«Rai sleale, faziosa anche sull'Etna» di Massimo Gramellini

«Rai sleale, faziosa anche sull'Etna» INTERVISTA «GIORNALISTI TROPPO SERVILI» «Pippo Baudo è più pericoloso di Bruno Vespa, ma Santoro è meglio di Ferrara» «Rai sleale, faziosa anche sull'Etna» 7/ missino Fini: pago il canone, pia me ne pento ROMA. Brutta, cara, faziosa. E tentacolare: «Accendo la tv per vedermi in santa pace la partita e chi ti trovo? Il ministro napoletano Cirino Pomicino, noto tifoso del Milan, che durante l'intervallo pontifica di terzini che fluidificano sulla fascia destra. E il giornalista gli regge il microfono con una piaggeria che non sarebbe ammessa nemmeno nel Centrafrica di Bokassa». Come forse qualcuno avrà cominciato a sospettare, il segretario del movimento sociale Gianfranco Fini non è un sostenitore sfegatato della Rai-Tv. «Non esistono più zone franche: ormai la presenza maliziosa del politico si insinua nei programmi più impensati, dal Processo del lunedì ai cosiddetti contenitori, cogliendo di sorpresa lo spettatore meno corazzato». E a uno spettatore corazzatissimo come il camerata Firn non resta che sperare in qualche buon film («ma è quasi tutta paccottiglia»), maledire il canone («lo pago e me ne pento») e, magra consolazione, strapazzare ogni tanto al telefono il diret: tore generale Rai, Pasquarelli. Mentre lo strapazza, Pasquarelli che fa? Reagisce? Figuriamoci. Avete mai visto un de che reagisce? Quand'è che prende in mano il telefono? Ad esempio, quando mi imbatto in certe ricostruzioni storiche. In Rai vengono fatte con un'impostazione culturale vecchia di vent'anni. Ricordo una trasmissione su Colombo. Si discuteva se gli europei erano andati in America a portare il progresso o la schiavitù. Tema interessante, aperto. E invece mi tocca sentire uno storico marxista che parla del buon selvaggio di Rousseau rovinato dalla civiltà, con un intervistatore compiacente che non fa altro che dargli ragione per tutto il tempo. Chi era davanti al video avrà pensato: «Che disgrazia aver scoperto l'America». Sennonché, subito dopo questo programma pseudoculturale va in onda proprio un film pseudo-divertente prodotto nella vituperata America, in realtà robaccia sottratta a Berlusconi a colpi di miliardi. Nei suoi esempi c'è una costante: il giornalista servile. Il sistema li condiziona fin dal primo impatto: vengono assunti solo su raccomandazione di un notabile. E poi mancano regole che garantiscano l'imparzialità. In Rai la notizia non è mai la notizia: secca, neutra, oggettiva. Pazienza sui politici, ma sono riusciti a confonderci le idee persino sui vulcani. Accendi il Tgl e ti spiegano che l'eruzione dell'Etna è una fatalità della natura. Ti sposti sul Tg3 e la colpa è del governo. Ma l'Etna è di destra o di sinistra? La realtà è che non vedo differenze sostanziali fra le tre reti. Rai-Tré rappresenta soltanto un tentativo più abile di garantire al proprio padrino politico, il pds, gli stessi servizi che Vespa e La Volpe garantiscono a Forlani e Craxi. In assenza di regole, è un problema di uomini. E il Tg3 di Curzi è più abile e spregiudicato nel confezionare un prodotto meno insopportabile degli altri due. Stesso discorso da Berlusconi: Firn ari, forse perché non ha pretese intellettuali, riesce a fornire un'informazione più onesta di quel misto di Savonarola e Torquemada che è Ferrara. Risparmia Santoro? Santoro è più rispettoso del contraddittorio. Ferrara, come altri, ha la pretesa di insegnare qual- cosa ai politici in studio e ai telespettatori indifesi davanti al video. Interrompe o dà spazio agli ospiti in base al suo teorema. Bisogna dimostrare che il movimento sociale è razzista? Tutto quel che serve a confermare quest'idea di partenza è il benvenuto. Quel che invece rischia di alimentare il dubbio, viene cancellato. Dal suo punto di vista, è più pericoloso Pippo Baudo o Bruno Vespa? ; Pippo Baudo, certamente. Anche se, nel caso specifico, la militari - za democristiana di Baudo è un fatto acclarato. Ma in generale l'orientamento del consenso elettorale passa attraverso i programmi di intrattenimento. E' lì, molto più che nei telegiornali, che certe tesi politiche possono far breccia nello spettatore. Non è che gli italiani hanno la tv che si meritano? Sono sicuro che Berlusconi produrrebbe qualcosa di meglio, se potesse fare i conti con una concorrenza leale. Quella della Rai è sleale? Slealissima. La Rai è un pozzo senza fondo. Fra canone, pubblicità e disavanzi ripianati dall'erario, cioè da tutti noi, la Rai trucca le carte del mercato e si mette in concorrenza con i privati facendo lievitare i prezzi, senza garantire la qualità. Prendete l'ultimo pacchetto di film americani, quello con dentro "Jfk". Berlusconi offriva 11 miliardi e la Rai glielo ha soffiato per 20. Tanto, che problema c'è? Paga Pantalone. Se un'azienda privata gestisse il denaro come la Rai, sarebbe già fallita da un pezzo. E molti consiglieri di amministrazione sarebbero dietro le sbarre. Soluzioni alla missina? Abolire il canone. Ma non basta. La commissione parlamentare di vigilanza deve rimanere. Ma deve smetterla di perdersi in chiacchiere e fare invece il suo dovere: controllare la qualità dei programmi e dei bilanci. Il consiglio di amministrazione, invece, va sottratto ai partiti e nominato solo in parte dai politici: le altre quote spettano alla Corte dei conti e agli Ordini professionali, Ma lei crede che sia davvero possibile riformare la Rai prima di tutto il resto? E' più facile che i partiti tolgano le mani dalla magistratura che dall'informazione. Qualcosa si può fare subito: attribuire alla commissione di vigilanza un potere di controllo. A questo scopo, in commissione stringerete alleanze con Lega e repubblicani? Anche con i Verdi e con chiunque è davvero all'opposizione di questo sistema. Il pds non lo è. Basta leggere l'intervista di Veltroni alla Stampa. Veltroni non vuol certo cambiare un consiglio di amministrazione che garantisce al suo partito una rete dove, unico Paese occidentale al mondo, durante la guerra del Golfo si è dato spazio a un attivista comunista come Manisco. Massimo Gramellini «Hanno lottizzato perfino Il Processo del lunedì...» A sinistra: il segretario msi, Fini e (a destra) Gianni Pasquarelli

Luoghi citati: America, Centrafrica, Ferrara, Roma