Milano, tempesta sulla Quercia

Milano, tempesta sulla Quercia Milano, tempesta sulla Quercia La sinistra: subito un vertice Ma l'ala filo-Occhetto non ci sta MILANO DALLA REDAZIONE Al peggio erano preparati da giorni. Ma lo ch'oc, per i funzionari di via Volturno, è stato forte lo stesso. Ieri mattina, davanti alla sede del pidiesse, si sono presentate le «gazzelle» dei carabinieri con tanto di mandato di perquisizione. L'obiettivo? L'ufficio di Massimo Ferlini, 36 anni, sposato con una figlia, una laurea alla Bocconi in tasca. Già assessore all'edilizia durante l'ultimo scorcio della giunta Pilitteri ma, soprattutto, occhettiano di ferro. Anzi proprio a lui aveva pensato Occhetto per la successione a Barbara Pollastrini, fresca deputata, ai vertici della federazione milanese. Ma l'ennesimo blitz di Di Pietro ha sconvolto i piani delle Botteghe Oscure e il caso Milano si fa spesso in casa pidiessina. Di certo, per ora, c'è solo che tutti (o quasi) sono contro Piero Borghini, il sindaco «traditore» di via Volturno. E, tra i colpi bassi tra colombe occhettiane, miglioristi, sinistra tortorelliana e altre correnti, non a caso spunta la voce di un incontro segreto tra alcuni pidiessini morbidi e lo stesso Borghini. «Non è vero - tuona il segretario cittadino Roberto Cappellini, uno degli indiziati non c'è stato nulla del genere. Borghini deve dimettersi e prender atto della realtà». Ma non bastano le dichiarazioni anti-Borghini a superare lo stallo politico. Già alle dieci del mattino esce il comunicato ufficiale che informa che «l'iscritto Massimo Ferlini si è autosospeso dal partito e ha comunicato le proprie dimissioni dal Consiglio comunale». Poi, nessuna reazione ufficiale, nessuna riunione al vertice, nessun appuntamento formale di confronto previsto per i prossimi giorni. La battaglia si profila pesante e gli eserciti pronti a giocar duro. Ma tutto è fermo, sospeso. Prima si attendono novità da palazzo di giustizia. Di Pietro, insomma, è pure arbitro dei destini di via Volturno. «Il pds - dice Barbara Pollastrini, segretaria uscente e occhettiana di ferro - ha fatto bene ad uscire dalla giunta. Abbiamo capito dov'era il marcio...». Di più lei non dice, salvo che ribadire la fiducia verso la magistratura. Ma la Pollastrini frena sul congresso provinciale che l'ala di Tortorella chiede a gran voce. Soprattutto dopo il caso Ferlini, infatti, il congresso si profila duro per i fedelissimi del leader. Prende quota la candidatura di Marco Fumagalli, della «sinistra» pidiessina. E sarebbe il primo passo per uh azzeramento dei vertici della federazione, l'occasione per la resa dei conti. La Pollastrini ha già risposto con durezza. «Se si vuol dare - ha detto - al cambio un significato legato allo scandalo saprei difendermi con tutte le mie forze». La sinistra, però, insiste e chiede il congresso. Difficile limitar la risposta a una nuova iniezione di rabbia verso ["miglioristi, da cui provengono gli altri pidiessini inquisiti. «Corbani devi vergognarti» ha tuonato Petruccioli. «Petruccioli ha replicato il leader delle cooperative - provo amarezza per la bassezza dei tuoi argomenti». Ma il fronte dei miglioristi è in grave imbarazzo. Sergio Soave, vicepresidente della Lega delle cooperative, resta a San Vittore. «La Lega - si legge in un comunicato - è sconcertata dal coinvolgimento di un proprio rappresentante nello scandalo». E solo ieri di Li Calzi e Soave sono stati espulsi dal partito.

Luoghi citati: Milano, Tortorella