Prada e Radaelli, pezzi da novanta di Giovanni Cerruti
Prada e Radaelli, pezzi da novanta Prada e Radaelli, pezzi da novanta Un de presidente Mm e un psi consigliere Cariplo MILANO. Quell'assessore pidiessino con barba e modi da bravo ragazzo. Ma anche il democristiano più potente di Milano. E pure il socialista che sta nel consiglio d'amministrazione della Cariplo. E altri due ancora, tra de e pds. «Ma niente nomi», intimano i giudici. Traduzione: l'ormai famosa operazione MP, che sta per «mani pulite», non può rischiare fughe e latitanze. Giornata particolare, clamorosa, eccezionale, quella di ieri? No, proprio no, assolutamente normale. E sarà così anche oggi, per questa Milano. L'altra sera, a Palazzo Marino, il povero Ferlini era inseguito da fotografi, abbordato da cronisti, avvicinato da consiglieri: «Quando ti arrestano?». «Forse stanotte». E gli altri? Presi all'alba. Ma come si fa? Il democristiano è nientemeno che Maurizio Prada, un curriculum di cariche di partito che comprende la segreteria amministrativa e quella politica. Un potentissimo. Prandiniano. Su 16 mila tessere de ne controlla 4 mila: una su 4. Un avvocato con carriera nei consigli di ammini¬ strazione. Prima presidente dell'Azienda elettrica, ora presidente dell'Azienda trasporti. Se l'aspettava? Sì, e da settimane. Tanto che, all'Atm, aveva autorizzato un altro consigliere per la firma di atti urgenti. Se dell'arresto di Ferlini si è saputo per via dei carabinieri che entrano nella sede pds di via Volturno, di Prada si è avuta conferma dagli altri notabili de. «Sì, è vero, ma io non ti ho detto niente», frase assai popolare di questi tempi. Come l'altra: «Siamo almeno in 90 a domandarci se dormiremo a casa anche stanotte». Il segreto istruttorio, con tutti questi arrestati e arrestandi, tutti questi che s'aspettano l'avviso di garanzia e il loro esercito di avvocati, resiste poco o nulla. Come per il socialista Sergio Radaelli. Nel partito ha una carica da poco,* è uno dei 104 del comitato direttivo provinciale. Ma nella Cariplo sta nel consiglio di amministrazione, e nel Comitato di beneficenza, di questa che è la banca pia amata dai milanesi. Si è occupato di import export e finanza. Il psi, quando Giampiero Cantoni è passato alla Banca nazionale del lavoro, lo voleva al suo posto all'Ibi, l'Istituto bancario italiano che ora si è fuso con Cariplo. Nella Milano del garofano è buon amico della famiglia Craxi. Fin qui i nomi noti, quelli che possono esser pubblicati senza, come si dice, «pregiudicare le indagini» e rischiare l'accusa di favoreggiamento. Ma in questa città che ormai si sta abituando alle notizie su mazzette e manette, succede che i nomi degli altri due arrestati rimbalzano nelle telefonate dei politici e perfino in qualche fax di prudente commento. De, psi, pds sono sedi vuote e gelate. Un funzionario del pds risponde da via Volturno e prova la battuta: «Ha ragione Craxi, a San Vittore pds batte psi 3 a 2». L'altro giorno, quando alla sede psi di Corso Magenta è arrivata la notizia del capogruppo in Regione Michele Colucci mandato al soggiorno obbligato, chi ha risposto ha detto: «Guarda, non dirmi niente, non voglio sapere niente e risponderò che non so niente». Non c'è amministratore o ex ammi¬ nistratore di azienda municipalizzata che non si senta sospettato. Ma ieri pomeriggio, quando dai partiti sono arrivate le indiscrezioni di conferma, non sono seguite né dichiarazioni né fax. Tutti al telefono, con Roma. E da ieri, sempre in questa normalità, capita anche che carabinieri di altre città arrivino a Milano con mandati di perquisizione per uffici di politici. E' successo con due assessori regionali del psi, Carlo Facchini e Vittorio Caldiroli, finiti in un'inchiesta del giudice Antonino Abate, concussione e abuso in atti d'ufficio, per una vicenda legata alla chiusura di case di riposo nel Varesotto. A Varese, poi, il giudice Abate ha fatto perquisire dalla Guardia di Finanza anche la sede provinciale del garofano. Per oggi è prevista una conferenza stampa dei carabinieri. Anche questa è di una normalità assoluta, una al giorno ormai. Si saprà, si capirà il mistero dell'embargo sugli ultimi due nomi. Giovanni Cerruti
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