«La multo, ma poi pagherò io» di Anna Langone
«La multo, ma poi pagherò io» Foggia, versava i soldi al posto degli automobilisti: condannato per falso «La multo, ma poi pagherò io» Carabiniere che voleva mettersi in luce col superiore FOGGIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Faceva le multe e le pagava di tasca propria. Detto così pare un fatto incredibile, invece è vero ed è pure un reato: falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. Il colpevole è un appuntato dei carabinieri: Antonio Demma, 47 anni, originario di Corleto Perticare (Potenza). La vicenda risale al 1986, quando il graduato prestava servizio a Foggia: secondo la ricostruzione fatta durante il processo, Demma intendeva mettersi in luce con i propri superiori e così pensò di elevare contravvenzioni fasulle, che non raggiungevano mai i destinatari e, soprattutto, venivano pagate dallo stesso militare. Fu proprio il comandante, il tenente Pierfranco Fraccalvieri, ad insospettirsi nel corso di un controllo dell'attività dell'appuntato. All'ufficiale sembrò strano infatti che Demma conservasse le matrici delle contravvenzioni e non la copia, come dovrebbe avvenire. Non riuscendo a cogliere in flagrante nessun automobilista indisciplinato - si giustificò l'appuntato con il comandante -, si sentiva in colpa e per .dimostrare che svolgeva il proprio lavoro, decise di scrivere lè contravvenzioni fasulle, di cui conservava le matrici, strappando le fighe: l'infrazione contestata era sempre la guida senza patente. Da una verifica eseguita sui nominativi dei destinatari delle multe, era poi risultato che alcuni avevano la patente, ma non avevano ricevuto alcuna contravvenzione, gli altri erano nomi inventati: l'importo delle multe era stato sempre regolarmente pagato. I carabinieri del gruppo di Foggia inviarono un rapporto alla Procura della Repubblica: a distanza di sei anni, il processo. In aula il p.m. Massimo Lucianetti e il difensore Luigi Follieri si sono trovati d'accordo: l'imputato va assolto, hanno detto, perché il fatto non costituisce reato. In altre parole: Demma, con le contravvenzioni fasulle, non ha causato danni a nessuno. Ma per la legge anche l'eccesso di zelo ha una sua codificazione ed i giudici Di Taranto, Cristine e Casiello hanno deciso per la condanna: sei mesi di reclusione, con il benefìcio della sospensione. Anna Langone
Persone citate: Antonio Demma, Corleto, Di Taranto, Luigi Follieri, Massimo Lucianetti, Pierfranco Fraccalvieri
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