E la Lombardia leghista esalta Di Pietro di Ugo Bertone

E la Lombardia leghista esalta Di Pietro E la Lombardia leghista esalta Di Pietro «Molisano? Pazienza è pur sempre un giudice di ferro» MILANO. Di Pietro for president? Eccolo il nuovo eroe del Lombardo Veneto in fermento, il castigatore di tangenti e mazzette nella Milano dello strapotere dei partiti: da Bergamo a Varese, da Cremona a Como a Brescia sale l'affetto per il «magistrato di ferro», quel molisano arrivato dal Sud a smentire i più banali teoremi leghisti. E a Venezia Giorgio Lago, direttore de «Il Gazzettino» incita gli imprenditori. «N ssuno - scrive - ha qualcosa da denunciare ai giudici nel Nord Est?». Appello raccolto già oggi da Ivano Beggio, presidente degli industriali della Serenissima. Ma il personaggio, il simbolo è lui, il giudice Antonio Di Pietro, eletto, sull'onda dell'inchiesta Chiesa, bergamasco dell'anno. «Quella sua abitudine di entrare in ufficio col calcio della pistola che spuntava dai blu (sic) jeans, quella sua immagine da magistrato poliziotto...». Recita così il corsivo di «Bergamo Oggi», voce laica in terra di Curia e di finanza bianca. E il titolo è un programma: «E Bergamo rimpiange Di Pietro». La concorrenza? Il «Giornale di Bergamo» risponde con un'intervista a tutta pagina a questo concittadino d'acquisto. Quanto orgoglio per Di Pietro, nella provincia bianca e leghista di Lombardia. Chissà, i compli¬ menti saranno sinceri ma, ammonisce «Bergamo Oggi», non si deve dimenticare che «quando Di Pietro ha chiesto il trasferimento a Milano, nell'87, qualcuno a Bergamo ha tirato il fiato, perché aveva scelto di sollevare i coperchi sugli scandali dei colletti bianchi in una città bianchissima, camminando senza paura su un terreno che molti consideravano e considerano, a tutt'oggi, minato». Perché Di Pietro abita a Curno, cinque chilometri dal centro di Bergamo, assieme a Susanna Mazzoleni, avvocato, figlia di un luminare del foro di Bergamo. Cittadino illustre, oggi, cittadino scomodo ieri. «Certo - replica Piero Barocchetti, autore del fondo perché dopo aver risolto a tempo di primato le indagini di cronaca nera, dal mostro di Leffe alla maxirapina del Monte Pegni, Di Pietro non aveva fatto mistero di voler mirare in alto». E, a Bergamo, nessuno si è dimenticato dell'arresto dei quattro fratelli Minali, impreditori ritenuti intoccabili o di altre iniziative verso avvocati vicini alla Curia. Già, Antonio Di Pietro, da magistrato ha esordito proprio alla procura di Bergamo nell'aprile dell'83. E qualcosa del bergamasco, a giudicar dalla testardaggine, deve essergli entrato in corpo. E la gente di Bergamo, anzi della Lombardia comincia a sentirlo come uno dei suoi. Uno, cento, mille Di Pietro gridano i giornali di Lombardia, senza distinzione diparte. «E Como non può ottenere giustizia», titola «La Provincia», organo mai irriverente della curia lariana. E si legge, in merito al processo a sindaci e assessori locali (reato contestato, l'abuso di atti d'ufficio per i nuovi parcheggi), che: «La gente, inutile tacerlo, sente odore di bustarella». Di questi tempi c'è chi pensa di farsi giustizia sommaria, da sé. Succede a Varese, perché, come titola «La Prealpina». «La psicosi dello scandalo contagia anche la provincia». Succede che gli uffici dell'assessorato all'Urbanistica hanno ricevuto la visita dei «soliti ignoti». Nessun furto, nessun vandalismo, solo un'attenta analisi delle carte relative alla «programmazione del territorio». Anche qui si parla di parcheggi, di aree e terreni adiacenti ad ospedali, ad altre iniziative comunque nel mirino dei carabinieri. Chissà, prima o poi arriva il Di Pietro locale. Scattano le manette a Crema, a Pavia, consiglia la «Provincia Pavese», è ora che «i consiglieri se ne vadano» mentre si allarga l'inchiesta sulle tangenti all'ospedale San Matteo. Si sa che i magistrati pavesi lavorano in stretto collegamento con i milanesi, che i «monitoraggi» finanziari sui vari inquisiti procedono. Chissà, quando si esaurirà il filone meneghino magari riprenderà vigore l'inchiesta pavese. E Brescia? Freme la Leonessa. Partono le interpellanze, spiega «Brescia Oggi», per valutare il ruolo locale di aziende già inquisite nell'inchiesta milanese. Addirittura un consigliere pidiessino, Leone Orizio, contesta un appalto per il riscaldamento delle scuole affidato alla Agip Servizi, il colosso nazionale del settore... Uh po' è moda, insomma, un po' è voglia di facce nuove e pulite, anche se con accento inconfondibile del Sud. Ugo Bertone Il giudice Antonio Di Pietro: è stato eletto bergamasco dell'anno