamenti secondari della reggia, al pianterreno e al secondo e terzo piano, persino le soffitte e le cantine, secondo l'esempio in corso d'attuazione a Palazzo Pitti, a Firenze». Maurizio Lupo «Lo sponsor Fiat ha stimolato l'arrivo di fondi dello Stato» La sala da pranzo del Re è di nuovo cosi, come la ritrasse ai primi del secolo il fotografo Alinari. Sono stati recuperati i dipinti della grande volta e gli arredi originali, con un paziente lavoro di tre anni, che sarà perfezionato in tutti i dettagli entro il 1993

Luoghi citati: Firenze, Italia, Piemonte