I postini a scuola di psicologia canina di E. Bn.

I postini a scuola di psicologia canina In Francia 3 mila portalettere aggrediti I postini a scuola di psicologia canina PARIGI. La psicologia canina esce dai manuali zoologici per entrare nell'addestramento dei postini francesi. Ogni anno tremila portalettere devono ricorrere al medico per alleviare graffi e morsi ricevuti durante le consegne. Médor - il Fido transalpino - pare insomma avere una scarsa educazione civica. Non potendo inculcargliela, le Poste scelgono di ammaestrare le vittime. L'iniziativa-pilota parte dall'Alta Garonna. A Tolosa e dintorni, il postino non suona sempre due volte. Spesso dopo il primo impavido tentativo deve ripiegare. La statistica spiega come da queste parti 20 portalettere su 100 subiscano attualmente aggressioni ferine. Che siano i giganteschi pastori pirenaici o minuscoli pechinesi, la sostanza è quella: azzannano volentieri l'uomo in bici-saccaberretta. Ci scherzava Jacques Tati 45 anni fa, quando girò «Jour de fète» impersonando un rustico postino, e da allora i cani hanno mantenuto gli stessi gusti. Da qui lo stage riparatorio. Le Poste tolosane sono ricorse a un super-cinologo della Gendarmerie, Jean Antheaune, che si presenta in aula accompagnato dal suo cane lupo, Due, ed espone le sue teorie. Prima regola: decolpevolizzare l'infelice postino/a. Il cane non odia in linea di principio l'uomo, né il mestiere, ma la bicicletta, dice Antheaune. Ancor oggi, che sia alsaziano, bretone o piccardo, il portalettere francese usa molto volentieri il pedale. Né potrebbe essere diversamente: la Francia include 36.664 Co¬ muni - una cifra record in Europa - e girarli a due ruote ha i suoi vantaggi. Ma, fendendo l'aria, i raggi sprigionerebbero ultrasuoni sgraditissimi per Médor. Che in questo modo preparerà un'accoglienza ostile. Secondo: dissimulare le proprie incertezze. Qui la classe ha sfiorato la ribellione. Ma come? Avere fifa, visto il caratterino dei quattrozampe, non è forse la migliore autodifesa? No, incalza Jean Antheaume. La paura sprigiona un odore che non sfugge al cane. In tal modo il rapporto finisce per essere, sin dall'esordio, conflittuale. Questione di naso. E mai guardare fìsso negli occhi il «nemico». Per i doberman quanto per i volpini è un gesto di sfida: astenersi. Pure la fraternizzazione o la captatio benevolentiae hanno tuttavia i loro rischi. Ingraziarsi il cerbero azzardando una carezza sulla testa, per esempio, costituisce ai suoi occhi la massima provocazione: solo il padrone può compiere gesti simili, Nessun movimento brusco, infine, che allerta reazioni aggressive. [e. bn.]

Persone citate: Jacques Tati, Jean Antheaume, Jean Antheaune

Luoghi citati: Alta Garonna, Europa, Francia, Parigi, Tolosa