E Kohl spiega i tedeschi di P. P.

E Kohl spiega i tedeschi E Kohl spiega i tedeschi «Hanno talento ma sono tetri Invidio l'allegria degli italiani» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Chi di spada ferisce, di spada perisce. Anzi, in questo caso, per essere più esatti, «di spada si uccide da solo». Trovandosi a fronteggiare scioperi, proteste e un'ondata di critiche da parte dei suoi compatrioti, il cancelliere Helmuth Kohl, di passaggio a New York, ha fatto ricorso, parlando del suo Paese, agli stessi luoghi comuni con cui in passato i tedeschi ^hanno etichettato altri popoli, per esempio gli italiani «spaghettari». «I tedeschi - ha detto Kohl parlando all'associazione degli editori americani - hanno talento, ma non sanno gioire». Come dire che «i neri hanno la musica nel sangue». Kohl, che si riferiva alla mancanza di gratitudine nazionale per aver riunificato il Paese, ha continuato la sua gita sul Banal Grande con queste parole: «I tèdeschi preferiscono essere tenebrosi e passano il tempo a preoccuparsi per ciò che potrebbe accadere e a immaginare nuovi problemi che potrebbero affacciarsi». Il Cancelliere, poi, non ha resistito alla tentazione comparatistica e, continuando nel suo ragionamento, ha ritirato in ballo alcuni classici «cliché» internazionali, ma questa volta in chiave positiva. «Se i tedeschi non sanno gioire e sono tenebrosi - ha detto Kohl - invidio italiani e francesi che invece ne sono capaci». E così «joie de vivre» e «'o sole mio» hanno fatto un'allegra ricomparsa. E' stato un Kohl piuttosto nervoso quello che si è presentato nei giorni scorsi all'Orni. Pur sostenendo che, nel suo Paese, «non vi sono rischi di nazionalismo rinascente», il Cancelliere ha riconosciuto l'esistenza di «individui poco ragionevoli» in Germania e ha aggiunto che «il quattro per cento della popolazione dovrebbe essere seriamente sottoposto a un esame psichiatrico». «E l'elenco dei pazienti - ha precisato - potrebbe includere gli stessi psichiatri». Pòi Kohl se l'è presa con i giapponesi perché si sono troppo avaramente impegnati negli aiuti finanziari all'Est europeo: «Noi tedeschi - ha detto abbiamo ormai dato tutto quello che potevamo dare», [p. p.]

Persone citate: Helmuth Kohl, Kohl

Luoghi citati: Germania, New York, Washington