«Non volevo divorziare, e lui l'ha ucciso»

«Non volevo divorziare, e lui l'ha ucciso» Al tribunale di Latina interrogata la donna per la quale il magistrato di Roma è diventato assassino «Non volevo divorziare, e lui l'ha ucciso» Un amore segreto per anni, poi la rinuncia: «Resto con mio marito» L'omicida 4 mesi prima del delitto era andato da lei con ifogli per la separazione LATINA DAL NOSTRO INVIATO Eccola, la dark lady all'italiana, la donna per cui si uccide e si muore: Patrizia Giglio, 32 anni, impiegata presso la Corte costituzionale, al centro di una follia amorosa che ha portato al delitto. Entra titubante nel tribunale di Latina, dove un altro giudice la deve ascoltare, per raccontare la sua storia con Giuseppe Sapienza, il magistrato che lavorava con lei alla Consulta, che è uscito di senno per amore e che le ha ammazzato il marito, Roberto Ippolito. Pallida, senza trucco, i capelli castani e una giacca nera elegante, Patrizia Giglio supera il muro dei fotografi al braccio del suo avvocato. E' sconvolta. Non pronuncia una sillaba. Non si leva mai gli occhiali scuri. E va incontrò al pm Francesco Lazzaro che l'aspetta. Le domande dei cronisti cadono nel nulla. Signora, ha mai sospettato che Sapienza potesse fare una cosa del genere? Lei non risponde. Serra ancor più forte le labbra. Scuote un attimo la testa come per dire di no. E varca decisa la porta. Patrizia Giglio non vuole raccontare. Ma i fascicoli del processo parlano della sua vita in maniera scoperta. Moglie e marito scapparono giovanissimi da un paesino della Calabria. Lei era incinta. La famiglia di lui, benestante, non ha mai approvato il matrimonio riparatore. Arrivati a Roma e terminati gli studi, lei vince un concorso al ministero di Grazia e Giustizia. Tre anni fa il trasferimento alla Consulta, dove già lavora il marito. E lì il colpo di fulmine con il giudice. I due vanno avanti clandestinamente per anni. Ma a un certo punto, l'uomo vuole di più. Pretende che Patrizia lasci il marito e vada a vivere con lui. Un giorno, nel gennaio scorso, Giuseppe Sapienza si presenta in ufficio con un foglio da firmare: è la domanda di separazione. Il giudice ha già pensato anche al legale che potrà patrocinare la «loro» causa. Ma lei non ci sta. Preferisce il marito e la figlia. E tronca la relazione. Da quel momento il giudice non è più lo stesso. Il pensiero di perdere la «sua» donna lo sconvolge. Ne parla a lungo con gli amici. E comincia a fare piani sempre più folli, finché non si convince di aver trovato la soluzione ideale: uccidere Roberto Ippolito, farne scomparire il cadavere, lasciar credere che sia scappato con un'altra donna e poi proporsi come consolatore. Tra febbraio e marzo, mette in pratica il piano. Fa scavare una fossa nel prato della sua villetta, sul litorale vicino Latina. Compra una pistola. Prepara con cura i dettagli. Finalmente, il 13 aprile, scatta la trappola. Si fa accompagnare dalla vittima, con una scusa, al mare. Lo uccide, nasconde il cadavere, gli porta via pantaloni e documenti in vista di un possibile depistaggio. Poi rientra subito a casa sua, con la macchina del morto, che il giorno dopo parcheggerà all'aeroporto di Fiumicino. Fa bene ad affrettarsi, perché a casa, la sera stessa, lo raggiungerà una telefonata di Patrizia. «Sai niente di mio marito?», chiede lei, all'oscuro di tutto. «No, l'ho lasciato questa mattina alla Corte», nega lui. Ma perché Patrizia si rivolge proprio a Sapienza? Semplice e allucinante allo stesso tempo: vittima e carnefice si frequentavano, erano amici, il giudice faceva di tutto per ingraziarsi il marito tradito. Gli aveva trovato un secondo lavoro, da un notaio amico ad Aprilia. Progettava addirittura di aprire uno studio notarile, in futuro, da condurre in due. Un triangolo perfetto, insom¬ ma, dove il marito era l'unico a non sapere. E un delitto perfetto. Sapienza aveva pensato a tutto. Ma è stato tradito dal suo carattere fragile. Ha sentito il bisogno di parlare, di sfogarsi con il suo migliore amico. E quello, con la morte nel cuore, ha fatto il suo dovere, chiamando i carabinieri. Aveva già provato a fermarlo, con un allarme che non era stato capito. Ora si dispera. Francesco Grignetti Patrizia Giglio, 32 anni, all'arrivo in procura a Latina. E' stata interrogata sulla sua relazione con Giuseppe Sapienza giudice della Corte Costituzionale che ha ucciso suo marito

Luoghi citati: Aprilia, Calabria, Latina, Roma