Roma antica sa amar così di Carlo Carena

Roma antica sa amar così Le donne dei Cesari Roma antica sa amar così SCORRENDO l'indice e poi le pagine di Amori e amanti in Roma di Eugenia Salza Prina Ricotti, —I edito dall'Erma di Bretschneider, vien da chiedersi se e quanto gli antichi Romani abbiano sentito l'amore, anche nei tempi più liberi e passionali, quale quello tra repubbliche e principato che è preso in esame nel volume: il quale altrimenti sarebbe del tutto a corto di materiale. Tranne due o tre casi clamorosi, si direbbe che nessun uomo, per natura e per istituzione, e nessuna donna romana, per possibilità e per educazione, vissero la passione amorosa, almeno come l'intendiamo e la proviamo noi. C'era il matrimonio, certo, e sono documentati dalla storiografia e dall'epigrafia toccanti unioni matrimoniali: Pero e sua moglie che si uccidono simultaneamente con un pugnale durante il regno di Claudio (Paete, non dolet!), sono passati alla storia come un modello amoroso e tragico; ma un po' «vieux jeu». Il resto si muoveva piuttosto sui binari della «combine», di un istituto, il matrimonio, che aveva di buono solo d'essere il cardine e la continuazione dello Stato. Quali non fossero le manovre, gli intrighi e le loro conseguenze nella specchiata casa imperiale di Augusto si vede dall'ampiezza stessa che prendono nel volume della Salza. Al confronto, quelle che attualmente tormentano la corte di San Giacomo e rallegrano i suoi sudditi lettori di 5"»», sono quisquilie. Ottaviano sposò in terze nozze Livia Drusilla e regolò con apposite leggi i rapporti matrimoniali. Ma aveva già sposato in precedenza, poco più che ventenne, romp"" .lo un fidanzamento in corso, una figliastra di Antonio, la dodicenne Claudia figlia di quel Marco Godio Pulcro che era stato un tribuno velenoso, e fratello della Clodia amata, questa sì da Catullo; dopo due anni la rimandò a casa garantendo per iscritto che era ancora illibata. Poi aveva sposato Scribonia, molto più vecchia di lui, forse coetanea di sua madre. L'anno dopo ha da lei una figlia, e immediatamente la licenzia per sposare finalmente Livia, il grande amore di quest'uomo, Augusto, che era stato fino ad allora solo un perfetto politico. Ma la figlia avuta da Scribonia, Giulia, quali fastidi non gli procurerà! Sposa dapprima dcll'indimenticabilc Claudio Marcello, poi dell'ammiraglio Agrippa, poi di Tiberio che pensa benedi ritirarsi sine die in Grecia, tali e tante ne fa, che il padre si vede costretto a esiliarla. Altrettanto avviene per la figlia stessa di Giulia, di cui Augusto non riconosce nemmeno come nipote un figlio, nato da padre ignoto. Di fronte ad Ottaviano sta Antonio, l'opposto della sua meditazione e della sua tenacia. E Antonio è il protagonista della più grande passione scaturita da Roma, che non fosse quella per il denaro, per il potere o per la gloria. Catullo amò Clodia come l'amò; Lucrezio forse si avvelenò per amore; Antonio, come sappiamo, distrusse per amore la propria carriera e divenne soprattutto «un amante immortale». Marco Antonio - anche con lui ci addentriamo dapprima in una storia di banaiirà e d'intrighi - era stato un famoso alternatore di attricette, anche dopo sposa- Liz Taylor nel ru olo di Cleopatra to; passava per Roma con una certa Citeride come se fosse in un corteo trionfale, con i leoni aggiogati al carro. Cesare, che se ne intendeva, lo apprezzava proprio per questo. Antonio aveva sposato come terza moglie Fulvia, già moglie di Clodio, e come quarta Ottavia sorella di Ottaviano e madre dell'indimenticabile Marcello marito di Giulia (è tutto «un valzer»); donna bellissima e generosissima Ottavia, dai grandi occhi chiari e limpidi nel volto armonioso e calmo come quello del fratello; e a quella bellezza univa un'intelligenza che la rendeva «meravigliosa». Ma all'altro capo del Mediterraneo stava Cleopatra, e nemmeno un matrimonio così nobile riuscì a scampare Antonio da un destino terribile. Già incontrata ad Alessandria qualche anno prima, allorché la giovanissima regina d'Egitto era reduce dagli incontri e da un figlio avuti con Giulio Cesare, Cleopatra tornò prepotentemente in scena proprio dopo il matrimonio di Antonio con Ottavia: faceva sentire senza scampo la sirena flautata della sua voce, che gli storici descrivono come una ferita nel.cuore di chi l'udisse, simile com'era alle corde non di un'ugola ma di uno strumento musicale. Marco Antonio abbandona Ottavia con tutti i suoi figli. Lo strano è che quando videro uscire l'abbandonata Ottavia dalla casa di Antonio, i Romani, più che aver pietà di lei compatirono Antonio, e tanto più lo compatirono perché alcuni, avendo visto Cleopatra, avevano constatato come questa non potesse reggere il confronto con Ottavia nemmeno per bellezza. Delle sembianze di Cleopatra sappiamo ben poco. Sulle monete spiccano il collo lungo, occhi grandi a mandorla, i capelli acconciati sulla nuca, una bocca piuttosto ampia e ben modellata, il mento piuttosto sfuggente e il famoso naso non eccezionalmente pronunciato ma certo più semitico, sporgente e arcuato che greco: un volto più volitivo che grazioso. Del rimanente noi non sappiamo nulla, tranne che supporta piccola e sottile, se si era fatta avvoltolare in un tappeto per superare le guardie e raggiungere Cesare. Intelligente di certo; poteva parlare, con quella sua voce, quante lingue voleva, non aveva mai bisogno di interpreti. Ma era soprattutto il suo carattere a imporsi e a soggiogare, carattere «brillante e volitivo» a cui non sapevano resistere, dicono ancora gli storici, né i giovani né gli uomini più avanti negli anni, purché fossero appena sensibili all'amore: un fascino «unico al mondo». Shakespeare immagina che pur dopo morta Cleopatra dormente sembrasse voler ghermire ancora un altro Antonio nella rete potente delle sue grazie. Antonio le subì fino in fondo, in quell'aria di tardo ellenismo che sarebbe piaciuta tanto a Kavafìs, cantore anch'egli di Antonio morente sotto la finestra della sua spusa orientale. Questo fu certamente il più grande amore di Roma. Eppure, anche Giulia figlia di Augusto fu bellissima, e vi appare bellissima, alta e maestosa, sua figlia Agrippina, la famosa figlia di Germanico, la madre di Nerone! Carlo Carena Liz Taylor nel ruolo di Cleopatra

Luoghi citati: Alessandria, Egitto, Grecia, Ottaviano, Roma