CRIMINAL CANNES

CRIMINAL CANNES CRIMINAL CANNES CANNES DAL NOSTRO INVIATO Ma guarda, chi si rivede: il punteruolo per spezzare il ghiaccio, quell'arnese minaccioso come un cacciavite e rilucente come un coltello, arma di delitto che non mancava mai nei vecchi polizieschi americani Mondadori, che sempre immergeva nella più tormentosa incertezza i traduttori, che era scomparso con il razionale avvento del ghiaccio ben diviso in cubetti nel suo contenitore di plastica da frigorifero. Rieccolo invece in «Basic Instinct», il film di Paul Verhoeven che inaugura stasera il 45° festival di Cannes, e rieccolo usato da una bionda con la massima ferocia: per colpire a morte nell'attimo dell'orgasmo amanti nudi legati al letto con una sciarpa di seta bianca, per far sprizzare il loro sangue acceso dall'ardore sessuale, per consentire all'assassina un'altra specie di penetrazione. >b Sadico thriller truculento, «Basic Instinct» è soltanto l'inizio, in un festival di molti film criminali, popolati dalla violenza caotica, da delinquenti e poliziotti, teppisti e assassini, dall'orrore e dalla degradazione: come in uno specchio del mondo lacerato dagli eccessi delle guerre etniche e razziali, da ios Angeles alla Jugoslavia, dall'ex Urss all'Afghanistan. Anche il festival stesso, naturalmente, commette le sue infrazioni e trasgressioni. Più che internazionale, Cannes si fa quest'anno franco-americana o americo-francese. SU ventuno film in concorso, cinque sono prodotti americani e quattro sono prodotti francesi, altri cinque sono di coproduzione francese: si privilegiano gli americani e i padroni di casa, un classico. La curiosità un po' snob verso i film commerciali già miliardari diventa indulgenza interessata, fa sperare al direttore Jacob scandali inesistenti ma vantaggiosi per attirare l'attenzione dei media, innesca discussioni pubblicitarie grottesche: nei quarantacinque secondi tagliati dalla versione americana di «Basic Instinct» i genitali di Michael Douglas si vedono o non si vedono più, e quante volte il divo compare con le molli natiche nude, tre volte oppure quattro? A un paio di film che, in violazione delle regole, erano già usciti su mercati diversi da quello nazionale, s'appiccica una seconda etichetta produttiva, americana o inglese. Sono espedienti miserandi ma pazienza: fosse soltanto questo, la deregulation. La sregolatezza nei film in concorso è invece dura: bande di teppisti moscoviti paranazisti che per «ripulire» la città aggrediscono stranieri, musicisti rock, ebrei, omosessuali, emarginati; una cattiva che semina distruzione al volante dell'automobile; un giovanotto che si ritrova in valigia una testa umana mozzata e «reducida» alla maniera degli indiani Jivaro; la poliziotta Melanie Griffith infiltrata in una comunità ebraica alla ricerca del killer; tre detenute in libertà, una dinamitarda, una uxoricida, una responsabile della morte del figlio; una bambina di undici anni prostituita dalla madre, che accoglie il cliente raschiando le coperte del letto con le unghie mangiucchiate laccate di rosa e intonando sottovoce la preghiera all'Angelo Custode; l'Argentina immersa nella merda di una politica criminale; le efferate ambiguità rosseggianti di «Twin Peaks» sino all'uccisione della ragazza Laura Palmer divorata dal fuoco interiore dell'autodistruzione. Manifesti: pistola affondata in un occhio, oppure deformata dalla prossimità della macchina da presa. Nelle rassegne laterali del festival,, la tendenza criminale si conferma: atrocità carcerarie americane; un tenente della polizia americana, corrotto drogato e giocatore, in parte redento dalle indagini sullo stupro di una monaca; evasi di prigione, adolescenti cinesi vandali e perversi, contrabbandieri che comprano e vendono bambini sulla frontiera tra Pakistan e Belucistan; cataste di cadaveri nudi nell'attività della Ceka, la polizia sovietica istituita negli Anni Venti dopo la rivoluzione boi- imi scevica per eliminare i residui zaristi; un assassino che si confessa davanti alla macchina da presa; l'evocazione delle tombe violate nel 1990 al cimitero ebreo di Carpentras. E per equilibrare la brutalità? Racconti di felici infanzie canadesi oppure inglesi, pettegolezzi satirici sulla contemporanea Hollywood Babilonia interpretati da folle di star, divi invecchiati che recitano Casanova. Del resto l'Oscar non ha premiato quest'anno, con «Il silenzio degli innocenti», la storia d'uno psicoanalista cannibale dal fascino letale e d'un pluriassassino omosessuale che toglie la pelle alle ragazze sue vittime per farsene abiti femminili? I best sellers di maggiore successo (di James Ellroy, di Patricia D. Cornwell, anche di P.D. James) non raccontano di morti con in bocca peli pubici femminili, di donne riunite in associazione interclassista per praticare riti sadici, di corpi squartati oppure squarciati dai morsi di dentiere appositamente confezionate con zanne animalesche, di bambini attori fatti a pezzi, di serial killer appassionati al vilipendio di cadavere? Ogni edicola, non offre in vendita pornocassette SM (di eros sadomasochista) con fruste, pelle nera, borchie di metallo, legacci per ridurre gli schiavi d'amore alla più inerte passività? E la cronaca non riferisce di bambini violati e torturati, di teste tagliate, di vecchi massacrati, di gente di colore arsa viva? Si capisce che i film partecipino nella rappresentazione all'esplorazione di questo filone di crudeltà, di questo nuovo genere criminale diverso dall'horror, dal «noir» e dal thriller convenzionali, di questa tendenza che va oltre l'uso del «giallo» di considerare la morte occasione di svago e d'esercizio intellettuale e che trasforma la barbarie in intrattenimento, in divertimento. Si capisce meno a Cannes: davvero deve servire proprio a questo, un festival internazionale di cinema? Lietta Tornabuoni Il sadico thriller è soltanto l'inizio di una rassegna molto «al nero» imi Foto grande: Sharem Storie in «Basic Instinct» A sinistra: Michael Douglas e Jeanne Tripplehorn. Qui a destra: Depardieu Roberto Benigni sarà a Cannes per lanciare «li figlio della Pantera Rosa». A fianco: la Deneuve e la Griffith

Luoghi citati: Afghanistan, Belucistan, Cannes, Jugoslavia, Pakistan, Urss