Suspense per l'eredità del ministro
Suspense per l'eredità del ministro Decide la Consulta sul rimborso del contributo erogato dall'Ente cellulosa Suspense per l'eredità del ministro L'erario chiede cinque miliardi ai discendenti ROMA. Gli eredi dell'ex ministro dell'Industria Antonio Bisaglia, scomparso alcuni anni fa, dovranno rimborsare - o no - all'erario il contributo di 5 miliardi di lire erogato nel '79 dall'Ente cellulosa e carta a favore delle aziende cartarie? Lo deciderà la Corte Costituzionale. La prima sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha, infatti, sospettato di illegittimità le norme introdotte con la legge dell'8 giugno '90 n. 142 sull'ordinamento delle autonomie locali che hanno escluso dall'obbligo di rispondere con il proprio patrimonio gli eredi degli amministratori e dipendenti degli enti locali. Secondo la suprema magistratura contabile-amministrativa questa legge danneggerebbe gli eredi di ministri ed altri amministratori statali e, quindi, contrasterebbe con gli articoli 3 e 24 della Costituzione. La legge 142 del '90 sarebbe, infatti, irrazionale e violerebbe il diritto di di- fesa per aver creato, paradossalmente, due distinte categorie di eredi di dipendenti pubblici: quelli di serie A (eredi degli amministratori e dei dipendenti di Comuni e Province), che non possono essere perseguiti per responsabilità patrimoniale riguardante i loro familiari, e quelli di serie B (eredi di amministratori degli enti pubblici, dello Stato e degli altri enti locali), che possono essere, invece, chiamati a risarcire i danni causati dai loro parenti deceduti. Il «caso Bisaglia» era sorto 13 anni fa con l'erogazione di un contributo una tantum di 5 miliardi di lire disposto dall'Ente cellulosa in attuazione di un'intesa tra i rappresentanti delle cartiere ed il ministero dell'Industria. La delibera era stata approvata dall'allora ministro dell'Industria Bisaglia, cui spettava la vigilanza sull'attività dell'Ente cellulosa. Il p. g. della Corte dei Conti aveva ritenuto non conforme alla legge ed ai fini istituzionali dell'Ente cellulosa l'erogazione del contributo ed aveva, quindi, citato in giudizio per danno all'erario gli eredi di Bisaglia, il consiglio d'amministrazione dell'Ente cellulosa e gli altri partecipanti alla riunione in cui fu stipulato l'accordo. I difensori degli eredi di Bisaglia avevano chiesto l'assoluzione dei loro assistiti in base alle recenti norme di legge che affermano il carattere personale della responsabilità amministrativa e la sua non estensione agli eredi. Il p.m. si era opposto a questa tesi sostenendo che questa esclusione riguarda solo i dipendenti degli enti locali. Ma la Corte dei Conti, richiamandosi ad una sua sentenza del 29 gennaio '91, emessa nel corso di un giudizio a carico degli eredi dell'ex soprintendente dell'Antichità e Belle Arti della Valle d'Aosta Carlo Carducci, si è rivolta ui'a Consulta. [p. 1. f.]
Persone citate: Antonio Bisaglia, Bisaglia, Carlo Carducci
Luoghi citati: Roma, Valle D'aosta
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